Elisa True Crime su Netflix: la regina del crimine è la protagonista di “Serial Thriller”

Elisa True Crime su Netflix: la regina del crimine è la protagonista di “Serial Thriller”
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Se siete amanti del crimine e nell’ultimo anno avete passato parecchio tempo su YouTube, allora sapete di cosa sto parlando: la queen indiscussa del crimine Elisa True Crime, è stata scelta come protagonista e voce narrante della nuova web serie di Netflix.

Il 2023 è appena cominciato, le vacanze sono terminate e le città illuminate dalle luci natalizie sono tornate alla loro ordinaria quotidianità. La malinconica atmosfera che ogni anno caratterizza il mese di gennaio, quest’anno diventa lo scenario perfetto per “Serial Thriller“, il nuovo format sul canale YouTube di Netflix

Serial Thriller

Proprio così, la piattaforma streaming che nel 2022 ha dominato le classifiche del genere crime con serie e documentari come Vatican Girl (documentario a episodi sul caso di Emanuela Orlandi), Dahmer (miniserie sul noto serial killer americano) e tanti altri, ha deciso di investire su una vera e propria web serie che racconta di crimini e criminali dalle storie particolarmente scioccanti. 

Attraverso la voce narrante e rassicurante di Elisa diventata ormai cara allo spettatore di YouTube, ogni episodio si apre con quattro storie collegate tra loro da un fil rouge comune. Nel primo episodio ad esempio, veniamo trasportati all’interno di menti criminali che sono state in grado di orchestrare alcune delle truffe più efferate di tutti i tempi.

Ecco dunque che Elisa ci racconta del caso di Wanna Marchi, di Fyre Festival, del truffatore di Tinder e di Inventing Anna, tutti titoli prodotti da Netflix e disponibili sulla piattaforma.

Ma chi è Elisa True Crime?

Colei che ad oggi possiede un canale YouTube con più di 700mila iscritti, un podcast su RadioDeejay e autrice del suo primo libro (qui le date degli instore), è la giovane donna Elisa De Marco, diventata «Elisa True Crime» in un ordinario giorno di un non altrettanto ordinario 2020. 

Quel giorno, nella sua camera a Shangai, Elisa ha deciso di accendere la telecamera e iniziare a raccontare tutte quelle storie di cronaca nera che «l’hanno particolarmente scioccata».

È proprio con questa espressione diventata ormai iconica, che Elisa apre ogni suo video e si dedica all’approfondimento di storie criminali, enigmi irrisolti, misteriose sparizioni e spietati serial killer della porta accanto.

Perché ha tanto successo

Ora, converrete con me che non è da tutti raccontare storie che celano i lati più oscuri dell’animo umano equilibrando i diversi elementi emotivi, di informazione e di intrattenimento eppure, guardando i video di Elisa siamo in grado di cogliere ogni sfumatura di questi aspetti.

L’enorme dedizione, e la passione che la spinge nella creazione dei suoi video non sono passate inosservate. Ma c’è un motivo per cui il suo canale YouTube, e lei in primis, hanno ricevuto così tanta rilevanza e mi piacerebbe parlarne nelle prossime righe.

Sapete qual è la differenza tra un documentario e una serie? La risposta potrebbe sembrare banale, ma lasciate che mi ci soffermi solo per un attimo.

Nelle narrazioni documentaristiche, le storie vengono raccontate attraverso i fatti, per cui tutti gli elementi coinvolti hanno come scopo principale quello di mettere lo spettatore davanti a una realtà quanto più oggettiva possibile, senza ricorrere necessariamente al coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore.

Il prodotto seriale invece, che sia di finzione o basato su eventi reali, è caratterizzato da una particolarità: una narrazione di base il cui fulcro risiede nei personaggi principali. Questo vuol dire che ogni storia alla base di un prodotto audiovisivo di finzione, è in funzione dei personaggi e delle loro vicende.

Gli spettatori guardano e si appassionano a una serie proprio perché rivedono loro stessi nei personaggi e, attraverso le loro storie, sono in grado di interpretare il reale.

In altre parole, mentre il documentario è caratterizzato da una partecipazione passiva davanti a un’esposizione oggettiva dei fatti, ciò che caratterizza la serie è la capacità di coinvolgere in maniera empatica lo spettatore attraverso una partecipazione attiva.

Perché vi dico questo? Per capire cosa contraddistingue Elisa e, infine, cosa ci guadagna Netflix.

L’arte di Elisa True Crime

Su YouTube, in ogni suoi video e attraverso racconti accurati nei minimi dettagli, Elisa riesce a trascinare lo spettatore all’interno della storia, lasciando che sia lui stesso a immaginare ogni scena, ogni sequenza e ogni dialogo.

Non si limita dunque solo a esporre dei semplici fatti, ma è bensì in grado di coinvolgere emotivamente lo spettatore.

In questo modo, riesce sempre con grande umanità a toccare le parti più profonde della personalità e dei problemi umani, dimostrando che l’intento dei suoi video non si riduce al mero intrattenimento, ma va ben oltre.

Come ci tiene sempre lei stessa a sottolineare:

L’intento dei miei video è quello di denunciare, di diffondere consapevolezza, ma soprattutto di ricordare le vittime di queste storie.

Pertanto, a contraddistinguere Elisa è proprio la capacità di prendere la caratteristica principale del racconto documentaristico e fonderla con l’arte dello storytelling.

Well done Netflix

Su Netflix invece, prima di guardare un qualsiasi documentario o serie tv (di genere crime in questo caso), ancora prima quindi, di farsi trascinare in una storia, bisogna fare affidamento alla descrizione che accompagna ogni titolo del catalogo.

Il problema però, è che numerose volte le due righe di trama che dovrebbero invogliare alla visione non bastano a soddisfare la curiosità dello spettatore e questo lo porta molto spesso a escludere quei titoli in partenza e a ripiegare su altro o su altre piattaforme.

Sulla scarsa capacità di Netflix di attirare lo spettatore alla visione dei titoli sul proprio catalogo, agisce Elisa True Crime in “Serial Thriller”: grazie alla sua abilità di coinvolgere fin da subito lo spettatore, chiunque ascolti da lei le storie di quegli stessi titoli eliminati in partenza, è invogliato a dare loro una seconda possibilità.

Ecco perché vorrei concludere dicendo che assumere una figura come Elisa per parlare dei prodotti disponibili sulla piattaforma, è stata a mio parere una delle migliori decisioni mai prese da Netflix.

a cura di
Francesca D’Orta

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