“Chainsaw Man”, quando ci rivediamo?

“Chainsaw Man”, quando ci rivediamo?
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Analizziamo insieme i pregi e i (pochissimi) difetti di uno degli anime più attesi dell’autunno/inverno 2022

La scorsa settimana è giunta al termine la prima stagione animata dell’ormai celebre opera di Tatsuki Fujimoto, Chainsaw Man. Il manga, tutt’ora in corso, è comparso da dicembre 2018 a dicembre 2020 sulla famosa rivista Weekly Shonen Jump. Dopo una lunga pausa durata un anno e mezzo, Chainsaw Man ha ripreso ad uscire da luglio 2022 su Shonen Jump+.

Copertina del primo volume
(Fonte: Pinterest)
Trama: all’origine

L’anime, così come il manga, si concentra sulle vicende di Denji, un giovane ragazzo orfano di entrambi i genitori che vive in condizioni estremamente disagiate. L’unica eredità lasciatagli dal padre alla sua morte è un’ingente quantità di debiti contratti con la yakuza, la mafia giapponese.

Per poterli ripianare il nostro protagonista è obbligato a svolgere un pericolosissimo ma remunerativo lavoro, quello del Devil Hunter. Come suggerito, la professione di Denji consiste nell’uccidere i Diavoli, mostri che nascono direttamente dalle paure umane. Non è certamente un impiego facile, ma il giovane può contare sull’aiuto di Pochita, suo unico amico, la cui identità corrisponde a quella del Diavolo Motosega.

Denji e Pochita
(Fonte: Pinterest)

La misera vita del ragazzo cambia radicalmente quando, in seguito ad un agguato organizzato dal Diavolo Zombie, viene brutalmente ucciso. A “resuscitarlo” ci pensa Pochita, che diventa il cuore di Denji, rendendolo un incrocio tra un diavolo e un umano. Grazie al potere appena acquisito il protagonista sconfigge il nemico.

Al termine del combattimento Denji incontra un personaggio centrale dell’opera: Makima, un’importante figura della divisione della Pubblica Sicurezza che si occupa di uccidere i Diavoli. L’affascinante donna, di cui il protagonista si innamora perdutamente, lo recluta immediatamente per la sua squadra, aprendo un nuovo capitolo della vita di Denji.

Nella Pubblica Sicurezza

Denji entra quindi a far parte della famigerata Quarta Divisione agli ordini di Makima, che comprende degli elementi un po’ singolari. Il ragazzo fa la conoscenza di due persone con le quali legherà molto, Power e Aki Hayakawa.

Power, come lui, non è umana. È, infatti, una Majin, ossia un demone che ha preso possesso di un cadavere. Grazie alla sua essenza demoniaca, la ragazza è in grado di controllare a proprio piacimento il sangue: non è raro vederla solidificare la sostanza per usarla come arma.

Power e Denji
(Fonte: Pinterest)

Aki, invece, è umano. È un giovane cacciatore dotato, all’apparenza insensibile. I tre, nonostante all’inizio fatichino ad andare del tutto d’accordo, formano presto una squadra inseparabile e, come tutti i Devil Hunter, si prodigano sia nello sconfiggere i Diavoli, sia nel cercare pezzi di carne del Diavolo Pistola.

Quest’ultimo è l’acerrimo nemico di tutti i cacciatori, un mostro nato dalla paura che gli uomini provano per le armi che si è macchiato di una delle peggiori stragi compiute. Il Diavolo non si vede da tempo, ma proprio alla fine della stagione viene compiuto un passo importante per il suo rintracciamento: attendiamo con ansia di sapere cosa accadrà in seguito.

I personaggi: Denji

Uno dei punti forti dell’anime, a nostro avviso, sono proprio coloro dei quali seguiamo le vicende. In un modo o nell’altro, è difficile non trovare interessanti o sentirsi incuriositi dai personaggi. Il protagonista, Denji, si discosta molto dal canone dell’”eroe” nei manga.

Non è animato da un senso di giustizia trascendentale o da forti principi. Anzi, alle volte pare quasi un amorale interessato solo a condurre una vita che sia per lui soddisfacente. Non si fa troppi problemi ad essere violento e a giocare sporco, sebbene a tratti mostri un peculiare senso dell’onore. A volte, però, è anche possibile osservare comportamenti tipici dei ragazzi della sua età: è forse questa saltuaria leggerezza che fa più sorridere lo spettatore.

Aki Hayakawa, Power, Makima

Aki Hayakawa e Power, come già detto, sono i compagni di squadra di Denji. I due non potrebbero essere più diversi: Aki è tanto serio quanto Power è infantile. Il ragazzo, a differenza dei due colleghi, è un veterano della Pubblica Sicurezza e, in virtù di ciò, diviene il responsabile del Chainsaw Man e della Majin. La sua espressione impassibile e compassata nasconde una sensibilità spiccata ed una determinazione bruciante. Nonostante sia solo un umano, infatti, ha scelto liberamente di arruolarsi come Devil Hunter.

Aki Hayakawa
(Fonte: Pinterest)

Al contrario, Power è obbligata a lavorare per i cacciatori, in quanto come Diavolo se si mostrasse ostile verrebbe abbattuta. Caratterialmente somiglia molto al protagonista: violenta, sanguinaria, incurante delle regole che incatenano gli uomini. Insomma, tre individualità che potrebbero tranquillamente cozzare l’una con l’altra, ma che riescono a creare una sinergia invidiabile.

Infine, è impossibile non menzionare Makima. La giovane donna è forse colei che più incuriosisce chi segue Chainsaw Man. Nonostante i modi gentili ed affabili non si fa scrupoli a (spoiler) togliere la vita ad innumerevoli nemici senza battere ciglio e con una potenza devastante. Anche se fa parte della squadra dei buoni, la sua attitudine manipolatoria desta più d’un sospetto.

Non è esagerato dire che, per quanto sappiamo ora dell’universo di Chainsaw Man, ci troviamo di fronte al personaggio più forte dell’anime. Con un sorriso glaciale stermina da dietro le quinte innumerevoli ostacoli, risolvendo più d’una situazione spinosa. Un vero Deus Ex “Makima”.

Makima
(Fonte: Pinterest)
Considerazioni

Al momento, per quel che abbiamo visto, Chainsaw Man funziona. C’è poco da dire. Forse risulteremo un po’ ripetitivi, ma gran parte del merito è senza dubbio da attribuire al lavoro dello studio MAPPA. Quest’ultimo si conferma uno dei migliori produttori del momento. Dalle scene più dinamiche a quelle più splatter, le animazioni danno quel tocco di realismo che tiene incollati allo schermo.

Anche la colonna sonora è studiata nei dettagli: basta pensare al fatto che l’anime ha dodici diverse ending, una per ogni episodio della prima stagione. La storia, ancora in fase di sviluppo, non scende nel banale. La sensazione è che, ad ora, abbiamo avuto solo un assaggio di quel che Chainsaw Man ha da offrirci. I personaggi a noi piacciono, non annoiano.

Dodicesima ending di Chainsaw Man

C’è solo forse un piccolo neo: si sente un po’ la mancanza di informazioni specifiche sul mondo nel quale i nostri protagonisti si muovono. Succede ai giorni nostri? È una realtà distopica? Non è del tutto chiaro. D’altronde, non ci si può lamentare veramente d’altro.

Conclusioni

Chainsaw Man convince. Chainsaw Man piace. È finito da poco più di una settimana e la mancanza si sente già prepotentemente. Non si hanno notizie su una seconda stagione, ma dato il successo riscosso sia dall’anime che dal manga è praticamente certo che verrà rinnovato. Che dire… noi non vediamo l’ora che ritorni per poterci immergere nuovamente nella creazione di Tatsuki Fujimoto.

A cura di
Annalisa Barbieri

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Annalisa Barbieri

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