Darman torna con il nuovo album “Rifugio”

Darman torna con il nuovo album “Rifugio”
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“Rifugio” il nuovo album di Darman, dal 18 novembre è disponibile in copia fisica e su tutte le piattaforme di streaming digitale.

“Rifugio” è il quarto album di inediti di Darman. Il disco è realizzato in acustico ed è composto da 9 brani interamente scritti e arrangiati dal cantautore. “Rifugio” in quanto disco acustico cerca di allontanarsi dalle tre precedenti produzioni prettamente alternative rock con cui il musicista si è fatto conoscere al pubblico.

Il disco “Rifugio” rivela una dimensione più basica ed intima degli arrangiamenti ed i brani custodiscono gelosi l’anima introspettiva dell’artista che a sua volta impreziosisce la sua arte con scelte stilistice dolci ed intense.

L’intro stesso dell’album realizzato con la registrazione di alcuni passi, sembra voler sottolineare questo accompagnamento da parte di Darman verso un mondo più intimo in cui “Rifugio” significa accettazione dell’altro e non esclusione.

Il personale “Rifugio” di Darman

Darman stravolge coscientemente il senso etimologico della parola “Rifugio” per conferire alla stessa un’accezione opposta a quella canonica: Il vero “Rifugio” è inteso, quindi, come un senso di apertura e non di chiusura come sottolinea anche la grafica della copertina, la quale allegoricamente rappresenta un guscio d’uovo spaccato in una sorta di quello che viene definito come “ossimoro visivo”.

Una contrapposizione della vista rispetto al significato, insomma, nella riflessione fatta da Darman all’interno del suo lavoro il cui Il filo conduttore è la ricerca di un percorso di interiorità dove la conoscenza di sé stessi e della realtà attorno convivono sullo stesso piano.

Un’ apertura al mondo, infatti, ed una comunicazione con esso sottolineata anche dai riferimenti ambientali presenti in alcuni brani. Le immagini che si vengono a designare sono quelle dei paesaggi provenzali, delle onde del mare, con il quale il cantautore si identifica in “Elle”, cui nel ritornello ripete l’affermazione Je suis la mer”.

La sperimentazione sonora adottata da Darman fa sì che proprio le sonorità crude da lui perpetrate vengano impreziosite da rumori dell’ambiente come avviene in “Cicale” dove l’artista aggiunge alla base acustica, il verso delle cicale per l’appunto. Cicale che sono descritte minuziosamente tra le strofe come animali che producono “suoni di Dio, da corpi striminziti, riecheggiano, tra la coltre di rami, aggrappati al turchese misterioso”.

Il linguaggio di Darman

Darman da questi testi ci appare come un uomo che cerca di mettersi in contatto con l’universo, a tratti identificandosi in alcuni elementi naturali, a tratti volendone dare una visione poetica e ricercata. Un linguaggio che sicuramente risulta troppo complesso e articolato, ma tramite l’esecuzione acustica ci restituisce una visione intima del cosmo.

Non mancano anche i riferimenti ai ricordi, presentati in “Zabaione” e “Doposcuola“. In quest’ultimo brano in particolare, l’artista si interroga sui pensieri dell’umanità. Il testo sembra infatti essere figlio di un filosofo contemporaneo il quale ha deciso di porre in musica i suoi dubbi esistenziali.

Rifugio” racconta Darman “è un disco passionale, sentito”. Si differenzia dai precedenti in quanto spogliato delle batterie che solitamente accompagnano la produzione del cantautore. È un album nato in questi ultimi due anni di pandemia, anni complessi che inevitabilmente lo hanno indotto a guardarsi dentro ma che allo stesso tempo lo hanno spinto a congiungersi con l’esterno alla ricerca di un linguaggio comune. Vi è un tocco di intimismo in più rispetto ai lavori precedenti dell’artista, condito con grande desiderio di comunione con l’altro.

Tracklist:
  • Intro/Verso
  • Agay
  • Elle
  • Zabaione
  • Cicale
  • Doposcuola
  • L’essenza
  • Ellittica
  • Come la mente sempre più assisa
Ciò che lascia “Rifugio”

L’ album nel complesso funziona bene, tuttavia non si può negare che si tratta di un genere cantautoriale di nicchia nel panorama italiano. La musica e la presenza dell’acustico svolgono il ruolo principale, i testi in alcuni punti sembrano ricordare il vecchio cantautorato dei primi anni ’80, mentre in altri sembrano influenzati dai nomi meno mainstream dell’indie attuale.

Non è presente nel disco una canzone che cattura maggiormente l’attenzione rispetto alle altre poiché tutti i brani seppur con sonorità differenti si muovono sulla stessa lunghezza d’onda come se ci trovassimo in un potente flusso di coscienza dell’artista. Si tratta di un album riflessivo, che sicuramente non sarebbe potuto uscire in un periodo dell’anno migliore di questo.

a cura di
Marta Canu

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