Home, before and after. L’ultimo album di Regina Spektor
Regina Spektor ha realizzato il nuovo album lavorando a distanza. Ha registrato le sue parti in una chiesa sconsacrata nello stato di New York. John Congleton ha prodotto il disco dalla Californi
Più che un album di nuove canzoni “Home Before and After” è una riproposta di brani vecchi e nuovi. Ma, attenzione, non è una manciata di canzoni buttate fuori alla meglio, ma c’è un universo che le unisce. Si parla di rapporto con Dio nel brano di apertura Becoming all alone ma c’è un senso di malinconia che aleggia fra le note, che ci rimanda ai nostri dubbi esistenziali. Immaginate anche voi di bere una birra con Dio e tempestarlo di domande. Anche se mi sembra che qui in Italia Ligabue abbia avuto un’idea simile, ma vabbè.
Regina Spektor in questo disco tira fuori dal cilindro la sua arte, lucida a nuovo il suo piano e si pone tronfia a dirigere arrangiamenti elaborati per orchestra e cori celestiali. Anche se a volte si rasenta lo stucchevole, Spacetime Fairytale è una composizione di 9 minuti. Riadatta vecchie canzoni adorate dai fans come Loveology o Raindrops. Della prima da ricordare la versione registrata nel 2019 con la National Symphony Orchestra al Kennedy Center.
La musicalità va dalle soluzioni orchestrali fino a quelle accompagnate dal pianoforte. In Sugar Man ha un gradevole respiro pop, mi ricorda un po’ le ultime composizioni dei Radiohead. What Might Have Been sarebbe una canzone perfetta insierita in un musical di Broadway.
In questi anni le musiche di Regina Spektor sono state fra le più richieste fra le serie OST. Potete ascoltarla in “The Loftovers” “The Good Wife” e nella sigla originale di “Orange Is the New Black”. Una musicalità intrisa di momenti teatrali, di pace e tenzione come nella vita. Forse “Home Before and After” è l’album da cui partire per scoprire la grandezza di questa musicista e cantautrice.
a cura di
Beppe Ardito
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