La serie “Cruel Summer”: l’adolescenza in chiave thriller

La serie “Cruel Summer”: l’adolescenza in chiave thriller
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È una serie tv da vedere tutta d’un fiato, creata da Bert V. Royal, e uscita il 6 agosto su Prime Video. Segue la storia di due ragazze adolescenti negli anni ’90 e le ripercussioni sulla vita delle persone loro circostanti dopo il rapimento di una di loro.

Prodotta dalla famosa attrice Jessica Biel, “Cruel Summer” è una serie thriller psicologica che si va intensificando man mano che la storia va avanti. Ci fa rivivere delle situazioni da liceali, ma anche un evento molto più che una tipica questione adolescenziale.

La serie è ambientata in una tranquilla cittadina del Texas, dove una ragazza molto popolare e amata da tutti, un giorno scompare nel nulla. Trovata viva (era stata rapita e rinchiusa per mesi) accusa una sua coetanea di averla vista e non aver chiamato i soccorsi. Questa vicenda sarà poi devastante per tutte le persone che circondano le due adolescenti.

Molto più di una storiella

All’inizio può sembrare il classico teen drama che coinvolge le solite fazioni “nerd” contro “popolari”, ricascando nei soliti cliché. Ma in realtà è un’impressione che si ha solo nei primi due episodi. È una serie lenta quanto basta poiché nessun dettaglio è lasciato al caso, unendo tutti i puntini delle varie puntate alla fine.

A dire la verità mi sarei fermata alle prime puntate perché reputavo un po’ banale e troppo misterioso il tutto. Dopo la quarta puntata però il tutto si fa più interessante, comincia ad avere un senso e più si va avanti e più si ha fame di altri episodi.

Oltre alla trama principale, la serie affronta anche altri drammi e problemi adolescenziali e sociali, come ad esempio la paura di fare coming-out a scuola; la pressione da parte dei genitori di voler far apparire i figli perfetti e adulti invece di far godere loro l’adolescenza e far commettere i propri sbagli da soli. Pressione che non è sinonimo di attenzione. Ma anche come i figli risentano della situazione familiare e di come siano vulnerabili gli adolescenti.

Sin dall’inizio si percepisce qualcosa di misterioso nei comportamenti delle protagoniste, Jeanette (interpretata da Chiara Aurelia) e Kate (interpretata da Olivia Holt). Il tutto convergerà poi in un finale sorprendente e inaspettato: quando nell’ultima puntata pensi di aver capito tutto la situazione si ribalta e solo allora tutto il quadro sarà completo. O meglio, potresti immaginartelo in parte ma raramente le conclusioni supposte coincideranno con quelle vere. Per questo, dopo averlo visto tutto, fino all’ultimo secondo ho pensato che sia una serie da consigliare vivamente, soprattutto a persone amanti della suspense.

La vita dei personaggi in tre anni

La serie si svolge in tre anni, dal 1993 al 1995. Ogni episodio si colloca intorno ad una data precisa e ci mostra gli eventi che accadono parallelamente negli anni. Ci accorgiamo di questo passaggio tra gli anni in base ai colori, più vivaci nel ’93, neutri nel ’94 e più cupi nel ’95. È una tecnica interessante ma necessita di attenzione per non perdere il filo e ricollocare gli eventi al posto giusto.

Riferendoci solo al primo anno, i personaggi sono un po’ stereotipati: il figo della scuola che sta con la ragazza più bella, poi c’è quella che non viene mai notata e così via. Questi personaggi ovviamente cambieranno nel corso del tempo, dato che nessuno sembra essere soddisfatto delle proprie vite. Gli attori calzano a pennello con i propri ruoli; l’unica pecca è che dovrebbero rappresentare dei sedicenni ma sembrano molto più grandi.

Il personaggio di Jeanette all’inizio ti provoca un po’ pena, è la solita ragazza che invidia la vita della più “popolare”. Poi comincia a diventare un personaggio snervante guadagnandosi l’antipatia dello spettatore. Quindi si è portati a tifare per la bella Katy, che però ha anche lei qualcosa da nascondere.

Infatti tutti gli adolescenti hanno dei segreti, chi più grandi e chi meno, che tormentano le loro vite. Quelli però delle due protagoniste porteranno ad un cambiamento permanente nella loro quotidianità, coinvolgendo e a volte distruggendo intere famiglie e relazioni di ogni genere.

Il tutto è condito con una soundtrack eccezionale, fatta di canzoni risalenti a quegli anni, come la cover di “Zombie” dei The Cranberries o la rivisitazione di “Where is My Mind” dei Pixies, trasportandoti nell’era dei telefoni giganti, dei pantaloni a vita alta e salopette.

Dato il successo di questa prima stagione, è stato subito rinnovato il secondo capitolo che però non vedrà la partecipazione di Bert V Royal. Con un primo finale così, chissà cosa dobbiamo aspettarci l’estate prossima.

a cura di
Alice di Domenico

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