Letto singolo: tre libri per riprendersi il proprio spazio

Letto singolo: tre libri per riprendersi il proprio spazio
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Letto singolo nasce come invito alla lettura in solitaria ma anche come invito, per gli altri, a lasciare il nostro spazio per il tempo che riteniamo necessario. Lo abbiamo realizzato su Instagram, in una diretta con la Difficile libreria.

La lettura è solitudine. Si legge da soli anche quando si è in due.

Italo Calvino

Molto spesso, in spiaggia o su un prato, mentre leggete, si palesa quella figura che vi crea ombra e vi disturba: è il curiosone, l’ombra che diventa concreta e vi chiede:
«Cosa stai leggendo?».

Letto singolo: “Topografia”, di Sylvie Richterová

Rina edizioni, la casa editrice nata poco più di un anno fa, si propone come una voce fuori dal coro, con un manifesto fruibile da chiunque per esprimere i suoi intenti e i suoi ideali. Si legge:
Rina ha un progetto ben preciso: recuperare scrittrici “dimenticate”, riportando alla luce l’esperienza e il contributo di quelle donne dalla voce coraggiosa, che sono state estromesse dal canone letterario e obliate.
L’autrice, Sylvie Richterová, è nata e cresciuta in Moravia, la parte sud-est della Repubblica Ceca, ex Cecoslovacchia. Topografia viene pubblicato per la prima volta nel 1981 come samizdat, ovvero dattiloscritto e diffuso clandestinamente a causa della censura del regime. Nel 1986 riappare in Italia nella “collana praghese” diretta da Kundera. 

A parlare sembra essere una donna che torna a recuperare pezzi di vita nei cassetti della memoria. Lo stile ricorda quello dei flussi di coscienza, come per esempio – ma senza fare paragoni –  L’autoritratto in blu, di Noemi Lefebvre, Safarà edizioni.

Topografia è un viaggio dal proprio Io verso l’essenza di quello che l’Io ha vissuto, dove l’Io individuale si perde per farci toccare l’esistenza umana, le sue possibilità universali.

Milan Kundera

​Corre veloce e coinvolge il lettore nei suoi pensieri al punto che ci si può perdere. Si parte dal viaggio verso la Jugoslavia perché bisogna raggiungere il mare per le vacanze e si passa al problema logistico del trasporto, poi la tenda sotto il sole caldo, un Dürer da vendere a Parigi per recuperare qualche soldo e un bambino nato “nero come un’ombra”, dice lei.

Topografia, di Sylvie Richterová. Rina Edizioni. Foto da internet.

Si percepisce la rassegnazione infantile di chi non capisce cosa accade ma ne è solo spettatore, si sente la condizione di esilio, di difficoltà nel vivere senza preoccupazioni. Periodi lunghi come pensieri e capovolgimenti che creano un ritmo serrato che non annoia, come se non ci fossero punti morti, come se fosse necessario tirar fuori tutto prima di dimenticare o, peggio ancora, prima che non ci sia più tempo.

Perché suggerirlo per Letto singolo? Perché si legge da soli anche quando si è in due e un romanzo così è una lettura personale, quasi intima se si pensa a quel bambino che osserva da fuori e racconta.

Letto singolo: “Mandibula”, di Mónica Ojeda

Edito da Alessandro Polidoro Editore e uscito a Febbraio 2021, sono 320 pagine circa di cattiveria, di oppressione e di frustrazione. Una professoressa di una scuola femminile sequestra una studentessa. Il lettore è completamente spaesato quando ne viene a conoscenza, senza giri di parole. Elementi comuni della letteratura contemporanea come scuola, ragazze adolescenti e insegnanti, nutrono un buco nero che divora tutto espandendosi. L’immagine che resta fissa è quella di un caimano che sputa le ossa di ciò che si è appena divorato. Un indovinello risuona di tanto in tanto.

Qual è l’unico animale che nasce da sua figlia e concepisce sua madre?

Un thriller psicologico che distrae e attrae come potrebbe fare Sto pensando di finirla qui, di Iain Reid, che trattiene il lettore fisso sulle pagine, col fiato sospeso e ti imbarazza.

Mandibula, di Mónica Ojeda edito Alessandro Polidoro Editore. Foto di Ylenia Del Giudice

Una figura presente in ogni forma, quella della madre: madre che divora e si lascia divorare, una madre assente e una che non sarebbe dovuta diventare madre per non condannare a morte una giovane donna senza identità.

Nessuno dovrebbe essere obbligato a prendersi cura di qualcun altro, pensò Fernanda. Immaginando una donna mostro con il ventre che si espande come l’universo.

Perché suggerirlo per Letto singolo? Perché mettere in discussione la figura materna parlando anche di patologia è difficile, ancora oggi. Soprattutto se si è in spiaggia seduti vicino alla famiglia ibrida Fantozzi-Brambilla. 

Letto singolo: “L’amore muto”, di Pia Rimini

L’ultimo titolo consigliato chiude un cerchio come fosse Le tre età di Klimt. L’amore muto di Pia Rimini, pubblicato a Giugno 2021 da Readerforblind, è il ritorno a le polveri che abbiamo dimenticato di cui abbiamo spesso bisogno.

Pia Rimini è una scrittrice del 1900, scomparsa nel 1944 su un treno diretto ad Auschwitz. Cattolica, battezzata, ma col cognome ebreo. Nel 1929 pubblica la raccolta di racconti che oggi ha il nome di L’amore muto. Readerforblind arricchisce il volume inserendo un racconto facente parte di una pubblicazione degli anni ’20/’30 apparsa su Le Grandi Firme, una rivista di letteratura. 

Si tratta di racconti più o meno brevi con uno stile familiare nonostante gli anni che ci separano: le vie dei nostri paesini, quella polvere masticata sfogliando le vite di anni andati, l’impostazione meno contemporanea e più vicina alla poetica di Antonia Pozzi rendono questa raccolta degna di esser riscoperta. Il fil rouge è indubbiamente l’amore, ma il sentimento, così come potrebbe essere il tradimento in Mentiras o l’amore in Di cosa parliamo quando parliamo d’amore di Carver o la parafilia in Petali e altri racconti scomodi della Nettel, assume forme completamente diverse. 

E con quel letto forestiero in cucina, entrò nella casa l’odio: e stava fra loro, sempre: ora cupo, torvo, a fronte bassa; ora teso a scagliare parole taglienti, con la bocca avvelenata.

L’amore diventa un pretesto per entrare nelle vite delle persone e raccontarne emozioni. I personaggi dei racconti sono costruiti prima di pancia; Pia Rimini mostra l’umanità in corpi che sarebbero solo vuoti, altrimenti. Ne illumina momenti, come quello in cui tocchiamo la sofferenza vera, fisica e mentale: una donna a letto, un aborto, lei che vorrebbe bere ma si volta, guarda il bicchiere e aspetta. Assaporare il sentimento goccia dopo goccia senza trascurare il dolore che l’amore stesso può provocare.

Perché suggerirlo per Letto singolo? Perché parlare di letteratura italiana del 1929, di racconti scritti in una lingua formale e lontana dal nostro attuale sistema di comunicazione, è un rischio. Un motivo in più per poter leggere da soli.

a cura di
Ylenia Del Giudice

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Ylenia Del Giudice

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