Le chiese sì e i teatri no. Qualcuno ci spieghi perché

Le chiese sì e i teatri no. Qualcuno ci spieghi perché
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Per la domenica di Pasqua riapre il cinema! Sì, ma solo per la messa Pasquale. Come in tutte le Chiese.

Non è bastato il selfie del parroco di Trani durante la messa della domenica delle palme. Non è bastato nemmeno vedere le chiese piene e la gente accalcata fuori che spintonava per entrare il giorno di Pasqua.

Ora siamo arrivati al paradosso più assurdo: a Fiorano Modenese è stato possibile assistere ad una messa dentro un cinema.

Sì, avete capito bene. Non si possono andare a vedere film, non si può andare a teatro, nemmeno distanziati, non si può assistere ad un concerto, ma se c’è di mezzo una messa vale tutto, sia stare ammassati nei banchi in chiesa che aprire le porte di un cinema parrocchiale per far assistere alla funzione.

Paese laico?

Se l’Italia fosse davvero un Paese laico, come sancito dalla nostra Costituzione, ci sarebbe stata una levata di scudi delle istituzioni e della popolazione contro quello che è letteralmente un affronto alla situazione che tutti noi ma che soprattutto migliaia di lavoratori dello spettacolo stanno vivendo da oltre un anno.

Ma siccome la nostra è una nazione che, seppur indipendente, viene quotidianamente influenzata pesantemente da quello che a tutti gli effetti è uno Stato estero, ovvero la Città del Vaticano, ci siamo dovuti perfino subire l’umiliazione della giustificazione del parroco di Fiorano, Don Antonio Lumare, che ha rilasciato queste dichiarazioni:

«Il Dpcm vieta le attività teatrali e cinematografiche, ma noi non abbiamo fatto né l’una né l’altra»,

ammettendo candidamente di non aver nemmeno chiesto l’autorizzazione per l’utilizzo.

D’altronde, viste le dichiarazioni del Sindaco di Fiorano, Francesco Tosi (PD), un’eventuale richiesta di utilizzo della sala sarebbe stata una pura formalità, e queste parole spiegano il totale asservimento delle istituzioni del nostro Paese all’enorme bacino di voti che è in grado di spostare la Chiesa:

«È una questione nominalistica, il locale si chiama Cinema Teatro Primavera ma da tempo l’immobile non viene utilizzato per l’attività cinematografica. All’interno dell’immobile sono state utilizzate tutte le misure identiche a quelle adottate in chiesa, le regole sono state rispettate. Il fatto che anche le attività teatrali potrebbero essere riprese in sicurezza è un discorso diverso, da valutare e sui quale potrei eventualmente anche essere d’accordo. Ma si tratta di due cose completamente separate».

Quindi il Sindaco ci vuole spiegare che se si sta in una sala cinematografica a vedere la messa sullo schermo è diverso dal vedere un film anzi, per usare le sue stesse parole “sono due cose completamente separate”.

Il virus e la religione

Evidentemente lui deve avere degli studi scientifici che a noi non sono pervenuti riguardo l’ateismo del Covid, che quindi non frequenterebbe luoghi dove si praticano riti religiosi, ma deve essere piuttosto un virus che ama la cultura e che quindi possiamo trovare seduto accanto a noi se guardiamo un film, assistiamo ad un concerto o ad una rappresentazione teatrale.

Senza contare, ovviamente, che chi frequenta maggiormente la Chiesa è proprio la fascia di popolazione più a rischio, che dovrebbe comunque cercare di evitare gli assembramenti e stare in casa il più possibile per non mettere a repentaglio la propria vita, nonostante i luoghi di culto siano aperti.

Perché va bene pensare che pregare avvicini al Signore, ma se per caso uno di loro dovesse beccarsi il Covid a messa ci sarebbero forti possibilità di arrivare direttamente al suo cospetto.

Rimaniamo quindi in attesa di avere ulteriori spiegazioni che ci possano far chiaramente capire come dentro una chiesa siamo più al sicuro rispetto ad un teatro o un cinema.

Oltretutto vorremmo sapere in quale delle attività necessarie rientra il dover partecipare ad una messa e dover quindi tenere le Chiese aperte e i teatri chiusi, visto che in un paese, lo ripetiamo, laico, una messa davanti ai fedeli deve avere la stessa importanza di una qualsiasi pièce teatrale davanti ad un pubblico.

a cura di
Andrea Giovannetti

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Andrea Giovannetti

Nato a Roma nel 1984, ma vivo a Venezia per lavoro. Musicista e cantante per passione e per diletto, completamente autodidatta, mi rilasso suonando la chitarra e la batteria. Nel tempo libero ascolto tanta musica e cerco di vedere quanti più concerti possibili, perchè sono convinto che la musica dal vivo abbia tutto un altro sapore. Mi piace viaggiare, e per dirla con le parole di Nietzsche (che dice? boh!): "Senza musica la vita sarebbe un errore".

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