La nostra vita quotidiana raccontata dagli scarabocchi di Nicola Madonia

La nostra vita quotidiana raccontata dagli scarabocchi di Nicola Madonia
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Il profilo Instagram di Nicola Madonia è un posto davvero fantastico perché attraverso i suoi personaggi e le sue vignette riesce a descrivere perfettamente questa nostra generazione tra disagi e paure e lo fa con quella sottile ironia che fa sorridere ma allo stesso tempo anche riflettere.

Parola chiave: semplicità.

Nico ha 26 anni e la straordinaria capacità di arrivare sempre dritto al punto con delle semplici linee e altrettanto semplici “battute” ed è facile rispecchiarsi nelle sue vignette perché tutti noi viviamo o abbiamo vissuto completamente o in parte quel “disagio” messo nero su bianco e tutti noi molto spesso non riusciamo ad esternare ciò che proviamo per il timore di non essere compresi.

Con lui, magicamente, tutti questi timori crollano perché ogni sua illustrazione ti fa pensare: “Okay, non solo solo/a” c’è qualcuno che si sente esattamente come me.

Ecco cosa ci ha raccontato…

Partendo dal principio e dalla prima frase che si legge cliccando sul tuo sito “Benvenuti nel mio schifo” ci racconti un po’ chi sei e quali sono le cose che fanno parte di questo tuo bellissimo “schifo”?

Un normalissimo disagiato, così come può esserlo chiunque altro che a 26 anni vive ancora tra mille paure e insicurezze, cercando il modo meno sbagliato per approcciarsi alla vita. L’unica differenza è che molti sta condizione di disagio la tengono per sé, io per sfortuna del mondo intero, invece, mi limito a condividerla attraverso scarabocchi brutti.

“Scarabocchi cose” ma lo fai molto bene, illustrando pensieri e concetti ideali per qualunque tipo di persona e lo fai con un’ironia e auto-ironia incredibile. Quando hai scoperto questa passione per gli “scarabocchi” e come l’hai portata avanti?

Ho cominciato a scarabocchiare un po’ per passatempo e un po’ per esigenza, poco più di due anni fa. Inizialmente erano cose strettamente personali che tuttora conservo in un cassetto al sicuro da tutti, anche da me stesso. Non ho seguito un processo vero e proprio per creare questo progetto, mi sono limitato semplicemente ad adattare gli scarabocchi attraverso due personaggi in modo da renderli più “commerciali”, il tutto senza mai avere nessun tipo di formazione a riguardo (eccovi spiegato perché non so disegnare le mani). 

E dopo un po’ di pippe mentali dovute alla paura di mettermi in pasto alle persone per la prima volta, ho pubblicato una vignetta, così, giusto per capire che reazioni provocava in quella centinaia di persone che già mi seguivano non so per quale motivo. Se nessuno l’avesse cagata probabilmente tutto sarebbe morto lì e ora queste domande sarebbero state dirette a qualcun altro.

I social sono senza dubbio un palcoscenico sempre più importante per disegnatori,illustratori e artisti in generale. Cosa ci puoi dire della tua esperienza personale a tal proposito e come vivi il tuo rapporto con i social network e il tuo pubblico?

Devo tutto ai social. Senza di essi sicuramente sarebbe stato molto più difficile riuscire ad emergere, o più semplicemente riuscire a mostrare ciò che produco a qualcuno (specie se vivi in un paesino di 6.000 persone e le opportunità per mostrarsi, soprattutto in questi settori, sono praticamente nulle). Instagram mi ha permesso di entrare in contatto con migliaia di sconosciuti, leggendo le loro impressioni, le loro sensazioni. Molti di loro senza saperlo, con quello che mi hanno scritto, spesso mi hanno migliorato giornate di merda.

Di recente hai anche sostenuto Art is Resistance, il progetto di beneficenza ideato da@collater.al per aiutare la regione Lombardia a fronteggiare l’emergenza covid-19 e questo periodo di quarantena ci hai tenuto compagnia.
Quali sono stati aspetti negativi e/o positivi a livello creativo per te?

Innegabilmente è stato un periodo abbastanza complicato. Dover produrre in mancanza di stimoli positivi, in mancanza di distrazioni, chiuso tra quattro mura non è semplice, almeno per me.Ho dovuto adattare un attimino il mio modo di disegnare a questo periodo.

Se la vera “forza” dei miei scarabocchi era sempre stata la loro immediatezza, con frasi brevi di vita quotidiana che non prevedevano alcuna perdita di tempo nel comprenderle, negli ultimi due mesi ho creato molte più tavole raccontate, parlate. Di sicuro questo mi ha avvicinato un po’ di più al mondo vero dei fumetti, provandovi a raccontare con un po’ di leggerezza anche temi che di leggerezza non ne hanno. E non nego che mi piace molto di più lavorare così.

Poster- tele-felpe- accessori e tanto altro ancora, cos’altro dobbiamo aspettarci da Nico Madonia, stai lavorando a qualche altro progetto? Collaborazioni?

No no no, non aspettatevi nulla da me vi prego, che sennò poi iniziano le domande scomode e l’ansia mi divora. Posso soltanto dirvi che un paio di cose in programma ci sono. Ma preferisco non dirvele, sia perché sono scaramantico ma soprattutto perché se non sapete di che se tratta non potete manco sapere se ho toppato e accantonato quella cosa. Vi lascio con la speranza di tanti schifosi effetti sorpresa.

a cura di
Claudia Venuti

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Claudia Venuti

Claudia Venuti nasce ad Avellino nel 1987, a 14 anni si trasferisce a Rimini, dove attualmente vive e lavora. Oltre ad essere il responsabile editoriale della sezione musica di TheSoundcheck, è responsabile dell’area letteratura dell’ufficio stampa Sound Communication. Studia presso la Scuola Superiore Europea di Counseling professionale. Inguaribile romantica e sognatrice cronica, ama la musica, i viaggi senza meta, scovare nuovi talenti e sottolineare frasi nei libri. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, la sua più grande passione è la scrittura. Dopo il successo della trilogia #passidimia, ha pubblicato il suo quarto romanzo: “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio” con la casa editrice Sperling & Kupfen del Gruppo Mondadori.

3 pensieri su “La nostra vita quotidiana raccontata dagli scarabocchi di Nicola Madonia

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