Subsonica – PalaUnical, Mantova – 3 aprile 2024

Subsonica – PalaUnical, Mantova – 3 aprile 2024
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I redivivi Subsonica sono in giro per l’Italia per promuovere il nuovo album “Realtà aumentata”. Da band sull’orlo dello scioglimento a gruppo nuovamente coeso, ecco come è andata al PalaUnical di Mantova

Hanno rischiato di mettere un punto fermo perentorio e definitivo alla propria carriera. Poi, complice un po’ di saggezza, complice la voglia di provare ancora se l’alchimia tra entità così forti potesse continuare a esistere, a gennaio è spuntato fuori “Realtà aumentata”, letteralmente la rinascita dei Subsonica.

Una rinascita che trasforma la realtà

Subsonica che ieri sera si sono presentati in un PalaUnical di Mantova pieno e rumorosissimo grazie alle urla dei tantissimi fan accorsi per l’occasione. Dal buio, d’improvviso delle luci rossastre tendono ad illuminare il grande palco semovente. Parte “Cani umani”, seguita da “Mattino di luce”. La band sembra divertita, un po’ emozionata: probabilmente in questo tour, il primo organizzato da Live Nation, Boosta, Samuel e soci si rendono conto, data dopo data, che separarsi in maniera definitiva sarebbe stata una cazzata di proporzioni gargantuesche.

No, non è un fantasma. O forse sì…?

Il palco, dicevamo. Semovente. I megaschermi, tre per l’esattezza, anche questi semoventi, giocano un ruolo cruciale per lo spettacolo. D’altronde l’album si chiama “Realtà aumentata” e i Subsonica hanno ben pensato di trasporre anche nei palazzetti questo concetto. Oltre allo spettacolo di vedere pedane che si alzano e si abbassano, i maxi schermi di tanto in tanto si frappongono fra i musicisti e la platea, immergendo Samuel e compagnia sonante in una vera e propria realtà virtuale aumentata con effetti, geometrie ed entità che sembrano provenire da un’altra dimensione. A tratti un trip lucido senza ausilio di sostanze particolari.

Un’allegra combriccola

I Subsonica non sono soli. Sul palco compaiono alcuni ospiti, come Ensi per cantare “Il cielo su Torino”, raggiunto poco dopo da Willie Peyote per “Scoppia la bolla”. A un certo punto avranno pensato “Ma sì, facciamo riposare Samuel e prendiamoci un po’ la scena”, cantando quindi “Numero uno” di Ensi. La sensazione, sottopalco, è quella di vedere un’allegra rimpatriata tra amici (il tutto sempre sotto trip lucido senza ausilio di alcun tipo di acido), tanto da cantare “Aspettando il Sole” di Neffa non appena Samuel compare nuovamente sul palco.

Sinergia, energia e furore fino alla fine, fino alle ultime note di “Odore”, “Tutti i miei sbagli” e “Strade”. I Subsonica salutano il pubblico, il pubblico saluta i Subsonica. Sguardi felici, soddisfatti. Non diciamo commossi, ma carichi di un’emozione positiva, l’emozione di chi ha piacere di vedere di nuovo degli amici che hanno passato qualche momento un po’ critico, ma dal quale sono usciti con le spalle ancora più larghe di prima.

Lo sguardo di chi ha il pubblico in pugno
Domande e risposte

Boosta aveva un dubbio, aveva delle domande: “Valeva la pena aspettare? Abbiamo fatto bene a non scioglierci?”. La risposta a questa domanda è tutta nell’entusiasmo del pubblico mantovano. Sì, valeva la pena aspettare. Sì, avete fatto bene a non sciogliere i Subsonica.

Bentornati.

La scaletta
  1. Casi umani
  2. Mattino di luce
  3. Pugno di sabbia
  4. Africa su Marte
  5. Cose che non ho
  6. Veleno
  7. Aurora sogna
  8. Liberi tutti
  9. La glaciazione
  10. Discolabirinto
  11. Nuvole rapide
  12. Centro della fiamma
  13. Missili e droni
  14. Dentro i miei vuoti
  15. Giungla nord
  16. Universo
  17. Il cielo su Torino
  18. Scoppia la bolla
  19. Numero uno
  20. Aspettando il sole
  21. Nessuna colpa
  22. Il diluvio
  23. Lazzaro
  24. Benzina Oghoshi
  25. Odore
  26. Tutti i miei sbagli
  27. Strade

a cura di
Andrea Mariano
foto di
Mirko Fava

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Mirko Fava

Mirko Fava nasce a Parma il 23/04/1991. Ha un diploma da geometra che ha usato per poco tempo, prima di diventare impiegato. Ha cominciato ad appassionarsi di musica negli anni delle superiori ed è andato alsuo primo concerto nel 2007, portandosi dietro una delle prime digitali compatte di suo padre, ottenendo scarsissimi risultati. La passione per la fotografia è cominciata parallelamente a quella per i concerti, anche se a tutti gli effetti si è sviluppata definitivamente dopo qualche anno. La macchina fotografica lo accompagna anche in viaggio, alla costante esplorazione del mondo. Tutte passioni economiche, in pratica.

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