Dieci anni di XO la Factory
XO la factory, un traguardo da dieci candeline. Dieci candeline sono tante, soprattutto in un periodo storico come questo in cui ai musicisti è richiesto tanto a livello di mercato
XO la factory nasce dieci anni fa lungo l’asse Puglia-Veneto da due musicisti (o presunti tali) che oggi chiameremmo indie, nasce perché avevano un sogno e perché tutto quello che avevano imparato sulla lo volevamo regalare a qualcuno.
Fine ultimo e importantissimo: volevano accudire, custodire e proporre musica buona, musica giusta, quella musica capace di salvarci più volte la vita. E in dieci anni di vita il loro catalogo vanta circa sessanta produzioni tra dischi, ep e singoli di band e musicisti sparsi per tutto lo stivale e non solo.
Abbiamo Intervistato Giuseppe Gioia il manager di XO la factory e vi ricordiamo l’uscita della compilation creata in onore di questo evento. Una compilation in cui troviamo: Blumosso, Walter Celi, Buckingum Palace, Le urla, Molla, Malmö, Luk, Lunar Dump e altri.
L’intervista
Siamo giunti a 10 candeline sulla torta per la XO la Factory, a bruciapelo ti chiedo: se dovessi tornare indietro rifaresti tutto da capo?
Me lo sono chiesto e me lo chiedo spesso, quasi come se fosse un mantra da ripetere dentro, in alcuni momenti di sconforto magari mi sono maledetto, ma dura poco, pochissimo; quindi sì rifarei esattamente tutto da capo, perché senza questo forse non sarei quello che sono ora, non sarei io, nel bene e nel male.
Cosa è cambiato nel panorama musicale in questi dieci anni, in positivo e in negativo, secondo te?
Credo che per risponderti degnamente a una domanda come questa non basterebbero interi pomeriggi, inevitabilmente qualcosa è cambiato ed è giusto che sia così perché noi stessi siamo fatti di cambiamenti e senza di quelli perderemmo la nostra intera essenza. Cambiamenti ne abbiamo visti tantissimi e in mezzo c’è stato quello sconvolgimento totale di una pandemia mondiale.
Ecco forse il cambiamento più grande è quello del pubblico, non voglio fare sterili polemiche, anche perché credo che il covid abbia influito tanto, ma il pubblico è cambiato o meglio il pubblico è un po’ scomparso.
Eventi e situazioni che anni fa funzionavano tanto ora forse non esisterebbero più, tanti club hanno mollato, molti concerti vanno deserti. Non so precisamente da cosa dipenda, chi sia il colpevole anche perché di solito la colpa e i motivi sono tanti, ma è successo.
Cosa avete organizzato per festeggiare questo traguardo importante e quali nuovi obiettivi ha XO la Factory in caldo per il futuro?
In realtà i festeggiamenti abbiamo deciso di allungarli in più momenti e li sveleremo man mano: partiamo con l’uscita discografica di questa compilation e nei prossimi mesi annunceremo altre sorprese di cui al momento non posso dirvi niente.
L’obiettivo che abbiamo sembrerà banale è sempre lo stesso: continuare a produrre musica che ci piace, di qualità, supportare artisti che il mainstream magari si perde e che sono come tanti diamanti grezzi che aspettano soltanto di essere colti, difesi ed accuditi come abbiamo sempre cercato di fare.
Come i social hanno aiutato o meno la crescita dell’azienda e quanto peso secondo voi hanno nel mercato discografico oggi?
I social hanno peso su tutto oramai che ci piaccia o meno, non solo sul mercato discografico e sicuramente ci hanno aiutato tantissimo soprattutto in attività come quelle del booking, organizzazione di tour e ufficio stampa, senza di questo sarebbe stato davvero molto più complicato.
Domanda forse scomoda: qual è il vostro cavallo di battaglia al momento?
Bella domanda, mah se devo pensare a una canzone che in questo momento sia il nostro cavallo di battaglia ti direi “Casa mia” di Ghali lontanissima magari come sound e genere musicale rispetto a quello che abbiamo sempre prodotto, ma quello che rappresenta, il racconto che ha dentro di se e come è stata presentata al pubblico credo che in qualche modo rifletta molto il nostro modo di fare.