Yassmine Jabrane ci racconta “Lady D”

Yassmine Jabrane ci racconta “Lady D”
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Yassmine Jabrane è una delle voci più interessanti del panorama nazionale: identità da vendere e una proposta musicale che sa tenersi in equilibrio fra mondi distanti. Potevamo non fare qualche domanda all’artista? Ovviamente no, soprattutto perché “Lady D” è la conferma di una qualità che dopo la pubblicazione di “Bazaar”, ormai un anno fa, ci era mancata eccome.

Benvenuta sulle nostre colonne, Yassmine. Allora, vuoi raccontarci di che cosa parla la tua “Lady D”?

Grazie a voi per questo spazio! Lady D è paradossalmente la mia insicurezza più grande in amore: la paura di trasformarmi in una persona che non sappia più vedere il lato positivo nelle cose.

Era da un poche non sentivamo parlare di te. Che cosa è successo in questi mesi di silenzio?

Molto in realtà! Ho riordinato le idee, e organizzato la mia testa che molto spesso non riesce ad essere così diligente quando si tratta di musica. Ho portato i miei brani in giro quest’estate conoscendo tante belle realtà, ed ho raccolto tante storie.

I tuoi precedenti singoli mostravano una tua predilezione per la contaminazione fra linguaggi musicali diversi: quali sono i tuoi principali riferimenti artistici e musicali?

Adoro molto le colonne sonore dei cartoni animati, quindi sicuramente un ascolto che mi ha accompagnato molto di recente è stato più o meno qualsiasi lavoro di Lin-Manuel Miranda. Direi che specialmente la colonna sonora di Encanto mi ha molto stregata! In generale, di getto direi che le mie influenze maggiori sono Taylor Swift, Lorde e Rosalia.

In “Lady D” emerge una figura femminile capace di liberarsi dalle proprie catene. Come si fa a liberarsi da una relazione tossica?

Le soluzioni potrebbero essere molteplici ma credo il primo passo sia chiedere aiuto. Chi ci vuole bene e vuole veramente il nostro bene saprà accoglierci e guidarci verso l’uscita.

Sembra che per te la musica abbia una funzione fortemente terapeutica. È così? Qual è il motivo per il quale scrivi?

Si, esattamente. Trovo nella scrittura le concessioni che non mi permetto nella vita quotidiana. Non sono una persona che parla molto di se, tendo molto di più ad ascoltare e assorbire, e quindi poi mi trovo in necessità di sfogo; e così la scrittura arriva e apre i rubinetti e mi aiuta a canalizzare tutto.

Bene, Yassmine! Grazie per il tuo tempo e speriamo di risentirci presto: cosa bolle in pentola?

Grazie a voi! Per i miei standard dire che la pentola bolle molto, credo ci risentiremo presto con qualche nuovo brano!

a cura di
Redazione

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