Ivano Icardi: “Unconventional” e la magia della chitarra

Ivano Icardi: “Unconventional” e la magia della chitarra
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Disponibile dal 12 ottobre sulle piattaforme di streaming digitale, l’album “Unconventional” il nuovo lavoro del chitarrista e compositore Ivano Icardi. Un viaggio sonoro fra contemporary e progressive jazz tutto da scoprire, in un perfetto mix fra suggestioni emotive e abilità tecnica.

In questo nuovo e affascinante progetto Ivano icardi ha al suo fianco una sezione ritmica di tutto rispetto. si tratta di Elio Ravagli alla batteria (che vanta collaborazioni con Renato Zero, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Claudio Baglioni, Fabrizio De Andre e moltissimi altri artisti della scena nazionale ed internazionale POP, e nel jazz con Paolo Fresu, Flavio Boltro, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli) e Riccardo Fioravanti al contrabbasso (uno dei massimi esponenti della musica jazz Italiana, che ha affiancato artisti come Ray Charles, Stevie Wonder, Franco Cerri, Ennio Morricone, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso e moltissimi altri).

Con questa formazione vincente Ivano Icardi ha libertà di movimento spaziando verso sonorità aperte e dense di colori. Il risultato si sviluppa in uno stile molto aperto armonicamente. Qua e la si sentono virtuosismi ma mai fini a se stessi. E’ evidente una base blues che crea atmosfere coinvolgenti. “Babylon” è una delle tracce più ricca di intenzioni e di intesa fra i musicisti. Mentre “Ines” e “Nights” hanno una forte componente melodica. Quest’ultimo brano, in particolare, è arricchito a livello sonoro di riverberi e delay che arricchiscono il suono.

Abbiamo voluto fare qualche domanda a Ivano Icardi per chiedere a lui le sensazioni e la storia di questo suo nuovo progetto.

L’ album “Uncoventional” presenta una ricerca sonora soprattutto di armonie. Come avviene ilprocesso compositivo? Improvvisazione in studio coi componenti o esecuzione di branicomposti originariamente da te?

“Unconventional” è il risultato di un meticoloso processo di scrittura e composizione, frutto di un considerevole impegno dedicato alla ricerca e alla sperimentazione sonora e armonica. Le parti di assolo,interpretate sia da me che da Fioravanti, sono naturalmente improvvisate, ma ogni altro elemento dell’album è stato attentamente composto e orchestrato.
A tal proposito l’editore Volontè & Co. mi ha chiesto di scrivere un libro che approfondisse il processo creativo di questo album. Il titolo del libro sarà “Unconventional – un viaggio nell’arte della chitarra moderna”. Oltre a includere tutte le trascrizioni per chitarra, il libro offrirà un dettagliato resoconto su come sia stato concepito e realizzato l’intero album.

Una tua caratteristica è la capacità di non fare distinzioni musicali. Il tuo stile è talentuoso ma si sente una notevole radice blues ad esempio. Non credi che il fatto di essere poliedrici sia una dote molto rara, soprattutto fra i musicisti italiani?

Ritengo che nel nostro Paese i musicisti della mia generazione fossero inevitabilmente poliedrici. Siamo cresciuti adattandoci alle esigenze più varie ed in un mercato relativamente piccolo, ci siamo trovati a dover imparare a fare di tutto pur di ampliare le opportunità di lavoro. Successivamente, naturalmente, ci si specializzava, ma molti dei miei colleghi della mia generazione sono in grado di destreggiarsi agilmente tra diversi generi musicali. Tuttavia, oggi le dinamiche sono radicalmente cambiate: il panorama musicale è diventato notevolmente settorializzato e i musicisti tendono ad essere etichettati in base al genere che
interpretano. Onestamente, trovo che questa catalogazione sia un po’ riduttiva, ma come si suol dire, i tempi cambiano.

La chitarra è uno strumento che è stato molto bistrattato negli ultimi anni. Cosa diresti ad un ragazzo per convincerlo ad approcciarsi allo strumento?

La chitarra spesso non riceve l’attenzione che merita nella musica mainstream o nell’intrattenimento di massa, ma noto che sta vivendo una sorta di rinascita grazie a numerosi musicisti più orientati al”sociale” che l’hanno riportata in primo piano. Personalmente, eviterei di consigliare o dire qualcosa a un ragazzo che si avvicina a questo strumento. Suonare la chitarra è un’esperienza che va sentita, è un innamoramento, un rapporto intimo da sviluppare. Deve diventare qualcosa che guardi con gli occhi dell’amore, simile a come osserveresti la persona amata. In questo modo, sei già sulla strada giusta.

Il panorama musicale italiano di strumentisti è ricco di talenti. Credi che anche in questo settore ci sia la fuga all’estero verso paesi che offrono prospettive di lavoro e creatività migliori?

Non più… l’espatrio è stato un fenomeno degli anni ’90, seguito sovente da un mesto ritorno in patria solo per scoprire che la musica è uguale in tutto il mondo. Non esistono luoghi dove la musica sia contestualizzata in modo significativamente migliore; sono solo voci infondate. È sufficiente viaggiare un po’ per il mondo per accorgersene. Tuttavia, in alcuni paesi, l’arte e la cultura sono autenticamente apprezzate. Nel nostro paese, l’arte abbonda, ed è per questo che viene spesso bistrattata. Nell’era dei social, il talentuoso musicista di un piccolo paesino ha la possibilità di farsi conoscere a livello globale. Quindi, a cosa servirebbe spostarsi al giorno d’oggi?

Quali chitarristi sono,o sono stati, fonte di ispirazione per costruire il tuo suono?

Sono tutti e nessuno. La mia pratica musicale è stata sempre più orientata all’ascolto che all’imitazione, consentendomi così di sviluppare una voce personale sullo strumento. Il titolo dell’album,”Unconventional”, riflette anche ciò che spesso sento dire riguardo al mio modo di suonare: “non convenzionale”.

I tuoi cinque dischi di “guitar player” da isola deserta?

Naturalmente la scelta dei miei preferiti è un compito arduo considerando la vastità di opzioni. Tuttavia cinque che hanno lasciato un’impronta duratura nella mia memoria, spaziando dal passato remoto al periodo più recente potrebbero essere:. Pat Metheny con “The Road To You” (live), Julian Lage con “View With a Room”, Plini con “Handmade Cities”, Steve Vai con “Passion & Warfare” e Mike Oldfield con”Voyager” sono tra le opere che mi hanno tenuto compagnia nel corso del tempo.

Hai in programma un tour promozionale del disco e, se sì, quali sono le date in programma?

Il tour è attualmente in fase di preparazione e si estenderà per l’intero 2024. Vi invito a seguirmi sui miei canali social per rimanere costantemente aggiornati sulle date e per acquistare i biglietti.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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