Cristoforetti: il cantautore dall’anima rock racconta il suo nuovo brano

Cristoforetti: il cantautore dall’anima rock racconta il suo nuovo brano
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Dopo oltre 500 concerti e dopo aver aperto per 3 volte i live di Vasco Rossi, il cantautore dall’anima rock Cristoforetti torna sulle scene con il nuovo brano “Tutto in un brivido”.

Biografia

Nato il 14 gennaio del 1989 a Avio (Trento), Cristoforetti, al secolo Michele Cristoforetti, all’età di sedici anni inizia il suo percorso nella musica da autodidatta suonando la chitarra per poi consolidare la sua formazione musicale con la nascita nel 2008 della sua prima band. 

Il 2014 e il 2015 lo vedono protagonista della prima tournée teatrale in cui presenta dal vivo il suo primo album “Muoviti”. La scaletta dei concerti del tour “Rock d’autore” del 2016 è composta da una serie di brani dall’anima cantautorale unita a un’immancabile vena rock: “L’Album delle Pose” (2015), “Il mio tempo” (2016), “Sigaro Cubano” (2016), “Muoviti (Remastered)” (2016) e “Capita che (Remastered)” (2017).

Nel 2018 è in giro per l’Italia con Anime salve tour”, una tournée in cui reinterpreta i brani contenuti nell’omonimo album di Fabrizio De André edito nel 1996. Nel 2018 è uscito il suo ultimo EP, “Ancora qui”. Oltre a pubblicare i singoli “Blake” e “Notti”, nel 2021 dedica il brano “Come stai (Per te Chico)” a Chico Forti, ex produttore televisivo e velista italiano detenuto in un carcere della Florida.

Nel 2022 ha pubblicato 6 singoli, “Blake”, “Notti”, “Mania”, “Bella paura”, “Libera”, “Live”, “Come si fa” e “Esagerato” e nel febbraio dello stato anno è stato invitato ad esibirsi con il suo brano “Notti” presso il Live Box di Casa Sanremo.

Abbiamo fatto qualche domanda a Cristoforetti il quale ci ha spiegato l’orgine del suo amore per la musica, il rapporto con i suoi collaboratori e dell’opportunità di aprire il re del rock italiano: Vasco Rossi.

Ciao Michele! Benvenuto su The soundcheck! Il 5 maggio è uscito il tuo nuovo singolo “Tutto in un brivido”. Com’è nata l’idea del monologo introduttivo? Che rapporto hai con Vanessa Grey e Dario Spagnoli?

Con Diego, dopo essere stato ospite di Vasco Rossi l’anno scorso su ben tre dei suoi palcoscenici, si è instaurato un bel rapporto di stima e simpatia reciproca. Per me è ovviamente un mito, i suoi monologhi improvvisati mi hanno affascinato da sempre durante i concerti e anche nei dischi di Vasco.

Rivedendolo durante l’autunno nel corso di un pranzo insieme a Vanessa Grey (mia manager), abbiamo deciso si spingere sul tasto dei sogni e partire alla ricerca della felicità… la strada è ripida ma spesso i limiti vengono imposti da noi o da quello che respiriamo in società. Quello che desideriamo trasmettere è che non si può sognare senza commettere errori, l’importante è rimanere sempre con i piedi per terra e non farsi limitare da quello che ti dicono dall’esterno.

Così abbiamo buttato giù questo monologo a sei mani e poi Diego è venuto a registrarlo come introduzione del brano “Tutto in un brivido” e del disco in uscita, essendo la prima traccia delle 9 presenti nell’album.

Sappiamo che hai aperto per ben tre volte il concerto del grande Vasco Rossi! Lui è stato per te un punto di riferimento nella tua formazione musicale? Ti ispiri ancora oggi a lui?

Vasco mi ha dato l’opportunità di suonare su tre suoi palcoscenici: la Trentino Music Arena, l’Ippodromo di Milano e lo Stadio del Conero di Ancona. A Trento, nella mia casa, sentire il pubblico che cantava “Come Stai” (brano che ho scritto per Chico Forti) è stato davvero commovente per me e per tutta la band. In quell’occasione ho cantato “Esagerato” in anteprima assoluta, l’ho desiderato con tutto me stesso e ne è valsa la pena.

A Milano il pubblico ci ha accolto in maniera inaspettata, saltando con noi già da “Ancora Qui” e poi per tutta la mezz’ora successiva…sono sceso dal palco che ero impazzito dalla gioia, ero talmente felice che penso di avere baciato sulla bocca ogni presente dietro il palco, Spagnoli compreso!

Ancona è stato incredibile… in uno stadio pienissimo ed un pubblico che ci ha accolto come fossimo di casa! Vasco mi ha insegnato tanto, il rock lo ha fatto lui in Italia, ho imparato a dare potenza al pubblico, a gasarlo! E anche la sua generosità emotiva infinita che arriva diretta al pubblico.

Mi ispira ancora la sua passione immensa ed il suo carattere e carisma “da montanaro” che non molla mai, che ci crede sempre e che probabilmente nella suo essere trova alcuni punti in comune con la mia estrazione trentina.

Per quanto riguarda tournée e i live, c’è qualcosa in programma?

La tournée partirà in ritardo quest’anno, ahimè! Come ho detto pubblicamente sui social, alla nostra gente e quella che si sta interessando alla mia musica, l’estate per me sta passando tra reparti di ospedale, dovendo curare una leucemia acuta che mi tiene ricoverato da inizio maggio.

Per questo motivo abbiamo deciso, con l’aiuto della band, di Vanessa Grey e di tutta la squadra, di spostare tutto di due mesi così da lasciarci il tempo di uscire con l’album a settembre e come sempre portarlo in giro. La dimensione del palco è quella che più mi appartiene, l’incontro con il pubblico è fondamentale, non avrebbe nessun senso per me pubblicare in rete o in radio brani senza avere l’opportunità dell’incontro tra me e la gente che mi ascolta su Spotify.

I progetti e le prospettive sono tante non vedo l’ora di poter dare alcune date e altri indizi sui social…a brevissimo!

Che rapporti hai con gli altri componenti della scena rock italiana? Ci sarà qualche collaborazione con uno di loro?

Negli anni i contatti sono stati tanti e le collaborazioni sempre di più. Per il nuovo album sto puntando su una collaborazione soprattutto per il brano che ho dedicato a Chico Forti e che ho tradotto in inglese. Spero che coinvolgendo altri artisti su questo tema si riesca a darne una giusta risonanza, con il loro aiuto vorrei amplificare l’attenzione su questo avvenimento e farlo conoscere a tanti altri ancora!

All’età di 16 anni avevi già una chitarra in mano, com’è nata la passione per la musica e soprattutto per il rock?

La chitarra me l’ha fatta apprezzare una mia fidanzata dell’epoca…Poi ho ricominciato a guardarla con la rabbia che hai dentro da adolescente e che mi ha fatto scrivere i primi pezzi.

Il rock è arrivato come un fulmine a ciel sereno, è stato la salvezza per me e il modo più diretto e concettuale di dire la mia. Credo che sia una questione generazionale, il rock si nutre di un certo tipo di esigenze, potenza, energia, carica, rabbia, che ho la sensazione che siano meno ricercate e bramate ora.

Poi il rock implica una minima “disciplina di ascolto” per essere apprezzato, un minimo di cultura musicale di interesse al fascino di un suono e di capacità di lasciarsi realmente andare..Hai presente nei concerti dove il coinvolgimento ti fa abbracciare sconosciuti come fossero arrivati con te?! è quella roba lì..

Tutto questo ovviamente estremamente relativo dato che i gruppi rock hanno sempre un grande tiro e gli stessi festival rock internazionali e non son costantemente sold out…quindi, “rock and roll lunga vita” per quanto mi riguarda!

a cura di
Giulia Prete

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