Roger Waters – Unipol Arena, Bologna – 28 aprile 2023
Il Farewell Tour 2023 dell’ex-Pink Floyd arriva a Bologna dopo le date di Milano, che raccoglie a sé la più disparata cornice generazionale di pubblico.
Un bagno di folla per Roger Waters che illumina la Unipol Arena di Bologna con la data del 29 aprile 2023.
Un concerto annunciato dai caratteristici avvisi che dai giganti maxi-schermi rettangolari, posti sopra il mega-palco centrale, invitavano il pubblico a prendere posto (e a spegnere i telefoni!), con un count-down che non ha fatto altro che aumentare l’attesa per lo spettacolo.
Lo Show
Con la novità di una “breaking news” con la quale Roger ha comunicato che una corte giudiziaria di Francoforte ha respinto le accuse di antisemitismo rivolte al bassista, salutate con un boato di approvazione dal pubblico.
Un’antifona ben chiara: uno show caratterizzato dall’invito alla resistenza, alla forte protesta politica contro guerra e capitalismo, nonché di forte sostenimento per i diritti umani. Messaggi che hanno attraversato ad intervalli regolari il concerto. Non per annoiare il pubblico, ma di certo per farlo riflettere.
E poi il buio, e una versione minimale di “Comfortably Numb” che proietta il pubblico verso un futuro distopico. E poi l’ingresso di Roger con l’intro da brividi di “The Happiest Days of Our Lives” e “Another Brick in The Wall”.
E l’inizio è da paura.
Una band numerosa composta da elementi abilissimi, che accompagnano magistralmente Waters in questo viaggio dove le denunce contro tutti gli imperialismi sono la norma. Ma Waters si dimostra anche molto sensibile, a tratti toccante.
Interagisce tanto con il pubblico e si lascia andare a qualche digressione in più prima di introdurre alcuni significativi brani. Un repertorio che attinge dai suoi lavori da solista, anche recenti, ma che ovviamente va anche a ritroso nel tempo.
Non solo Pink Floyd
Non solo Pink Floyd (“Us & Them”, “Money”, “Sheep”), ma anche i tempi che precedettero la creazione della band. Un omaggio all’amico di sempre Syd Barrett, che esplode con “Wish You Were Here” e “Shine On You Crazy Diamond,”mentre dagli schermi vengono proiettati i racconti di aneddoti strappalacrime.
E poi altre immagini e scene apocalittiche, con un riferimento al DoomsDay Clock, che diventano veri e propri pugni nello stomaco, insieme alla pecora e al maiale volante. Ma poi un messaggio di speranza e di conforto, che prendono forma con un prisma ed un arcobaleno (chiaro riferimento a “The Dark Side of The Moon”) proiettati sopra l’arena, che ancora una volta portano un messaggio universale di pace.
La chiusura è un commovente omaggio al proprio fratello maggiore, alla moglie Kamilah e a Bob Dylan, e dal viso di Roger scendono delle visibili lacrime. E la band lascia la Unipol Arena come un’orchestrina nomade, e speriamo che non sia un addio ma solo un arrivederci.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli
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