Intervista a ZeBeat: il suo genere LoFi

Intervista a ZeBeat: il suo genere LoFi
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L’artista ZeBeat si racconta in un’intervista con The Soundcheck: scopriamo chi è lui e come nasce la sua musica

ZeBeat si definisce “un trentenne del sud, noto per il suo carattere da nerd e per il fatto di dover spesso cambiare dimora“. Tuttavia, oltre alla sua vita personale, ZeBeat ha anche un progetto musicale che gli permette di unire la sua passione per la musica alla sua capacità di produrre, grazie all’incontro con @donatomaiuri.

Nonostante nella vita sia un rocker, in questo progetto ZeBeat si esprime attraverso una produzione LoFi, cercando di tirare fuori il suo lato più intimo. Ogni pezzo è infatti l’espressione di sensazioni semplici, quotidiane e spesso malinconiche ma inspiegabili a parole. In questo modo, ZeBeat riesce a trasmettere al pubblico le proprie emozioni più profonde attraverso la musica.

The Soundcheck ha avuto il piacere di fare due chiacchiere con lui!

Ciao ZeBeat! Benvenuto nel nostro blog The Soundcheck, iniziamo dal tuo nome d’arte, come mai questa scelta?

Ciao e grazie per avermi dato la possibilità di raccontarmi con voi!

Per questo progetto musicale ho deciso di utilizzare il nome d’arte ZeBeat per far rivivere un personaggio, a cui ero particolare legato, che utilizzavo da più piccolo in un gioco di ruolo: è stato come creare una connessione tra il mio lato adolescente e quello più adulto.

Cosa ti motiva realmente nel fare musica? Come e perché ti sei avvicinato a questo genere LoFi?

Non posso dirti perché faccio musica, ma posso dirti che non potrei vivere senza farla. Per me la musica è la colonna sonora di ogni momento della giornata, quindi io vorrei fare questo: accompagnare in sottofondo la vita di chi mi ascolta.

L’avvicinamento al genere LoFi è avvenuto sotto la spinta e il consiglio di Donato Maiuri, mio insegante ed amico, che mi ha fatto comprendere che attraverso questo genere avrei potuto esprimere al meglio le mie potenzialità e la mia sensibilità.

Se ci fosse la possibilità di creare una colonna sonora per il tuo film/serie tv preferita quale sarebbe? Ci sono colonne sonore che ti hanno colpito particolarmente e ti hanno poi ispirato?

Sono un grande appassionato di cinema, serie tv e animazione, quindi è una domanda complessa. Penso che vedrei bene la mia produzione nei film d’animazione del maestro Hayao Miyazaki, con cui sento un feeling particolare.

La colonna sonora che, più di tutte, mi ha colpito in maniera davvero profonda è quella della Teoria del tutto di Jóhann Jóhannsson: non riuscivo a smettere di ascoltarla, mi ha completamente investito con la sua potenza tecnica ed emotiva.

Hai in mente progetti futuri? Cosa ti piacerebbe sperimentare questa volta?

Ci saranno certamente progetti futuri perché non smetto mai di creare, soprattutto in questo periodo in cui mi sento molto creativo. Forse mi piacerebbe sperimentare la collaborazione con qualche altro musicista.

Cosa vorresti dire a tutti i ragazzi che si avvicinano al genere LoFi per la prima volta?

Posso solo dire una cosa: emozionatevi! La vita e i suoi eventi mi hanno privato un po’ della mia sensibilità nel quotidiano, ma la musica mi insegna che la chiave per comunicare è mantenere sempre una connessione con le emozioni. Quindi: emozioniamoci!

a cura di
Elena D’Ercole

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