Cosa ci lasciano le Classiche di primavera del 2023

Cosa ci lasciano le Classiche di primavera del 2023
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Le classiche di primavera di questo 2023 sono ormai alle spalle, dopo la disputa della Liegi-Bastogne-Liegi. E ci hanno raccontato cosa dovremo aspettarci dal prosieguo della stagione ciclistica.

Con uno scatto a 33km dal traguardo e il progressivo allungo nell’ultima parte del percorso verso Liegi, re Remco Evenepoel si è preso la Doyenne, la decana delle classiche monumento del ciclismo, nonché l’ultima delle grandi classiche di primavera del 2023. È il bis, dopo il successo del 2022, per il campioncino belga, che dopo l’allungo ha domato la pioggia, elemento che ha reso insidiose le discese e le ultime cotes che mancavano fino al traguardo, facendo il vuoto tra sé e gli inseguitori, chiudendo con ben 1’06” su Thomas Pidcock e Santiago Buitrago, giunti in volata a completare il podio.

Lo ha fatto da campione del mondo, come nessuno – dai tempi di Moreno Argentin, anno domini 1987 – era riuscito a fare. Il belga è stato indiscutibile padrone della corsa, rispettando le attese che prevedevano un duello (il primo confronto diretto della stagione) tra lui e l’altro enfant prodige del pedale contemporaneo e altro dominatore delle classiche di primavera di questo 2023, Tadej Pogacar, vittima però purtroppo di una caduta a 80km dall’arrivo che lo ha costretto a chiudere anzitempo la corsa.

La caduta del dio Pogacar rimanda a data da destinarsi lo scontro fra titani

Tadej non è quindi riuscito a chiudere con un trionfo (l’ennesimo) la campagna delle Ardenne che fin qui lo sloveno aveva dominato, imponendosi senza concedere il diritto di replica agli avversari alla Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone, che avevano accompagnato la settimana di avvicinamento all’ultima delle grandi classiche di primavera del 2023. La caduta di Pogacar ha forse ricondotto all’umanità il fuoriclasse sloveno, che per la forma dimostrata in questa prima parte di 2023 – in cui ha vinto anche il Giro delle Fiandre – sembrava più una specie di divinità calata tra gli uomini a bordo di una bicicletta che, più che un mezzo, sembrava essere quasi una parte integrante del corpo onnipotente di Tadej.

Oltre a restituire la dimensione umana a Pogacar, però, la sua caduta nel corso della Liegi-Bastogne-Liegi ha anche privato il ciclopubblico di quello che sarebbe potuto essere davvero il più grande spettacolo dopo il big bang, per citare una nota canzone di Jovanotti: lo scontro diretto tra lui ed Evenepoel, scontro che prometteva di essere imprevedibile e ad alto tasso di spettacolarità e che gli appassionati delle due ruote possono vivere, per il momento, soltanto nella propria immaginazione.

Evenepoel e Pogacar, dopo le classiche di primavera del 2023 si va verso un duopolio nei grandi giri?

Con la Liegi si è chiusa la primavera 2023 del ciclismo, che ha come detto incoronato Pogacar, vero sovrano delle classiche di primavera. Ma lo sloveno è stato comunque in ottima compagnia. Non è stato infatti l’unico campione a dimostrare la propria superiorità in questo primo scorcio di stagione, pur essendo comunque quello, rispetto a tutti gli altri, ad averla manifestata in maniera più lampante e sovrumana.

Con Pogacar la primavera del 2023 ha incoronato anche altri campionissimi, quali Mathieu Van der Poel, che ha battuto l’amico e rivale Wout Van Aert alla Milano-Sanremo e alla Parigi-Roubaix (in entrambe le Monumento il neerlandese ha centrato il successo, mentre il belga è giunto terzo) e il già citato Evenepoel che, pur essendo stato in gara soltanto alla Liegi ha dimostrato una superiorità rispetto agli avversari paragonabile soltanto, per l’appunto, a quello di Pogacar. I due rimangono quindi i più accreditati per spartirsi i trionfi nella stagione dei Grandi giri che sta per iniziare.

Ganna e Ciccone hanno dimostrato una buona condizione

Nelle classiche di primavera del 2023, comunque, sono emersi anche altri nomi, tra cui quelli di due azzurri. Da Filippo Ganna, secondo sulle pietre dell’inferno del nord, a Giulio Ciccone, che ha dimostrato di avere il passo dei migliori e che, se insieme alla sua Trek Segafredo smetterà le velleità di classifica generale, potrà togliersi delle soddisfazioni nelle tappe di montagna dei grandi giri. Gli altri corridori che potranno provare a inserirsi nel gruppo dei campioni nella stagione dei grandi giri sono Jonas Vingegaard e Primoz Roglic, per quanto riguarda le classifiche generali, mentre per Egan Bernal la strada verso il recupero completo della forma è ancora lunga e ricca di insidie.

A oggi, comunque, è difficile immaginare che qualcuno possa battere sul loro terreno i quattro moschettieri nel futuro immediato: al netto della frattura del polso accusata alla Liegi dalla quale nel frattempo potrà recuperare, Pogacar rimane a oggi il favorito numero uno per la vittoria del Tour de France. Evenepoel sarà invece l’uomo da battere sulle strade dell’imminente Giro d’Italia. Van der Poel e Van Aert rimangono corridori da gare di un giorno e sicuramente saranno protagonisti nelle varie frazioni qualora dovessero prendere parte al Giro o al Tour.

A cura di
Epifanio Romano

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