Timber Timbre – Locomotiv Club, Bologna – 21 febbraio 2023

Timber Timbre – Locomotiv Club, Bologna – 21 febbraio 2023
Condividi su

Sold out per il concerto dell’artista canadese Timber Timbre al Locomotiv Club di Bologna

A più di cinque anni dal disco “Sincerely, Future Pollution“, Timber Timbre – al secolo Taylor Kirk – è pronto per presentare al pubblico “Lovage”, il nuovo album in uscita in primavera, sempre per l’etichetta Hot Dreams Records. Per farlo ha scelto il Locomotiv Club di Bologna, facendosi accompagnare da Mike Dubue a piano, synth e voce e da Adam Bradley Schreiber, batteria e percussioni. Il nuovo disco è stato registrato a Quyon, in Quebec, allo Studio Cimetiere di Mike Dubue, all’interno di un’antica chiesa sconsacrata. Viste le atmosfere crepuscolari a cui ci ha abituato Timber Timbre è difficile essere sorpresi. 

Il trio sale sul palco alle 22 circa, tra gli applausi e le urla del pubblico. Scarsamente illuminato da alcuni neon rosa, il set è minimale esattamente come ci si aspetterebbe. Il pathos, del resto, non manca.

Tra i pezzi del nuovo disco c’è “Mystery Street”, un brano destinato a conquistare i cuori, così come hanno già fatto altri brani in passato.

Il suo è un blues elettrico, gotico. Timber Timbre è canadese, ma le atmosfere della sua musica sono più americane che mai. Le canzoni sono da città fantasma. Tra folk, blues e soul, i suoni sono pervasi da un’energia oscura. I testi parlano di amori non corrisposti, demoni e sogni infranti. Qui fuori è buio, sembra dirci Kirk, ma i mostri veri sono quelli che ci portiamo dentro. 

La prima battuta con il pubblico arriva dopo tre canzoni, quando sorridendo chiede se fossimo ancora lì. Di tanto in tanto, durante la serata, ci ringrazia per essere venuti: “I love you, thank you for coming“. E poi aggiunge “It’s a miracle. It’s a fucking miracle“. Non c’è bisogno di grandi effetti speciali o discorsi. Timber Timbre è un grande artista, non un uomo di spettacolo. 

“Velvet Gloves & Spit”, tratta da “Sincerely, Future Pollution”, è una ballata lenta e malinconica. 

Molti i pezzi inediti e quelli tratti dal disco omonimo “Timber Timbre”, come “Lay Down In The Tall Grass”. Non mancano nemmeno alcuni dei brani più famosi della sua discografica, come “Run from me” e “Hot Dreams”.

I suoni dei Timber Timbre sono paludosi, sembrano arrivare dal fiume sul quale correva la morte del celebre film con Robert Mitchum. La voce lunare di Taylor Kirk è perfetta per accompagnarci nei luoghi più oscuri della nostra anima. L’uso massiccio di synth elettronico poi contribuisce a rendere tutto ancora più misterioso, incantando un pubblico già profondamente devoto.

“Curtains!?” combina alcune parti strumentali stravaganti, vagamente funky, con atmosfere anni Cinquanta.

L’encore è l’occasione per suonare alcuni dei pezzi più conosciuti del gruppo, come “Demon Host”. Stasera in una versione spolpata fino all’osso. Asciutta, ma non priva di magia, è una canzone che si rifugia sotto la pelle. “I’ve become what I most fear” sentenzia uno dei versi più terribili, e meravigliosi, tra quelli scritti da Kirk.

Dopo un’ora e poco più, Timber Timbre lascia il palco. La ninna nanna è finita, il pubblico può abbandonare la sala senza sogni dolci, ma con la consapevolezza di aver assistito a un rituale magico.

a cura di
Daniela Fabbri

Seguici anche su Instagram!

LEGGI ANCHE – I KRAFTWERK tornano quest’estate in Italia con un nuovo show
LEGGI ANCHE – GUNS N’ ROSES annunciano una data in Italia
Condividi su

Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *