Måneskin: nuovo album in tutta “Rush!”

Måneskin: nuovo album in tutta “Rush!”
Condividi su

Dopo il successo non-stop della band romana con la vittoria-doppietta Sanremo ed Eurovision 2021 e con i sold out in tutto il mondo, nel 2023 esce il tanto atteso nuovo album “Rush!”

Se avete fatto click sino a qui, o mi volete bene oppure qualche emozione i Måneskin ve la suscitano. Quale tipo di emozione? Lascio a voi la scelta. Una cosa però dobbiamo riconoscerla sin dall’inizio di questa recensione di “Rush!”: che vi piacciano o no, i Måneskin sanno creare aspettative e voglia di parlare di musica e di Rock’N’Roll.

Ferma, calm: nessuno, incluso la band stessa, ha mai affermato di essere il gruppo rivelazione che ha come obiettivo la “salvezza del Rock and Roll”. Ciò che possiamo di certo riconoscere è che probabilmente il successo repentino che questa band di neo-ventenni ha avuto in soli 5 anni, e in particolar modo l’anno scorso, può aver generato un po’ di illusioni e grandi aspettative nella mente di tutti.

Maneskin – Rush!
La fama è grama?

L’album “Rush!” si presenta con una ricchezza di brani decisamente più ampia rispetto ai precedenti “Teatro D’Ira vol. I” e “Il Ballo della Vita” presentando ben 17 tracce. Nell’ascoltarle tutte piano piano, si evince una caratteristica che può quasi considerarsi la parola chiave per riassumere questo album: frenesia. Appunto “Rush!”, che ironicamente pare essere ripresa anche nella copertina dell’album, dove una ragazza salta sopra i quattro membri della band in tutta fretta (la fama alla quale fare attenzione, altrimenti si viene schiacciati forse? ndr).

Un tornado vivente l’avvento dei Måneskin che, dalla vittoria di Sanremo 2021 con il brano “Zitti e Buoni” sino all’esibizione vincente all’Eurovision, non si è fermato. La band romana, infatti, ha letteralmente sconfinato oltreoceano, calpestando palchi di grande fama come il “Coachella Festival” e aprendo i concerti dei Rolling Stones, pietre miliari del Rock. Forse non lo immaginavano neanche nei loro migliori sogni!

Eppure brano dopo brano e collaborazione su collaborazione i Måneskin sono divenuti la band più acclamata e ricercata al mondo. Un successo davvero molto repentino, che è stato sinora cavalcato molto bene, nonostante (o soprattutto) la giovane età dei membri.

Forse è solo pura frenesiaaa…

Sin da un primo ascolto di tutto l’album si nota un certo senso di rapidità e scollamento da un brano all’altro. Quasi come si percepisse la necessità di pubblicare traccia dopo traccia per rimanere sull’onda del successo, cambiando diversi stili per accontentare un po’ tutti i timpani, dimenticando però che la vera fama si mantiene rappresentando la propria autenticità.

Maneskin

I brani presentano una montagna russa di emozioni e generi che viaggiano nelle nostre orecchie in cerca di associare uno stile unico in “Rush!”. Forse l’unica risposta è proprio nello stesso titolo: Rush, la fretta. Bisogna produrre e andare ai concerti, agli eventi, ai talk show. Seppur l’intento di voler accontentare tutti i nuovi fan con generi, sperimenti ed esplorazioni musicali diverse, il risultato di “Rush!” ha portato un allontanamento dall’autenticità della band, e dalla strada sulla quale si erano imbarcati. Attenzione!

Ma veniamo all’ascolto dei brani

Veniamo al dunque. Come si presentano questi brani? Se dovessimo riassumere in poche parole l’album, potremmo paragonarlo ad una tavolozza di colori tutta mischiata insieme. Che, come sappiamo, tutti i colori insieme creano un gran grigio omogeneo e piatto. Di fatto la maggioranza delle tracce di “Rush!” ci porta in automatico a suoni, e band rock o pop ben conosciute. Vediamo qualche esempio.

Prendiamo il brano uscito in anteprima come singolo “Supermodel” di cui già il riff di intro ci ricorda un principio di “Smells Like The Spirit” dei Nirvana bello e buono. A seguito, il tanto acclamato brano “Gossip” grazie alla collaborazione di un Tom Morello (che per chi non associasse in immediato, parliamo del chitarrista dei “Rage Against the Machine” e “Audioslave”, ndr) che si presenta in modalità “risparmio energetico”. Un riffino per un ritornellino, e via che si va in copertina! Un contributo mordi e fuggi di cui non ne ho ben compreso l’apporto.

Videoclip Gossip . Rush! con Tom Morello

Il gioco del “Memory” nell’associare i brani di Rush! ad altre band e stili però non finisce qua. Se ascoltate la intro di “Feel” cosa vi viene subito in mente? Po, po, po, po, pop o po…” vero? “Seven Nation Army” dei White Stripes, sei tu? Tutto molto bello e ritmato, che farebbe sicuro alzare le mani al cielo in un loro live. Proseguiamo con una romantica e nostalgica “Timezone”, quasi da soundtrack perfetta per le pubblicità di giovani in una fine estate, che tutto sommato, dalla nostra indigestione di piatti già mangiati ci riporta un ricordo alla freschezza acerba caratteristica dei Måneskin. Anche se, non so. Non vi ricorda un po’ a qualche eco di Youngblud?

Ciao Måneskin, se mi leggete vi prego spiegatemi!

Dopo aver fatto un pieno di un album di ritmi e cover mischiati come un muesli ai frutti dentro uno yogurt già zuccherato, nonostante le collaborazioni con artisti di grande calibro per l’album, arrivano un paio di brani mi tolgono il poco senso presente. Cari Måneskin, a che scopo la canzone “Bla, Bla, Bla”? Per dare fastidio, o per provocare? Perché continua a dare fastidio dopo ogni tentativo di ascolto. E soprattutto cosa mangiava Damiano quando cantava in un tentativo di punk genre “Kool Kids”, una caramella? Sono due brani con esiti non eccelsi, dove emerge solo la forzatura come primo elemento. C’era del potenziale, ma manca l’autenticità.

Eppure, tutti i migliori musicisti hanno cominciato proprio dalle ispirazioni di band precedenti, suonato cover dei loro beniamini e da lì prodotto su false righe di quei brani. Quante band tuttora attive hanno prodotto album che si discostavano dalla loro essenza, o un album intero di cover? Produrre è necessario anche se il periodo è complesso. Certo! Ma a volte la fama, va anche saputa gestire. I Måneskin non possono vantare lo stesso.

Forse questo concetto si può ben capire paragonando i brani cantanti in italianoin questo album solo tre, volutamente, per sperare in un mercato non italiano – degli album passati e questo del 2023. Iniziamo il confronto di “Torna a Casa” e “Vent’anni” contro “La Fine” (similitudini con i Negramaro, ndr) e “Il Dono Della Vita”. Mentre le prime due ancora oggi fanno emozionare, le due nuove non fanno uscire l’emozione. Sono costruiti con dei “titoloni” che all’ascolto alla fine ci lasciano un languorino da insazi.

Rush! – Maneskin

Ebbene. Se siete arrivati sino a qui, direi che il giudizio finale su “Rush!” dei Måneskin si evinca facilmente. Salviamo qualche brano, salviamo soprattutto un valore di cui ancora li attribuisco. Seppure lo scivolone evidente di questo album, mi auguro che questo scalpore popolare creato dall’effetto Måneskin porti nuove o vecchie generazioni che siano a ri-sguinzagliare fuori gli strumenti, a suonare e sperimentare come si deve la musica. Soprattutto partendo dall’Italia. Cosa che per ora questa band di soli neo-ventenni questo spiraglio ce l’aveva dato.

Un consiglio: non perdete quella sana spensieratezza della vostra età, quella passione dei vostri primi amori, spavalderia e le paure che l’età, la fama e l’insicurezza che vi caratterizza. Tanto, sappiamo che piacere a tutti non è un vostro problema, ed è una malattia. Ma di sicuro, perdere la propria identità non è la risposta adeguata.

a cura di
Francesca Bandieri

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE- Scaliamo insieme ad Andrea Ra il suo “Monte Shasta”
LEGGI ANCHE- Asterix & Obelix e il Regno di mezzo: Un ritorno davvero in grande stile
Condividi su

Francesca Bandieri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *