Scaliamo insieme ad Andrea Ra il suo “Monte Shasta”

Scaliamo insieme ad Andrea Ra il suo “Monte Shasta”
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Un artista da sempre contro corrente, votato alla libertà da ricercare oltre il mainstream e le sue regole, tecnicamente impeccabile e al contempo incredibilmente umano. In due parole Andrea Ra, che torna con il nuovo singolo “Monte Shasta“, brano tanto interessante da spingerci a parlarne direttamente con lui.

Ciao Andrea, partiamo subito rompendo il ghiaccio: come nasce “Monte Shasta”?

Ciao! “Monte Shasta” è nata durante un soundcheck prima di un concerto fatto nel giugno del 2018. Stavo giocando con il mio deelay ed è nato il riff di basso su cui gira quasi tutta la canzone.

In seguito ho sviluppato l’idea scrivendo il testo e il resto della musica. Qualche mese dopo ho arrangiato e registrato nel mio studio il brano insieme a mio figlio James Rio che è anche il mio batterista. Ho mixato la canzone nel marzo 2019. Ora finalmente l’ho pubblicata.

Il brano è in un certo senso molto “politico” e prende spunto dal mito e dalle tradizioni antiche. Cosa non ti piace della politica contemporanea e cosa dovremmo rivalutare delle culture passate?

È una canzone che può essere interpretata in senso politico ma che racconta anche tanto altro. Il mito e le leggende legate al Monte Shasta narrano di un luogo sacro, fortemente spirituale e fitto di misteri. All’interno del Monte si dice anche che la popolazione di Lemuria vi abbia trovato rifugio in tempi lontanissimi. Luogo di abduction e sparizioni dove da sempre dimorano potenti sciamani dei nativi indiani d’America e in cui operano comunità iniziatiche e mistiche. Tutto questo rimanda a concetti di elevazione spirituale che sono in netto contrasto con una realtà contingente rivolta esclusivamente alla materia.

Partire dalla descrizione del Monte Shasta mi ha permesso, quindi, di universalizzare un messaggio di Libertà e Spiritualità che si contrappone in modo ancora più netto alla desolante situazione politica e sociale attuale, ma è un discorso che può essere esteso e ricondotto anche a un concetto generale molto più ampio. Nella storia cambiano spesso i personaggi, i luoghi e le situazioni ma rimangono immutate, anche se in forme differenti, molte discriminazioni e ingiustizie.

Legare certi drammi sociali, politici e antropologici a un luogo spirituale, mitico e leggendario che è al di fuori del tempo e dello spazio, è stato il Pre-Testo col quale l’ho raccontato.

Nel videoclip ci saranno anche delle chiavi di lettura ulteriori tra Mito, leggenda, Ettore Majorana, Firenze, Alchimia, la Massoneria, le Abduction aliene, I monti Sibillini, la Grotta della Sibilla, Antoine de la Salle, Cecco d’Ascoli e l’Eresia.

La rivalutazione e lo studio di culture passate spesso aiuta a comprendere le aberrazioni che viviamo nel presente. Credo fermamente che dovremmo cercare di nutrirci di emozioni sane e di vibrazioni alte per cercare di emanciparci e sollevarci dall’incubo di una contingenza che ci schiaccia verso il basso.

Le politiche contemporanee sono vomitevoli e partono da presupposti volti a trascinarci in un circolo vizioso di basse emozioni come rabbia, ansia, paura e sensi di colpa.

I governi non si interessano ai bisogni profondi degli esseri umani ma rispondono esclusivamente alle agende dettate da un’élite finanziaria ricolma di farabutti bramosi solo di denaro e potere. Ne parlavo molto approfonditamente anche nei miei due precedenti singoli “Mi vuole sigillare (Gates)e “Dipendenzache si ricollegano al Monte Shasta sia in termini concettuali che narrativi e si legheranno anche agli altri brani che comporranno l’album.

Dal punto di vista musicale c’è tanto rock psichedelico e progressivo. Sei un artista con grande esperienza alle spalle. Ci sono ancora grandi artisti dai quali continui a trarre ispirazione?

È un brano decisamente meno complesso musicalmente rispetto ai miei due precedenti singoli di cui sopra, sebbene anche in “Monte Shasta” io utilizzi tempi dispari nel refrain e ci siano cambi ed evoluzioni nel registro stilistico durante il suo svolgimento. Lo faccio per veicolare quell’inquietudine e quell’instabilità del vivere umano esplicitato anche nel testo e anche per creare un filo conduttore musicale tra tutti i brani che fanno parte di un concept unico.

La parte finale ha qualcosa di psichedelico quando parlo di un grande occhio. Occhio che rimanda all’idea di un controllo globale di un grande fratello e al simbolo della massoneria e dei suoi adepti. L’occhio è la via d’accesso anche per coloro che sono vittime di quell’anestetizzante ipnosi di massa a cui è sottoposto il Mondo intero da millenni.  Il grande inganno è sotto i nostri “occhi”…

Di artisti che mi hanno ispirato nel corso della mia vita ce ne sono stati sempre tanti. Trovo che oggi, invece, i più interessanti siano da ricercare tra quelli poco conosciuti e ai quali non viene accordata la giusta visibilità nei canali mainstream. Sono spesso coloro che hanno il coraggio di dire ciò che pensano e che non si auto-censurano.

Tra i grandi artisti credo che Frank Zappa rimanga un faro sia per me che per tanti. In Italia per trovare qualcosa di sincero spesso devi scavare e cercare attraverso una coltre troppo densa fatta di indifferenza, discriminazione e solitudine. Nel mainstream invece vedo solo tante prostitute mascherate e assetate di danaro che si rotolano nei loro orticelli dorati mentre fanno finta di mostrare empatia verso i problemi dei loro fan. Gli interessa solo “sbigliettare”.

In qualche modo sono il rovescio della stessa medaglia dei politici che fanno finta di schifare. In realtà vivono in simbiosi profonda.

Sei sempre stato un artista fuori dagli schemi, anche quando hai prestato la tua bravura ad artisti mainstream. In Italia, nel 2023, quanto è difficile continuare ad essere liberi e cosa comporta questa libertà? Nel bene come nel male.

Già nel 2002 nel mio album “Scaccomatto” ho trattato temi come libertà e discriminazioni e da allora ho continuato sempre con coerenza e senza paura ad essere “scomodo”.

Vent’ anni fa quel concept parlava di una pedina all’interno di una scacchiera dove ci si amava o ci si odiava solo in base al proprio colore. La scacchiera rappresentava una chiara metafora di una società in continua lotta dove già vigeva il “Divide et impera” e dove veniva additava come “pazza” la pedina che si sottraeva a questa logica. Da qui il titolo “Scacco Matto”. Poi queste tematiche le ho riprese anche in seguito ma il discorso sarebbe troppo lungo per affrontarlo qui.

Oltre al mio progetto, parallelamente ho sempre suonato il basso come turnista per tanti artisti nazionali ed internazionali. Con molti conservo un buon ricordo e ancora c’è stima umana e professionale reciproca. Con altri no.

Ho cercato di rimanere fedele ai miei ideali e ho rifiutato di cedere a tanti compromessi e di piegarmi a ricatti inaccettabili. Ho pagato ovviamente in termini lavorativi i miei rifiuti ma ho guadagnato molto in termini di dignità e di rispetto sia verso me stesso che nei confronti di coloro che mi apprezzano.

Non ho mai barattato la libertà con il ricatto.

Chi mi segue, soprattutto sul mio Canale Telegram, sa a cosa faccio riferimento. Ho denunciato in tempi non sospetti in solitudine quel patto grave tra Artisti e Politica. Solo negli ultimi tempi tanti di quelli che pensavano che fossi impazzito ora mi chiedono scusa e mi ringraziano. 

Chi oggi si ravvede, però, lo fa solo perché casualmente l’attualità ha portato a galla scandali di cui avevo già parlato pubblicamente tra i risolini dei soliti radical chic che ora fanno finta di svegliarsi da un lungo letargo.

Ma dove erano questi fenomeni quando serviva avere un appoggio? Dove erano quando serviva scegliere la cosa giusta da fare e non quello che conveniva loro?

Dove erano?

Tutti al concerto di Fedez?

Cosa consiglieresti a un giovane musicista che non voglia piegarsi alle mode o alla regole del mercato, per rimanere se stesso senza paura ma a testa alta?

È difficile dare consigli che possano valere per tutti. Ognuno ha la sua storia.

Ad ogni modo una cosa è certa: se non vuoi piegarti alle mode e al mercato, non ti pieghi.

Se misuri il successo ponendo sempre al centro i tuoi bisogni, i tuoi ideali e la tua dignità e non rincorrendo come un disperato like e popolarità a tutti i costi, non ti pieghi.

Dipende molto da ciò che vuoi e da chi sei.  

Ricordo che Pasolini profeticamente già cinquanta anni fa parlava del Fascismo del Mercato e dei Consumi. Se in quel mercato un giovane non vuole entrare basta che dica NO ai fascisti che abitano negli sporchi e scintillanti oligopoli musicali.

Siamo alla fine di questo nostro incontro, ci vuoi dire quali saranno i tuoi prossimi impegni e dove possiamo seguirti?

Venerdì 21 Aprile 2023 uscirà il mio nuovo album “URLO ERETICO” che verrà pubblicato anche in CD e Vinile dalla mitica e storica etichetta Contempo Records. 

Da quel momento sarò in tour. La prima data di presentazione sarà al Wishlist di Roma proprio la sera del 21 aprile. 

Sui miei social Facebook Instagram YouTube Telegram e Bandcamp potete supportare il mio lavoro e seguire tutti gli aggiornamenti.

A presto e grazie per lo spazio!

a cura di
Redazione

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Ilaria Rapa

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