“L’equilibrio delle lucciole” di Valeria Tron, una coccola per l’anima
Ci sono libri che vanno letti in determinate stagioni, per godere appieno delle atmosfere che descrivono. L’inverno, secondo me, è il momento perfetto per approcciarsi a L’equilibrio delle lucciole di Valeria Tron.
Non un romanzo banale ma una coccola per l’anima, una storia a tratti difficile da mandare giù ma animata da personaggi capaci di scaldarti il cuore. Una vicenda che racconta di cose semplici, ma in grado di diventare straordinarie.
Le anime di un paese
Ciò che non sai però, è che quando si brina il cuore non basta un soffio d’aria a spolverare il ghiaccio e io sono nell’inverno di me stessa, salita apposta in quello della mia terra, per non sentirmi completamente sola.
Adelaide, una donna che percepisce nell’aria la fine del suo matrimonio, decide di tornare nel suo paese d’origine per rimettere insieme i pezzi della sua vita e fare un po’ di chiarezza.
Arrivata insieme alla neve, in una casa colma di ricordi, troverà ad aspettarla Nanà la custode del paese. L’unica anima rimasta a rendere vive le strade, ormai deserte, di un borgo di montagna nella Val Germanasca. L’altro abitante del Paese è Levì che, a causa di una caduta, è stato portato in città per ricevere assistenza medica. All’uomo manca la sua casa e passa le giornate a osservare le montagne dalla camera dell’ospedale.
Adelaide farà il possibile per prendersi cura dell’anziana e si adopererà per cercare di riportare a casa Levì, accudendo la sua dimora. Nanà, la custode della memoria del paese, invece svelerà alla donna più giovane storie e aneddoti di tutte quelle persone che un tempo hanno reso vivo il borgo.
Pagina dopo pagina, attraverso piccoli oggetti, fotografie e racconti, facciamo la conoscenza di Bar Tricò, Memè, Dando Lena e Dando Irma. Li vediamo giovani e felici, li osserviamo crescere e fare i conti con le brutture della vita e le perdite che accompagnano l’esistenza umana. Guardiamo Adelaide entrare in punta di piedi nelle case abbandonate di tutte quelle persone, che si sono prese cura di lei mentre era piccola, e lasciarsi andare al flusso dei ricordi.
Assistiamo al suo cambiamento alla “muta” del suo cuore che, a poco a poco, riuscirà a riaprirsi e ad accogliere l’amore.
La scrittura di Valeria Tron è calda e avvolgente.
Fin dalle prime righe vi sembrerà di essere circondati da una morbida coperta. Le descrizioni hanno un che di poetico: ogni parola è come una pennellata che lascia sulla pagina un po’ di colore e, alla fine, vi restituirà l’immagine perfetta di un paese di montagna. Vi sembrerà di essere li, ad ammirare la neve che cade e ad osservare con meraviglia il primo fiore che sboccia in primavera.
I dialoghi, genuini, sono una continua scoperta, un insegnamento. Nanà parla in patois (il dialetto valdaostano). A differenza di quello che si potrebbe pensare non è una scelta fastidiosa. Si inserisce perfettamente all’interno dell’opera, rendendo ancora meglio l’idea delle cose che si stanno perdendo.
E’ un romanzo lento, nel senso positivo del termine. Una storia che richiede di essere letta lentamente per poter assaporare al meglio ogni sfumatura. E’ come avere tra le mani uno scrigno antico che, una volta aperto, ti svela una serie di vicende lontane nel tempo: amori, speranze, amicizie e rinascite prendono vita sotto i nostri occhi, che a tratti saranno inumiditi dalle lacrime.
Sono le parole a custodirci: le parole custodi. Tocca averne cura e possono riportare in vita l’essenza di chi le ha pronunciate: è un travaso importante la memoria delle parole.
L’equilibrio delle lucciole racconta di vite che si intrecciano. Ci parla delle stagioni che si susseguono, di cambiamenti e di rinascite. Ci mostra la forza dei ricordi, la tenacia dei sentimenti e l’importanza delle radici.
In queste giornate fredde, lasciatevi avvolgere dal calore di questo romanzo.
Prendetevi il vostro tempo e quando vi sentirete pronti aprite questo libro per essere trasportati un luogo sperduto tra le montagne.
a cura di
Laura Losi
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