Roma: 4° giorno di sciopero dello store ZARA contro la casa madre
Il principale store capitolino del brand spagnolo dichiara agitazione nazionale contro la neonata ITX Italia S.r.l.: ignorata la richiesta di premialità nel rinnovo del contratto integrativo aziendale nonostante il sovraccarico di lavoro non propriamente supportato economicamente.
«Per noi lavoratori del gruppo ITX Italia tutto questo è inaccettabile»
Roma, Via Del Corso. Lunedì 1° agosto e giorni a seguire le saracinesche dello store Zara di Palazzo Bocconi sono rimaste abbassate. È la protesta dei dipendenti ITX Italia che comunicano al mondo del web (attraverso un video TikTok) che il loro store rimarrà chiuso in segno di protesta.
In contrasto a settori duramente colpiti dalla pandemia da Covid, il settore del fashion sembra uscire non solo illeso dal 2022, ma addirittura rafforzato. Sono proprio i dati della Camera Nazionale della Moda ad indicare un aumento del fatturato del 25% raggiungendo e superando i livelli pre-pandemia. Ne fa un focus anche La Stampa dove ne mostra l’avanzamento in borsa: «la società spagnola […] avanza bene del 2,41%».
È proprio in questo periodo di splendore economico per il mondo della moda che i dipendenti ITX Italia si chiedono dove sia il riconoscimento del duro lavoro degli ultimi due anni.
«[…]troviamo inaccettabile che l’azienda non ridistribuisca questa ricchezza con tutti i suoi dipendenti, ma decida unilateralmente di elargire premi e bonus solo con i suoi manager»
Si esprimono così i lavoratori della catena di moda, ormai al limite della sopportazione per le condizioni di lavoro che rendono impossibile un’attività serena.
L’azienda proprietaria delle principali firme di fast fashion mondiale (Zara, Pull & Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Tempe e Oysho) lascia in sospeso la trattativa del rinnovo del contratto integrativo aziendale e continua a mantenere il silenzio con i dipendenti e la stampa nazionale.
A sostegno di lavoratori e lavoratrici, la Rappresentanza Sindacale Unitaria insieme a tutte le sigle sindacali FILCAMS, CGIL e FISASCAT CISL.
Il rispetto, il riconoscimento e l’apprezzamento del lavoro dei dipendenti è essenziale e parte da elementi più trascurabili (come i buoni pasto fermi a €5,00 da 15 anni) a quelli essenziali per creare delle condizioni lavorative dignitose come le premialità nel rinnovo del contratto.
«Le condizioni lavorative sono diventate assai gravose, proprio per l’enorme flusso, cambio di mansioni, ore di straordinario. […] In tutto ciò l’azienda pretende una miriade di servizi, senza riconoscere col giusto peso i sacrifici dei lavoratori»
Quello dell’impiego ben retribuito e gratificato è diventato argomento prìncipe nel nostro Paese. Sempre più spesso si ascoltano storie di retribuzione non adeguata, di occupazioni sottopagate e di poca serenità sul luogo di lavoro. Si sta perdendo il senso più puro del lavoro?
a cura di
Enzo Celani
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