Esterno notte: la seconda parte della serie tv di Marco Bellocchio è al cinema

Esterno notte: la seconda parte della serie tv di Marco Bellocchio è al cinema
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La seconda parte del film “Esterno notte”. Dentro il rapimento Moro

Esterno notte parte 2 é uscito nelle sale ed è il secondo capitolo del film omonimo, che poi diventerà una serie tv, di Marco Bellocchio. Mentre la prima parte del film si concentrava sugli assetti della politica degli anni della cosiddetta “strategia della tensione” e ci venivano presentati: Aldo Moro, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, i tre attori principali della politica di quegli anni; nella seconda parte il focus è sulle brigate rosse, si discute non di politica, ma dell’ideologia, di ciò che muove le menti.

Eleonora Moro

Margherita Buy, che interpreta Eleonora Moro, dirà molte volte la parola Cristiani. “Siamo Cristiani”, “siete cristiani”, “sono una cristiana”. Ed è moderata, cerca di esserlo sempre, cerca di far trovare il giusto equilibrio anche ai politici che dovrebbero salvare suo marito. Fino all’ultimo rimane una donna ponderata, ragionevole, calma. Quasi da rabbia per quanto è così strettamente aderente alla propria ideologia. È la più ferma nelle sue posizioni di tutti i protagonisti che si muovono all’interno di questa seconda parte.

Le brigate rosse viste da Bellocchio

I brigatisti, invece, lo si vede, non sono moderati, non sono cristiani. Sono soldati. In quanto soldati eseguono gli ordini ma in quanto soldati mossi da una precisa, netta e forte ideologia  a volte si ribellano. Sono dapprima entusiasti, ma poi il film cresce facendoli muovere nella scena come dei fantasmi. Valerio (Gabriel Montesi) e Adriana (Valeria Marra) non vedono mai Aldo Moro, tranne quando Valerio lo rapisce. Sono invisibili anche se fondamentali, si muovono in luoghi oscuri e grigi, e loro lo sono altrettanto, sono estranei in casa loro. Adriana va a trovare sua figlia fuori da scuola. Non si nasconde, sta solo lontana, proprio come un fantasma. Non possono far rumore, devono chiudere a chiave col chiavistello, si devono travestire o rifugiarsi nei cinema, in penombra.
Dall’ essere fantasmi passano a temerli. Valerio si sveglia durante la notte, prende la pistola, Adriana gli sta dietro, intimorita. Tutto il corridoio è immerso nel buio, la macchina da presa gli sta vicinissimo. Sembra un thriller di cui si conoscono già tutti i misteri. Da essere fantasmi sono passati ad inseguirli. L’ossessione di fare un passo falso è tipica dei soldati che devono portare a termine una missione. Ad un certo punto del film, però, c’è una riflessione, o meglio uno scontro, sul perché si è soldati. È un discorso tutto ideologico, è la vita vera che si scontra con l’utopia. Cosa si è disposti a fare per combattere, cosa si sacrifica, cosa si cerca di vincere , quanto si è determinati. Adriana scopre che il suo compagno vuole fare la “bella morte” che non crede veramente che le cose possano cambiare, che punta a fare disordine. E questo a lei sembra mediocre. La prima parte del film è tutta incentrata su queste domande, e su come i nostri protagonisti reagiscono.

Casa Moro
Margherita Buy nel ruolo di Eleonora Moro

La seconda parte, quella in cui ci si trasferisce in casa Moro, è totalmente diversa. Gli ideali lì sono valori, saldi come solo i valori Cristiani sanno essere. Le persone non sono fantasmi perché persino il presidente della Repubblica va a salutarli, li riconosce e li tocca. Non sono fantasmi perché sono fotografati, paparazzati, aspettati. La scena in cui Eleonora Moro scopre che il marito è stato rapito è bellissima ed esplicativa di tutto quello che poi sarà: la donna si sfoga con il parroco della chiesa di quanto suo marito sia assente e di quanto resti solo per “dovere di padre”, durante la confessione i suoni degli elicotteri e delle sirene si fanno sempre più intensi, fino a diventare troppo disturbanti per una cosa sacra come la confessione, tant’è che è proprio il prete a interrompere la confessione e ad invitare la donna ad andare a vedere cosa sia successo fuori.

La moglie Eleonora

La prima cosa a cui pensa Eleonora è la borsa con i medicinali di suo marito: “mio marito ha 5 borse, una con le medicine. Mio marito deve prendere le medicine” è bellissimo quanto questo personaggio abbia delle idee in testa, fisse e solide come delle colonne: la famiglia, il compromesso, la calma. Non risulta mai ripetitiva, è il lume della ragione, un faro, l’unico, a essere sempre acceso. Fino alla fine. Immagina di incatenarsi davanti al Quirinale per protestare contro la DC che non fa nulla per liberare suo marito ma resta ferma e non apre neanche le finestre di casa, non le fa aprire neanche a sua figlia, che in un momento di esasperazione vuole urlare. La famiglia Moro parla attraverso comunicati stampa, Che rispecchiano perfettamente la loro tempra. In quei comunicati rimane strozzato tutto il dolore, viene lasciato spazio solo alla tagliente delusione, che fa male più di qualsiasi parola urlata

Due finali
Esterno notte parte 2

Fa male anche la lacrima che versa Aldo Moro nel (primo) finale del film. Bellocchio chiude questo film come l’aveva aperto, come aveva chiuso Buongiorno notte. Mette in scena quello che sarebbe potuto essere: la Renault 4 rossa si apre, dentro c’è Moro, malandato, ma vivo. Forse un po’ più magro. Moro viene portato in ospedale, Andreotti, Cossiga e Zaccagnini, lo vanno a trovare, al presidente cade una lacrima sul viso, segno di enorme delusione nei confronti della DC che l’aveva lasciato solo, in sottofondo si sente la sua voce che esprime la sua più totale estraneità alla Democrazia Cristiana. Era il finale che si meritavano tutti. Il finale, sul quale le brigate rosse avevano discusso e soprattutto votato. C’è una scena, infatti, in cui le brigate rosse litigano sulla pubblica piazza, prestando bene attenzione a non essere sentiti, sulla fine che Aldo Moro deve fare. C’è chi dice che deve morire, sennò le BR verranno prese poco seriamente, c’è chi dice che lasciarlo libero è l’atto più rivoluzionario che si possa fare. La storia parla, e Bellocchio rappresenta anche quella: nel secondo finale Aldo Moro viene ritrovato morto, in via Caetani, dentro una Renault 4, rossa. Quale finale sia stato il migliore ce lo dicono le immagini di repertorio: Cossiga diventerà presidente della Repubblica, Andreotti rimarrà ai vertici dello stato fino a gli anni ’90,  Aldo Moro è morto. Valerio ed Adriana verranno arrestati.

Un film soggettivo

Il film, totalmente soggettivo, di Marco Bellocchio trascende da chi è la figura buona e la figura cattiva nella Storia, non da giudizi, non è severo neanche con i brigatisti che sparano per il solo gusto di farlo. Diventa un racconto plausibile di ciò che c’è stato dietro uno dei più grandi e bui periodi della storia del nostro Paese.

a cura di
Emma Diana D’attanasio

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