“Alpha Games”- Il nuovo album dei Bloc Party

“Alpha Games”- Il nuovo album dei Bloc Party
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La band indie rock torna a colpi di basso e sound indie rock, con il loro sesto album “Alpha Games”

A sei anni di distanza dal precedente album “Hymns”, esce il disconuovo disco dei Bloc Party “Alpha Games” per l’etichetta “BMG/Infectious” e prodotto da Nicholas Launay. Un lavoro che, vi anticipiamo sin da ora, ha stupito tutti, grazie soprattutto al primo singolo “Trap” che, con un riff di basso travolgente, ha paralizzato anche la casalinga di Voghera con mattarello in mano, in attesa di stendere la lasagna della domenica per scoprire chi sia questa band che suona il brano.

La band

Il frontman Kele Okereke e il chitarrista Russel Lissack, amici della contea dell’Essex uniti dalla passione per la musica, fondano il gruppo, seguiti dagli altri membri del gruppo Louise Bartle alla batteria e Justin Harris al basso. Un gruppo British che ha fatto capolino nelle varie annate con vari tentativi musicali, ma sempre con buoni risultati. Mi tornano in mente alcune canzoni di spicco, forse più commerciali come FluxSignsHelicopter, che mi ricordano una me adolescente e danzante nelle discoteche parmensi con questa che era “la canzone per andare in pista”.

Trap – Bloc Party
B come… ballo

“Alpha Games” è un album che raccoglie emozioni e sensazioni differenti, quasi come se ogni brano riprendesse le diverse situazioni di ognuno di noi per adeguarsi ai contesti nei quali queste canzoni si palesano. L’album si apre con il brano Day Drinker con un ritmo da post-punk revival che fa saltellare agevolmente tutti gli indie lover nei vari locali, e che prosegue con il brano “Trap” che apre lo scenario in una discoteca di mani e piedi danzanti, a colpi di basso.

“Rough justice” è una “strana sensazione in un bagno di sudore” (cit.). È claustrofobia, come se un petardo stesse scoppiano dentro un vaso Quattro Stagioni, e che quasi ti soffoca. E la sensazione è corretta, arriva. Un brano che spezza i ritmi danzanti precedenti di “You should know the truth” e la cockney song “Callum is a snake” con accenti e pause che fanno uscire tutta la musicalità e sound britannico.

Atmosfera da Party

I Bloc party sanno creare un’atmosfera che ci teletrasporta in qualche London Corner e che viene generata dalle loro canzoni e dal sound, che ci regala momenti di grande atmosfera emotiva come i brani “If we get caught” e “The Peace Offering”, che non mi stupirebbe trovare in qualche soundtrack di serie tv.

A differenza del penultimo album “Hymnes”, i Bloc party sentono il bisogno di ripresentarsi a tutti noi nel loro format e ritmi tipici del loro passato. Un tuffo, questo, che non sempre riporta alla luce la novità, ma solo una conferma di una identità già confermata e conosciuta.

La copertina del nuovo albm dei Bloc Party
Chi li ha (ri)visti?

Kele e Russel e gli altri membri del gruppo presentano in Alpha Games uno stile prettamente assimilabile ad un sound che ricorda vari colleghi musicali fra cui i Franz Ferdinand per il sound ed ironica, o anche ai Depeche Mode, ad esempio con il brano “The Girls are fighting”. Non a caso proprio i Bloc Party si sono esibiti come gruppo spalla dei Franz Ferdinand nei primi anni della loro carriera-.. che non abbiano assimilato qualche trick? Nei brani ci sento anche altri sound di gruppi come “Kaiser Chiefs” e “Fouls”, anche voi?

A che gioco giocano questi Bloc Party in Alpha Games? Beh, direi a fare una specie di gioco dell’oca, pensando di avanzare portando innovazione nel loro stile. Ma ahimè, senza grandi risultati. Un album questo dal quale trapela la voglia di fare ed essere collaborativi che hanno questi giovani, ma non pare che il loro genere sia mutabile nel tempo.

È un male? Lascio dirlo a voi ascoltatori.

Voto album un 6.5.

a cura di
Francesca Bandieri

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Francesca Bandieri

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