“Namiko e i giardini di Kyoto”, un libro che sussurra al cuore

“Namiko e i giardini di Kyoto”, un libro che sussurra al cuore
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Kyoto, nihon no furusato, la culla del Giappone. Una città magica in cui l’animo antico e quello più moderno convivono. E’ questo il luogo che fa da sfondo alla storia d’amore tra un giornalista tedesco di 29 anni, narratore della vicenda, e la studentessa Namiko.

Leggiamo di un amore delicato, che sboccia lentamente: di due mondi che si intersecano, si conoscono, si contaminano e si completano.

Il romanzo racconta la storia di queste due figure e di come un incontro fortuito, avvenuto in un giardino, possa cambiare l’esistenza di qualcuno. Ci svela come le cose più banali, ad esempio un pino, possano nascondere delle storie bellissime.

Andreas Séché, in Namiko e i giardini di Kyoto, non ci racconta solo una storia d’amore, ci fa riflettere su molti aspetti della nostra esistenza. Ma questo non succede in modo immediato. Le parole dell’autore diventano dei piccoli semi che, a poco a poco, germogliano nel nostro cervello e nel nostro cuore. In poco più di 150 pagine ci accompagna in un viaggio che ci aiuterà a capire che, per affrontare determinate situazioni, è necessario non essere schiavi della ragione ma che dobbiamo imparare a lasciarci guidare dal cuore.

Troppo spesso afferriamo le situazioni con la testa, e troppo di rado con la pancia. Analizziamo, anziché percepire semplicemente l’essere.

Un amore antico

Quella raccontata sembra una storia d’amore d’altri tempi. Un sentimento che cresce piano piano fino a sbocciare. Quello che doveva essere un semplice viaggio di lavoro, per scrivere un articolo sui giardini di Kyoto, si trasforma in un percorso di rinascita per il nostro narratore che troverà la forza di abbandonare la sua vita in Germania per trasferirsi in Giappone. Namiko gli insegnerà come il futuro è in grado di convivere con il passato, attraverso delle lezioni sugli ideogrammi. Gli farà scoprire la bellezza nascosta nella natura che, troppe volte a causa della frenesia della nostra vita, non riusciamo a percepire. La ragazza diventa una guida preziosa per scoprire i segreti della città e per imparare a vedere le cose con uno sguardo diverso.

Seguiamo le loro vicende dal primo incontro alla loro separazione e li vediamo fare tesoro di ogni giorno. Durante la lettura ci ricordiamo che per essere felici non servono grandi cose: basta un trattore arrugginito, e avere accanto qualcuno, per creare dei ricordi che porteremo per sempre nel nostro cuore.

Immaginai come, dieci anni dopo, seduti sul divano le avrei chiesto: “Ti ricordi il giro con il trattore, quando ci siamo sdraiati lungo quel ruscello?”. Namiko avrebbe appoggiato la testa sulla mia spalla, e il momento sarebbe stato di nuovo presente, richiamato dal passato, come il cavallo nella stazione.
Non lasciare che nulla andasse perso, stava tutto lì. Salvare l’attimo per il futuro.

Leggera come un fiore di ciliegio

Namiko vive la vita con leggerezza. La sua esistenza mi ricorda il viaggio di un fiore di ciliegio che, dopo essere stato staccato dal suo ramo da un soffio di vento, volteggia leggero verso il suolo.

La sua esistenza non è stata facile, ha perso la madre quando è venuta al mondo eppure questo le ha dato la forza di non buttarsi giù e di vivere ogni giorno con il sorriso. Namiko, attraverso i suoi sussurri, ci insegna a dare alle cose il giusto valore. Le parole dette sotto voce, come lei ci insegna, hanno un peso diverso:

È come sottolineare, ma senza, appunto, sottolineare in quanto nel ritirare la voce … il peso si sposta dalla forma al contenuto attribuendo a ciò che si voleva dire il tocco discreto delle cose significative.

La ragazza con il suo modo di fare ci accompagna alla scoperta di noi stessi perché questa è la magia che custodiscono i libri: attraverso parole scritte da altri possiamo imparare qualcosa su di noi, scoprire nuove prospettive che fino a quel momento ci erano precluse.

Namiko e i giardini di Kyoto è il libro perfetto da leggere in questa stagione, magari seduti in un prato mentre ci si prende una pausa dal mondo. Una lettura che parla di crescita, rinascita e di nuove prospettive. Perché a volte basta lasciare il sentiero già tracciato per riscoprire le meraviglie che la vita può offrirci.

a cura di
Laura Losi

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Laura Losi

Laura Losi è una piacentina classe 1989. Si è laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l’Università degli Studi di Parma con una tesi sulla Comunicazione Politica di Obama. Avrebbe potuto essere un medico, un avvocato e vivere una vita nel lusso più sfrenato, ma ha preferito seguire il suo animo bohemien che l’ha spinta a diventare un’artista. Ama la musica rock (anche se ascolta Gabbani), le cose da nerd (ha una cotta per Indiana Jones), e tutto ciò che riguarda il fantasy (ha un’ossessione per Dragon Trainer). Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo “Tra le Rose” e a breve vedrà la luce anche la sua seconda fatica, il cui titolo rimane ancora avvolto nel mistero (solo perché in realtà lei non lo ha ancora deciso).

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