La Storia, rigorosamente con la S maiuscola, non accade solo sui grandi palcoscenici o nei grandi avvenimenti. A volte può bastare il salotto di una villa genovese. E proprio lì, in una sera di settembre del 1969, si incontrano due persone o, per meglio dire, due anime che la Storia, nei rispettivi ambiti, l’hanno fatta eccome: Gigi Riva e Fabrizio De André.
Da qui parte il nuovo spettacolo portato in scena da Federico Buffa, lo storyteller sportivo (e non solo) più apprezzato d’Italia. Scritto dallo stesso Buffa insieme a Marco Caronna che, oltre ad esserne il regista, sul palco recita, suona e canta le canzoni di Faber, lo spettacolo vede anche la partecipazione del pianista Alessandro Nidi e un contributo “virtuale” di Paolo Fresu.

Il tour teatrale di Amici Fragili è iniziato il 30 novembre 2021 a Sassari e si chiuderà a Torino il 22 ottobre 2022. A Parma ha fatto tappa nella meravigliosa e suggestiva cornice del Teatro Regio.
Amici Fragili è un tuffo nel passato, in un’Italia dai sapori antichi e dalle melodie nostalgiche, che Federico Buffa convoglia e ammaestra come solo lui sa fare. L’incontro tra Riva e De André è contornato dalle singole storie dei due protagonisti. Due parabole in apparenza molto distanti, che si uniscono in una sola ed unica occasione, un incontro che dura un’intera notte tra whisky, parole (poche) e silenzi (tanti).

Il “telefono del vento”
La scenografia è minimalista, ma decisamente profonda. Un tavolo, due sedie, la bottiglia di Glen Grant che bevvero Luigi e Fabrizio, un baule e due cabine telefoniche, una rossa e una blu. Ovviamente. Ad un primo sguardo, le due cabine, potrebbero dire poco o sembrare fuori luogo ma, in realtà, rappresentano il “telefono del vento” di Otsuchi, in Giappone.
Amici Fragili scivola via leggero e a tratti informe, sospeso in un tempo che a volte sembra quasi indefinito. Due ore di teatro autentico, in grado di rievocare atmosfere lontane e quasi perdute. Difficile non chiudere gli occhi e pensare di trovarsi in un’Italia che oggi faticheremmo a riconoscere, dove i cantanti vengono rapiti e i calciatori migliori del paese vivono in ostello.

Non possono mancare ovviamente gli intermezzi musicali, nei quali Marco Caronna interpreta alcune canzoni di De André. Si possono così ascoltare Anime salve, Amico fragile, Hotel Supramonte, Creuza de mä, Fiume Sand Creek e, soprattutto, Preghiera in gennaio, la canzone della quale si innamorò Riva.
Amici Fragili si chiude con lunghi applausi, e non poteva essere altrimenti. Ancora una volta Federico Buffa parte da un episodio piccolo, per molti magari addirittura insignificante, e ne tira fuori uno spettacolo che merita di essere visto e vissuto. Perché, d’altronde, per una grande Storia serve un grande narratore.
a cura di
Simone Stefanini