Milano Fashion Week 2021: le passerelle P-E 2022

Milano Fashion Week 2021: le passerelle P-E 2022
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Vi parliamo di alcune delle collezioni della Milano Fashion Week di quest’anno e vi facciamo vedere le più belle.

Anche la Milano Fashion Week, dopo Londra e New York si conclude con 65 sfilate, 42 in presenza e 23 digitali. Le passerelle dei vari stilisti presentano le collezione della prossima stagione calda: primavera-estate 2022. Molti nomi conosciuti e molti ritornano come Roberto Cavalli ma anche nomi che debuttano come Maison Mariangela, Luisa Spagnoli, Hui, Vitelli, Joy Meribe e Maison Alvine Demamou.

Le novità dalla passerella

Armani festeggia i suoi ben guadagnati 40 anni. Gli abiti che si sono visti avevano la vita segnata e leggerissimi, piccole giacche e pantaloni con le pence dalle trasparenze marine.

Sportmax con uno stile tendente al minimale e funzionale con tocchi di arancio lilla, lime e verde menta il tutto gonfiato da sbuffi. Uso del jersey per ricordare il balletto.

Versace mostra una moda sexy, forte. Dalle linee che fasciano il fisico senza aderire con gonne corte e pantaloni a palazzo. I colori? Oltre al nero, molto fluo. La comparsa di Donatella a fine serata è stata accompagnata dalla cantante Dua Lipa.

Max Mara presenta una collezione da lavoratrice ribelle, una donna borghese che ha smesso di attenersi alle convezioni. Gli abiti sono sofisticati ma portabili, presenta lo sportswear ma l’alta sartoria regna sovrana.

Alberta Ferretti da vita a creazioni magiche con la farfalla come simbolo della collezione: rinascita e bellezza. Le lavorazioni sono preziose e sofisticate.

Fendi presenta in passerella una rivisitazione degli anni ‘70. Ecco che il ciclo della moda splende sulla maison romana.

Etro per la P-E 2022 porta in passerella abiti che trasmettono gioia di vivere e felicità. È chiaro il desiderio della stilista di superare questo brutto periodo. Cerca però, di non cadere nel romantico. Nei dettagli delle sue stampe si notano fiori carnivori e i Paisley non sono per nulla vintage. L’ispirazione è agli anni ‘70 e ‘90 che si traduce in una figura allungata, gonne sarong sopra gli abiti e raffinati saari. Le stampe sono spirituali.

Si fa la storia

Poche volte nella storia si è vista, invece, la collaborazione tra due stilisti. Alla Milano Fashion Week di quest’anno Fendi e Versace presentano una collezione unita pensata da Donatella e Jones. Come scrivono nei rispettivi account Instagram è una celebrazione della loro amicizia ma anche dell’impatto che hanno avuto entrambi nel mondo splendente ma anche amichevole della moda.

Sulla passerella è stato presentato il logo di Versace seguito dalla prima collezione pensata da Kim Jones di Fendi per Versace. Finita questa il logo gira rivelando quello di Fendi che mostra la seconda parte della collezione, pensata da Donatella Versace per Fendi. Le ultime a sfilare sono state le supermodelle Gigi Hadid e Naomi Campbell. Il risultato è “Fendace”.

Versace secondo Fendi
Versace secondo Fendi
Fendi secondo Versace
Fendi secondo Versace
Fendi secondo Versace
Versace secondo Fendi – Fendi secondo Versace
Qualche passerella in più

Ora vi mostreremo alcuni dei look che ci sono piaciuti di più di vari stilisti che hanno partecipato alla Milano Fashion Week.

Emilio Pucci
Ermanno Scervino
E. Scervino
Dolce & Gabbana
Dolce & Gabbana
Lorenzo Serafini
L. Serafini
Ferragamo
Prada
Prada
Missoni

Una cosa su cui crediamo sia necessario riflettere però, riguarda il fatto che sulle passerelle di quest’anno non vi era nessuna traccia di Body Positivity (tranne Fendi che ha portato in passerella anche modelle con taglie forti). Tutte le modelle erano bellissime e magrissime. Come se, la quasi campagna portata avanti sui social sulla bellezza della diversità dei corpi non sia altro che pubblicità.

Ricordiamo il coraggio di Gucci nella collezione del 2019. La maison ha presentato una modella, bella, ma fuori dai canoni sociali. La modella, Armine, è stata puntualmente attaccata da chiunque non riesca a vedere oltre gli standard sui social. Il Body Positivity deve partire innanzitutto da coloro che hanno visibilità sociale e che hanno la capacità di modificare più facilmente gli standard.

Dalla gente senza visibilità mediatica il cambiamento non avverrà mai in quanto ci saranno sempre molte, moltissime persone che non accettano quella che alla fine è la realtà: le diverse forme fisiche.

a cura di
Sara Sattin

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