Ogni mese gli Store online ci regalano una carrellata di nuove uscite musicali che viaggiano alla stessa velocità delle nuove uscite editoriali. Risultato? Musica e libri come se non ci fosse un domani, con l’imbarazzo della scelta per i rispettivi ascoltatori e lettori. Due mercati saturi, due realtà che hanno diversi elementi in comune, ma in particolare una continua e sempre più marcata constatazione: sono ambiti in cui tutti ormai tentano di copiare qualcuno.
Mi spiego meglio…
Che si tratti di un cantante o di uno scrittore, sta diventando sempre più difficile riuscire ad identificare singolarmente un artista perché sembra che ci sia solo un gran bisogno di copiare, emulare, seguire e riformulare frasi e concetti già espressi in tutti i modi possibili…
A.A.A. CERCASI PERSONALITA’
personalità: insieme delle caratteristiche individuali, che in quanto tali costituiscono o conferiscono motivo di distinzione
google.it

La preoccupazione principale è solo una: il successo, che per carità a chi non piacerebbe raggiungere dei traguardi importanti, in modo da poter diffondere al massimo la propria arte?!
Ma credo che per farlo, per raggiungere un successo reale, sia necessaria una struttura, una base solida che purtroppo non si trova in saldo su Amazon durante la settimana del Black Friday perché ha a che vedere con la personalità, il carisma, l’ingegno, la creatività e soprattutto l’autenticità di una persona.
Costruire la propria identità è fondamentale. Il campo artistico non è solo un tentativo in più da fare “per vedere se funziona”, è fatto di sogni, aspettative, porte in faccia e spesso nessuna presa in considerazione.
Che senso ha offrire un “prodotto” uguale a centinaia se non migliaia di prodotti uguali?
Il fatto che negli ultimi anni all’interno del panorama musicale abbiano funzionato i The Giornalisti, Calcutta, Coez o Gazzelle non significa che tutto il resto debba necessariamente adeguarsi, proponendo gli stessi testi con le stesse parole. Il fatto che per Calcutta abbia funzionato l’utilizzo (no-sense) di alcune città italiane, non implica che poi per i successivi 3 anni si debba riproporre lo stesso mood, senza inventare nulla di nuovo.
E allo stesso tempo, il fatto che abbiano “funzionato” autori come Fabio Volo o Massimo Bisotti, non significa che gli scrittori emergenti e non, debbano “prendere in prestito” intere frasi. Si tratta, sempre più spesso, di pensieri palesemente già esternati nello stesso e identico modo, facendo solo il minimo sforzo di andare su google a cercare dei sinonimi, giusto per non violare in toto il diritto d’autore.
Stiamo diventando sempre più poveri di originalità e sempre più ricchi di fotocopie prese in prestito dai cassetti di chi ci ha preceduti, quando in realtà servirebbe solo un cambio e un riciclo dell’aria e dell’area artistica che ci circonda, ormai viziata. Per farlo però, bisognerebbe smettere di copiare e iniziare ad essere sé stessi.
a cura di
Claudia Venuti
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