Noyb Wear la startup inclusiva

Noyb Wear la startup inclusiva
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Una startup italiana di biancheria intima comoda, funzionale e inclusiva per persone trans, queer e non binarie: NOYB Wear è finalmente online!

Noyb

Noyb Wear è quella realtà necessaria per la comunità LGBTQ+ e anche per la stessa consapevolezza per noi cisgender per poter capire meglio le problematiche che, una persona trans, queer e gender non conforming si trova ad avere nel corso del suo percorso di vita.

Spesso diamo per scontato che l’intimo sia accessibile a tutti, ma la realtà non è propriamente così, infatti tralasciando i costi, avvolte, proibitivi, mettiamoci pure la difficoltà nel reperire i prodotti giusti o nell’accedere anche agli stessi. Se vai in un negozio di intimo ho seri dubbi che sappiano darti un binder o uno slip da tucking.

Qui entra in gioco il ruolo di Noyb, ma se continuate nella lettura vi renderete conto che c’è molto altro.

L’intervista
So che può sembrare banale come domanda, ma penso sia necessario fare una sorta di sunto per far capire ai lettori di cosa andremo a trattare e di quanto l’argomento sia importante. Com’è nato il progetto Noyb?

Ci risponde Valentina Della Gatta, la founder di NOYB.
Nel 2020, vivevo in Inghilterra e la combo Brexit+Covid ha fatto sì che l’ufficio dove lavoravo chiudesse.
Ho trovato subito un nuovo lavoro da remoto, e passavo intere settimane senza NULLA da fare perché il capo non ci assegnava il lavoro, o era in ferie, o si dava malato (sempre di giovedì a pranzo). 

Negli anni precedenti avevo avuto una serie di idee imprenditoriali che non avevo mai perseguito per mancanza di tempo, o di soldi o di vera motivazione.

Tuttavia, a quel punto, mentre ero a casa ad annoiarmi, ho finalmente iniziato ad osservare in modo attento mia moglie (mia moglie Zoey è una donna trans) che si vestiva la mattina (pre-pandemia io uscivo prestissimo di casa per andare a lavoro, prima ancora che lei si svegliasse).

Se prima avevo solo visto che Zoey aveva difficoltà a trovare la biancheria intima (ma non ci avevo fatto troppo caso, non per cattiveria, ma io non penso nemmeno alle mie di mutande, figuriamoci a quelle altrui), ho iniziato a notare quotidianamente le difficoltà che aveva nel prepararsi: la vedevo tutti i giorni dare di matto perché non andava mai bene niente.

Negli anni precedenti l’avevo aiutata a cercare capi on-line, abbiamo letteralmente comprato qualsiasi cosa da qualsiasi paese purché ci arrivasse per posta, ma lei non era mai soddisfatta del comfort o della resa estetica.

All’ennesimo giorno di frustrazione, un po’ per gioco le ho detto “mo te le faccio io le mutande“. 

Invece di mollare poco dopo (come avevo fatto in passato), i giorni seguenti sono stati incredibilmente produttivi per me. Ho iniziato a immaginare come dovessero essere realizzati dei capi comprimenti, cosa servisse per produrli (me li cucio a casa? Ma non sarebbe meglio che li facesse una fabbrica di mutande? Ok, allora mi serve una azienda… Ok ma quanta gente ha una necessità di questo tipo? Faccio una indagine di mercato, cerco i competitor… e così via).

E così ho iniziato a cercare dei corsi su “come mettere su una startup”, ne ho trovato uno ben fatto e l’ho seguito. Quasi subito è entrato anche Elias che all’epoca ancora smanettava con la propria macchina da cucire per accomodarsi i binder per la sua taglia.

Voleva partecipare e contribuire al progetto, ma non sapeva esattamente come. Aveva competenze da grafico e anche le mani d’ORO (per tutto il fai da te del taglia e cuci): ho capito che era uno “smanettone” e che sarebbe stato cruciale, sia per l’esperienza pratica che per quella informatica.

Frattanto incarico un’altra persona (che oggi non collabora più con NOYB) e le affido la realizzazione grafica del logo e la creazione della prima pagina social di NOYB WEAR (solo dopo ho capito che il lavoro fatto non sarebbe stato utile, ma anche questa esperienza mi ha aiutata nella realizzazione del progetto).

Conosco poi Carolina AKA la Salvavoce, l’unica vocal coach in Italia specializzata per quello che riguarda i cambiamenti di voce e registro nelle persone trans. Iniziamo riunioni fiume, parlando delle difficoltà di respirazione coi binder.

A quel punto capisco che avviare NOYB per fare le mutande a mia moglie sarebbe stato riduttivo. NOYB non era più solo un progetto per fare le mutande a Zoey, ma per andare incontro ad un’esigenza di base di un sacco di persone. Decido dunque che NOYB avrebbe realizzato slip da tucking, binder e boxer mestruali da packing.

Così da coprire le necessità di chiunque.

Sono stati sei mesi intensi. Ho seguito il corso per creare la startup, organizzato milioni di riunioni, cercato persone che mi sembrassero adatte e che potessero sostenere e supportare, creavamo contenuti e li pubblicavamo. E avevamo un nuovo marchio da registrare (almeno così credevo).

Dopo l’estate, chiamo la mia avvocata di fiducia, Valentina (Sessa). Le racconto il progetto e le chiedo se può aiutarmi a creare l’azienda e a registrare il marchio. Non tutti sanno che Valentina è un treno supersonico: è veloce ed efficiente, sa le cose perché è sempre stata una secchiona totale e se non le sa, sa a chi rivolgersi per saperle. 

In due giorni non solo mi dà tutte le info che mi servivano, ma scopre anche che il logo non si può registrare perché è un doppione, una copia di un marchio già famoso ed esistente. 
Per risolvere la questione mi propone vari nomi spiegandomi che posso rivolgermi a X, Y e Z e che lei può aiutarmi volentieri.

Si fa raccontare il progetto e resta folgorata sulla proverbiale via di Damasco, più probabilmente qualche via figa in centro a Roma. Dice che il progetto le piace e che vuole partecipare. 

Facciamo qualche riunione e poi mettiamo insieme i pezzi, siamo in quattro: Valentina si occupa della burocrazia, io ed Elias ci mettiamo a caccia delle fabbriche che potrebbero realizzare i prototipi e Carolina ragiona su come strutturare il binder.

Elias trova l’azienda, è in Italia, è una realtà grande e sana. Valentina fa delle verifiche e mi conferma che è solida e che ha superato anche la “crisi da Covid”. Ci affidiamo a loro. Frattanto Valentina crea i contatti con The Washing Machine e varie altre persone con cui interfacciarci per fare network e spargere la voce. Tendenzialmente fa cose, vede gente e crea ponti importantissimi.

Mandiamo Carolina ed Elias in produzione per far realizzare un “binder taglia Carolina” e per creare i prototipi di slip da tucking e boxer da packing. Parte uno studio su tessuti, spalline, elastici, pieghe, pieghine e pizzo.

L’azienda produttrice inizia a realizzare i prototipi sulla base delle nostre indicazioni: sono belli, ben cuciti, si vede che sono fatti con amore.

Carolina che normalmente porta una quinta abbondante, con il binder porta una prima e mezzo. Va avanti anche la prototipia di slip e boxer: i capi devono essere duraturi ma comodi, performanti ma adatti alla vita quotidiana, lavabili in lavatrice e senza etichette fastidiose. Il percorso di scelta di tessuti e cuciture è lungo, ma le sfide ci piacciono. 

Inizia in contemporanea la collaborazione con TWM: la cura con cui sono creati i contenuti, IL LOGO bellissimo. Vabbè è amore. Ad inizio 2023 mandiamo in produzione una ottantina di prototipi in varie taglie e lanciamo tramite instagram una survey. Parte il focus group su Roma, Milano, Varese, Como e Vicenza.

Consegniamo i prodotti a persone disponibili a provarli gratuitamente e a dare un feedbak; i prodotti piacciano, tanto. Capiamo che è necessario fare delle piccole modifiche e ripassiamo in produzione per l’ultimo check.

Contemporaneamente organizziamo lo shooting. È stato bellissimo, le foto sono emozionanti. NOYB prende forma.

Arriviamo ad oggi: il team ora conta, oltre a me, Valentina, Carolina ed Elias, anche Antonio, il marito di Valentina. Anche lui è Avvocato, si è innamorato della nostra sintonia e ha deciso di partecipare al progetto per dare il suo contributo.

I prodotti, 5000 pezzi, sono stati consegnati il 12 dicembre 2023 alla Logistica (ci avvaliamo di una logistica esterna che gestirà le spedizioni e i resi e che ha creduto nel progetto).

NOYB WEAR è operativa!

Quali sono le difficoltà, se ce ne sono state, burocratiche e non solo, incontrate sul vostro cammino per la realizzazione del progetto?

Oltre a quanto raccontato da Valentina Della Gatta in risposta al punto 1), la difficoltà principale è stata quella di trovare dei partner commerciali (produzione, comunicazione, logistica) che credessero realmente nel progetto e che fossero disponibili a sposare l’idea non perché fosse “una buona idea commerciale”, ma perché credevano fortemente nella necessità di fornire intimo a tutt*. Abbiamo faticato, ma alla fine ci siamo riusciti a individuare:

  1. un’agenzia in grado di aiutarci a creare la giusta strategia di comunicazione;
  2. un’azienda italiana esperta nel settore dell’intimo e disponibile a collaborare con NOYB nella realizzazione di Binder, Slip da Tucking e Boxer Mestruali da Packing. Abbiamo, dopo molti tentativi (e tante mancate risposte a richieste di contatto), trovato chi era in grado di supportarci nella prototipazione, nella scelta dei materiali e dei colori e nella produzione. E lo ha fatto supportandoci in ogni momento e credendo nel progetto.
  3. La logistica in grado di coordinarsi con la produzione e con noi e garantire un servizio di altissima qualità
A parte i canali classici di promozione, avete pensato a qualcosa di originale per promuovere l’iniziativa?

A giugno 2023 abbiamo avviato una collaborazione con RomaSmistamento, siamo stati Sponsor di QueerPandemia evento realizzato al Base di Milano dal 22 giugno. Siamo ora Sponsor di “QueerPandemia – Genesi di una metamorfosi, evento realizzato da Romasmistamento dal 1 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024.

Il 16 e il 17 dicembre saremo presenti all’evento di Romasmistamento “Fatti i pacchi tuoi” con uno stand espositivo dei prodotti che potranno essere visionati dal vivo.

Abbiamo capito che l’esigenza primaria delle persone è quella di poter vedere i capi e provarli. È per questo che ci stiamo organizzando, stiamo trovando degli spazi dove poter esporre i prodotti e consentire a tutt* di provarli.

Ad inizio 2024 organizzeremo un evento dedicato a NOYB sempre con il supporto di Romasmistamento. L’idea è quella di organizzare una sorta di “tavola rotonda” per poter parlare non solo di NOYB ma del perché è nata e di quanto ancora è necessario fare per far sì che tutt* possano avere un intimo dedicato facilmente accessibile.

Poi ci sono altre novità nel calderone, ma al momento non possiamo ancora spoilerare, dobbiamo solo incrociare le dita.

Alla base, oltre al fornire intimo adatto per far sentire confortabili tutt*, il messaggio di sensibilizzazione è veramente forte. C’è qualcosa che volete aggiungere?

Il punto cruciale è che avere ACCESSO a dell’intimo è, secondo noi, una questione di dignità umana. Perché la biancheria non è solo un lembo di stoffa. Se così non fosse, mio fratello indosserebbe le mutande di mia nonna…tanto serve solo a mettere una barriera tra il corpo e l’esterno, no? E invece la questione è più ampia e più complessa.

A chi dice che non serve intimo dedicato, chiederei quand’è stata l’ultima volta che hanno indossato la biancheria del sesso opposto o di una taglia che non era adatta, o che lə facesse sentire a disagio.

Inoltre, la questione dell’accesso si sposa con la funzionalità che per alcun3 significa alleviamento della disforia, per altr3 significa avere un buon passing e per altr3 ancora è il semplice sentirsi bene nei propri panni.

Peraltro, l’intimo funzionale è una cosa già esistente nel mondo cisgender. Un reggiseno a balconcino che mostra un seno più importante, o una culotte imbottita che rende le natiche più prominenti, sono esattamente quello.

Noi semplicemente abbiamo deciso di dedicarci con amore e impegno ad una categoria di persone che conosciamo o che amiamo o con cui ci identifichiamo, per poter fare qualcosa di bello per tutt3.

Concludiamo con una domanda che forse può diventare uno spoiler: progetti per il futuro? Magari un trasportare anche a livello fisico i prodotti nei vari negozi di intimo così da informare e normalizzare il tema?

Poter trasportare un domani i prodotti all’interno dei negozi di intimo è un qualcosa che abbiamo nel cassetto. Anche solo aprire dei popupstore in una o più città sarebbe un passo enorme. Sappiamo che non sarà semplice, ma non è stato semplice neanche creare e far decollare NOYB, quindi perché non provarci?

Ci piacerebbe essere presenti fisicamente in altre città oltre a Roma. Abbiamo intenzione di produrre capi anche per pre-adolescenti e adolescenti che hanno le stesse necessità, come anche costumi da bagno, biancheria intima sportiva funzionale ed espandere la produzione ad abbigliamento gender-neutral in senso ampio. 

Ci piacerebbe anche, accanto all’attività commerciale, creare uno sportello ascolto e in generale avviare un’attività finalizzata a sensibilizzare le persone su tematiche importanti, delle quali troppo spesso non si parla o se ne parla male. E chissà, consultori, attività pro-bono e chi più ne ha più ne metta.

a cura di
Iolanda Pompilio

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