“The Strangers: Capitolo 1” – la recensione in anteprima

“The Strangers: Capitolo 1” – la recensione in anteprima
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Pensavate che avessi finito con gli horror per quest’anno? E invece no! In un momento dove il genere sta sfornando film in continuazione (e dal mordente più o meno incisivo), nel 2022 viene comunicata l’intenzione di riprendere una pellicola del 2008 di assoluto interesse, riportarla in vita e trasformarla in trilogia. Saranno riusciti a creare un film interessante come il primo, o sarà il solito horror d’intrattenimento senza la pretesa di entrare nei cuori degli amanti del genere?

Ormai abbonato ai buoni e vecchi horror – ed avendo trovato quello che per me è il film dell’anno! -, nella mia testa il discorso su questo genere era concluso per quest’anno, ma mi ero dimenticato di quello che reputavo una delle maggiori scommesse del 2024: The Strangers: Capitolo 1.

Inizialmente in uscita il 10 luglio, la pellicola è stata rimandata diverse volte (motivo per cui mi ero totalmente scordato della sua presenza), fino ad arrivare alla data definitiva di oggi, giovedì 28 novembre. Questi ritardi hanno provocato una riduzione d’interesse nei confronti di un film che, sin dal primo trailer, mi era sembrato il giusto trait d’union tra il The Strangers del 2008 ed il futuro del franchise.

L’idea dei killer che agiscono la notte con delle maschere in faccia è sempre stata un grande classico del genere, ma nonostante tutto riesce a suscitare ancora un vero e proprio interesse da parte del pubblico e della critica.

In una serata stranamente mite, sono andato all’anteprima stampa di The Strangers: Capitolo 1, con la convinzione che avrei passato un’ora e mezza senza assistere alla proiezione di un capolavoro, ma sicuramente dell’inizio di una trilogia che sarebbe potuta risultare estremamente interessante.

Sarà stato davvero così?

C’è Tamara in casa?

Respiro… . Inquadratura su una figura che fugge attraverso un bosco nei pressi di Portland. Un uomo spaventato, ma da chi?

Lo sconosciuto cade e tre figure mascherate si fanno grandi sopra di lui. È la sua fine, che arriva con un colpo d’ascia ben assestato.

Sullo schermo appare una scritta: “Negli Stati Uniti viene commesso un omicidio ogni 26,3 secondi”. È questo l’incipit che introduce al film, il primo tassello di un terrore che non tarderà troppo ad arrivare.

Conosciamo i nostri protagonisti, Maya e Ryan (Madeleine Petsch e Froy Gutierrez), una coppia che sta andando a Portland per svoltare la sua vita lavorativa e per festeggiare il suo quinto anniversario (di fidanzamento).

Appena prima del loro arrivo, però, i due decidono di uscire dall’autostrada per cercare un posto dove mangiare ed arrivano a Venus, un paese con 400 anime dove tutti sembrano, sin da subito, ostili alla coppia.

Dopo un buon pranzo – ma in una situazione di forte disagio – i due decidono di proseguire, ma la macchina non parte, confinandoli così in questa ridente cittadina. La coppia trova quindi un posto dove dormire in un B&B, una baita in mezzo al bosco dove tutto tace ed ogni cosa può sparire.

È questo l’inizio di una notte che Maya e Ryan non dimenticheranno mai. Dopo un primo momento di felicità (avete capito cosa intendo?), alla porta bussa qualcuno.

“C’è Tamara in casa?”.

Frase che tutti gli amanti del film del 2008 conoscono. Il segnale per una carneficina.

Quel senso di Déjà-Vu continuo

Il regista Renny Harlin attinge a piene mani dal soggetto di Bryan Bertino, cercando di addolcirlo a tratti, pur mantenendo il core centrale della storia creata nel 2008 (che aveva creato tanto interesse negli spettatori, con un incasso clamoroso per l’epoca).

Questo tentativo di pacare le tinte del film si traduce, però, in 45 minuti di crescente tensione, che va ad aumentare senza esplodere mai. Per poi giungere lentamente ad un finale forse fin troppo sbrigativo, che lascia chi è seduto in sala con quell’amaro in bocca tipico di una sveltina.

La sensazione di B-movie è un retrogusto amaro che rimane terminato il film. Tuttavia, guardando come è stato girato, diventa solida la certezza che i tre capitoli siano stati prodotti in contemporanea per farli uscire nel più breve tempo possibile. Anche il budget di 8,5 milioni è un altro indizio
Ciò non significa che The Strangers: Capitolo 1 sia una pellicola qualitativamente peggiore, ma semplicemente a basso budget.

D’altro canto, la colonna sonora è certamente uno dei punti di forza dell’intero film: il continuo crescendo e sfumando delle musiche crea la giusta tensione per tutto il film, diventando l’elemento centrale dell’intera pellicola.

Segno che non bisogna per forza inserire continui jump scares (comunque presenti) nei film horror per fare paura.

La fotografia invece risulta per lo più piatta, soprattutto per colpa dell’ambientazione notturna che non crea mai un effetto “wow,” restituendoci la sensazione di star guardando uno di quei film prodotti tra amici che non hanno la voglia di curare una post-produzione con colorazioni uniche e caratteristiche.

Un aspetto, questo, che fa perdere discreto mordente a The Strangers: Capitolo 1. Il quale, con colori e riprese caratteristiche, avrebbe elevato maggiormente la tensione che si crea durante i complessivi 91 minuti.

Curiosità prima della visione

Prima della visione vi lascio a qualche curiosità sul film e sul franchise in generale:

  • nonostante il film sia ambientato in Oregon, le riprese sono quasi totalmente svolte nei pressi di Bratislava;
  • con un budget di 8,5 milioni di dollari, ha pareggiato il costo del primo film, ma non ha ancora raggiunto i suoi guadagni (ad oggi il botteghino dice 45 milioni;
  • l’uscita prevista per i due restanti capitoli della trilogia sarà nel corso del 2025;
  • questa trilogia è pensata come prequel del film del 2008, per fare conoscere il trio di killer al pubblico;
  • Il franchise si basa su veri fatti di cronaca: vengono ripesi alcuni tratti della Manson Family e dell’omicidio di Sharon Tate, quello della baita Keddie del 1981 (caso ancora oggi irrisolto) e un evento avvenuto a Bryan Bertino da bambino, quando, una notte in cui i genitori del giovane non erano in casa, qualcuno bussò alla porta e chiese di qualcuno che non viveva lì.
Rimandato a settembre

Usciti dalla sala, la sensazione che rimane è quella del ragazzo intelligente che non si applica (quante volte abbiamo sentito questa frase), per colpa di un horror che risulta a tratti blando ed una sbiadita copia della pellicola del 2008, rimasta scolpita nei cuori e nelle menti degli amanti del genere.

Si sa già cosa succederà durante i primi 5 minuti di film e la sceneggiatura ricalca passo dopo passo il primo The Strangers, senza creare mai quel sussulto che un horror dovrebbe suscitare. Vista così sembra la tipica occasione sprecata, dopo aver resuscitato un soggetto di successo.

Voglio però dare il beneficio del dubbio alla trilogia e rimanerne deluso una volta finita tutta, dandole la possibilità di farmi ricredere e affermare che, in realtà, il regista avesse le idee ben chiare.

Il consiglio per i cinefili di primo pelo è di guardare questo The Strangers: Capitolo 1 senza la visione del film del 2008, per poi visionarlo successivamente e far i dovuti confronti. A tutti quelli che invece hanno già visto la pellicola precedente, suggerisco di andare al cinema senza le pretese di vedere un’opera migliore, perché così non sarà.

Questo non significa che non vi godrete il film, anzi, ma cercate di non fare confronti e prendete quello che passerà sullo schermo come il primo tassello di un quadro più grande che potrà stupirci.

Buona visione!

a cura di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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