Dietro le quinte di “Pistola ad acqua”: STRE torna a raccontarsi e sogna l’Arena di Verona

Dietro le quinte di “Pistola ad acqua”: STRE torna a raccontarsi e sogna l’Arena di Verona
Condividi su

Ciao STRE, bentornato su THS. Come ti definiresti nella vita di tutti i giorni?
Ciao ragazzi, è sempre un piacere. Sono una persona molto allegra e (apparentemente) sempre spensierata, ma nascondo sicuramente un’anima molto inquieta e tormentata. Sono cocciuto e determinato, faccio le cose seriamente ma non mi prendo mai sul serio; vivo sempre la vita con molta ironia e cerco di trarre sempre il meglio dal peggio, anche quando questo sembra prevalere, la musica è spesso lo strumento con il quale compio questa azione.

Ritieni ci siano delle differenze tra chi sei nella quotidianità ed il tuo personaggio?
Forse nella vita sono un po’ più “cazzaro” di come possa apparire a una persona che non mi conosce e guarda, ad esempio, un mio video musicale. Mi dicono spesso che nei videoclip sembro sempre una persona “più seria” ma è semplicemente una sfaccettatura interpretativa. Io non porto un personaggio manco sul palco; durante i concerti sono iperattivo, proprio come sono spesso nella vita.

Cosa ti ha spinto a dar vita al tuo progetto artistico?
Tante cose, dalla voglia di superare momenti bui con la musica alla necessità vitale di creare sempre qualcosa (un sano ma ossessivo bisogno di creatività), alla più semplice enorme passione per la musica stessa.

Cosa vuol dire, per te, comunicare attraverso la musica?
Esorcizzare i dolori, buttarli un po’ fuori, perché se restano dentro mi fanno più male. Scrivo quasi sempre in momenti bui, non mi piace raccontare i fatti miei sui social ma nelle canzoni si, c’è tutta la mia vita.

È da poco uscito il tuo ultimo singolo, “Pistola ad acqua”, ti va di parlarcene?
No! Scherzi a parte, certo! È una canzone leggera ma energica su un amore molto tormentato. Il contrasto leggerezza/amarezza la fa da padrone e l’odio si sovrappone, come spesso accade, all’amore. È un brano leggero sulle parole pesanti, su un amore difficile, sbagliato ma vero. L’ho scritto di getto registrando prima tutta la parte strumentale.

Ad accompagnare il brano, c’è il videoclip ufficiale, molto catchy. Cosa puoi dirci a riguardo?
Nel video ho cercato di ricreare una rappresentazione disperata ma ludica, proprio come nel brano. Ho creato lo stesso clima dell’ambivalenza racchiusa nel testo, dove la bellezza di un ricordo – «ho ancora il tuo odore addosso» – si trasforma nella riluttanza del presente – «ho ancora la tua puzza addosso» – portando in scena il rapporto di amore-odio tra due clochard, a cui se ne aggiunge, nel corso della narrazione, un terzo. Ho enfatizzato il triangolo amoroso dando l’importanza al numero 3 studiando la fotografia e la color correction in base anche a questo. Tre sono infatti anche le colorazioni utilizzate per le scene musicali, quelle dei clochard e quelle relative ai flashback. È un video ironico con un finale tragicomico che smorza la tensione con uno stallo alla messicana in cui volevo citare un po’ il maestro Sergio Leone, al posto di una pistola vera ovviamente ce ne una ad acqua!

Hai appena annunciato che sei tra i finalisti dei TIM Music Awards 2023, dove avrai la possibilità di esibirti prima dei BIG all’Arena di Verona; cosa possono fare i tuoi fan per supportarti?
Fino a una settimana fa potevano votarmi dal sito ufficiale che però è in down da svariati giorni, non so cosa sia successo onestamente! Forse, possono fare solo una preghierina. =)

Condividi su

STAFF 1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *