Liede: “La poetica delle piccole cose può salvarci la vita”

Liede: “La poetica delle piccole cose può salvarci la vita”
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“Testacoda” segna per Liede un momento importante della sua carriera musicale, caratterizzato da una metamorfosi artistica, e da alcune novità…

Liede, in seguito all’esordio “Stare Bravi” è tornato sulle scene con un nuovo album intitolato “Testacoda”. Questo disco segna un momento di cambiamenti per l’artista, il quale sta intraprendendo da una parte un rinnovato approccio artistico e musicale che vira più verso l’atmosfera clubbing, e dall’altra ha dato inizio a un nuovo percorso autorale.

Infatti, in questi giorni di Sanremo potremmo sentirlo nominare più volte essendo uno degli autori del brano presentato da Giorgia a Sanremo “Parola dette male”. In più può vantare l’entrata nel roster degli autori di Sony Music Publishing, raggiungendo un nuovo traguardo per la sua carriera musicale.

Noi lo abbiamo intervistato per farci raccontare questo nuovo album, che nononstante contiene testi che rivelano ansia e paura per il futuro, contengono anche tanta speranza.

Ciao Liede! Rispetto al tuo scorso album Stare Bravi, TESTACODA abbraccia un genere decisamente diverso con elementi techno/house che si addicono perfettamente a ciò che riguarda il mondo della notte. Cosa ti ha ispirato a sperimentare questo nuovo sound? Hai avuto influenze musicali e/o tutto ciò deriva dal tuo vissuto?

Il sound di TESTACODA è frutto di un lungo lavoro di ricerca e selezione fatto insieme ad Ale Bavo, il produttore del disco. Avevo molti brani, quelli scritti per ultimi gli hanno raccontato una storia ed è stato bravo a mettere in equilibrio i miei gusti con un look che convincesse entrambi. L’ispirazione arriva tutta dal mondo della notte, che è il nostro habitat naturale. Seguo molto la club culture torinese pur non essendone il massimo esperto, però ci sguazzo a meraviglia, cerco di andare a più serate possibili. Dopo il lockdown è diventato quasi un imperativo. E la musica elettronica, techno, house, organic house, goa, psytrance -la musica fatta principalmente di suono a scapito delle parole- è, paradossalmente, per me che do grande importanza all’elemento testuale, quella che ultimamente ascolto di più.

Hai affermato che Testacoda, il titolo dell’album, indica una perdita di controllo, uno sbandamento. Ce ne parleresti più dettagliatamente?

Ho chiamato TESTACODA questo disco perché credo riassuma bene come concetto il mood che traspare dalle sue canzoni. Chi sono, dove sto andando e perché? E soprattutto, me la caverò? E come? Cerchiamo di immaginare l’inizio di un attacco di panico mentre si guida. L’auto siamo noi, la strada è quel preciso momento della nostra vita.

Mi rendo conto che troverete questa risposta evasiva, distraente, come scritta dentro la centrifuga di una lavatrice. Ma è stato per me più facile trasformare in canzoni questo sentimento, questo feeling esistenziale, che provare lucidamente ad analizzarlo per capire da dove provenisse e come metabolizzarlo e uscirne.

Se si perde aderenza coi capisaldi dell’esistenza e col quieto vivere, perché ci si assorda sfrangendosi di notte nella ricerca di una risposta all’inutilità della vita, la cosa migliore che possa capitare, o perlomeno la meno grave, è un testacoda. Perché non è un incidente, non c’è irrimediabilità: dopo il testacoda, se ci si crede e si trovano le forze, si può ripartire, ci si può rimettere in carreggiata.

E questo più o meno lo racconto in “Non morire domani”, la traccia che chiude il disco, che per me è un forte messaggio di speranza.

Origami ha un messaggio forte, cosa significa per te questa canzone?

Origami in parte vorrebbe essere una canzone d’amore, ma dell’amore emerge solo la sua incomunicabilità e la sua inafferrabilità. Ci ho messo dentro una delle immagini che fin da piccolo mi ha sempre fatto venire i brividi, immaginare la mia morte per qualcuno che dovrebbe amarmi. È una canzone strana, le immagini si susseguono come fotografie, dipinti, ricordi di vite non vissute. Vorrei essere tutte le cose che ci ho scritto dentro, e so che non è così.

Ovviamente non mi sognerei mai di fare il soldato, ma sicuramente mi piacerebbe vedere impazzire di gioia mio padre al mio rientro da una missione! Credo sia una cosa schifosamente egoistica, bisognerebbe desiderare la felicità dei propri affetti non come sollievo dal timore della propria morte, ma tant’è. Narrativamente secondo me è valida! O forse banalmente hollywoodiana. Non so.

Fare gli origami coi discorsi significa proprio annodarsi in parole parole e parole invece che trovare una soluzione ai problemi reali. Dico che vorrei essere molte cose, mi dispiaccio del contrario, e invece che provarci mi crogiolo nel descrivere il tutto. Ecco l’origami, le dita che si intrecciano mentre cerchi di fare un cigno con un quadretto di carta.

Non morire domani è un brano spettacolare, e racconta delle piccole cose alle quali spesso non diamo importanza, ma che in realtà possono avere una grande influenza positiva se considerate nel corso del tempo. Il brano è stato messo alla fine dell’album, quasi come se fosse la conclusione di tutti i capitoli che ci hai raccontato in questo album. Allora ci chiediamo: il testo potrebbe essere una soluzione a ciò che comporta il “Testacoda”? 

Esattamente! Sono molto contento che vi sia piaciuto. La poetica delle piccole meraviglie del quotidiano può salvarci (salvarmi sicuramente) la vita. Non che pensi al suicidio, sia chiaro. Ma anche vivere male, trascurando la bellezza, è una sorta di morte, e forse una condanna anche peggiore, perché colpevole.

Puoi parlarci della tua collaborazione con Samuel e come hai vissuto questa esperienza?

Samuel è un animo sensibile col quale ho trovato un’affinità artistica davvero speciale. Mi ha insegnato e mi sta insegnando molto, e sono felicissimo che la sua disponibilità a collaborare su un mio brano si sia poi concretizzata in “Sogni randagi”, perché è una canzone che alla fine, in estremissima sintesi, parla di amicizia. Quell’amicizia che ti aiuta ad andare avanti quando la realtà ti travolge con paure esistenziali, quando senti il cuore in fondo al mare e non sai cos’è il futuro e cosa mai ti riserverà.

Son momenti attraverso i quali si passa tutti, io ci convivo da non ricordo neanche più quanto! Comunque, il percorso fatto insieme a Samuel ruota tutto attorno all’importanza che entrambi diamo alla creatività, alla fine parliamo sempre di questo, del come affrontare e decodificare la vita creando. È un artista e un amico prezioso col quale affrontare queste riflessioni.

Alla fine di “Brutta Storia” canti “Siamo quei propositi tutti uguali… Siamo il quarto desiderio e lo sappiamo. Il genio ne esaudisce tre, solo tre”. Quindi ti chiedo, quali sono i tuoi propositi per questo nuovo anno, e i tre desideri che faresti realizzare dal genio della lampada?

Sono troppo bravo a far marcire i buoni propositi per propormene e promettermene ancora. Soprattutto, l’inizio di un nuovo anno è così intriso di generica malinconia per il passato e tristezza per l’invecchiare e l’appassire del tutto che lo trovo un momento davvero difficile per fissarsi dei buoni obiettivi.  Eppure è un anno che, per quello che mi riguarda e più mi sta a cuore, è iniziato nel migliore dei modi, dopo tante delusioni.

Non posso raccontarvi nulla al momento, ma spero tornerete da me nelle prossime settimane per una chiaccherata sul tema! Per ora vi lascio con queste parole non dette e questo sasso tirato e mano nascosta.

I tre desideri che farei realizzare al genio della lampada sono:
1. un disco al quale segua un anno di tour ogni anno finchè crepo;
2. che chi mi ama non soffra per colpa mia;
3. il quarto desiderio
.

Hai anticipato che ci sono già in programma nuove canzoni, pensi di sperimentare un nuovo genere? 

TESTACODA è un disco fondamentale per me, ma sono convinto che sia un disco di passaggio. Per ora ho una gran voglia di suonarlo, abbiamo pubblicato le prime date, Bologna, Milano e Firenze, e iniziano ad arrivare le prima proposte dei festival estivi.

Sento di essere nel pieno di una metamorfosi, ho trovato il polo nord della mia bussola ma ho appena iniziato il viaggio. Difficilmente tornerò con un disco di cantautorato “classico”, le nuove canzoni hanno ancora atmosfere riconducibili al mondo della musica elettronica, ma è un universo infinito, suoneranno sicuramente diverse da queste 9 tracce.

Sono molto emozionato, ho una gran voglia di andare avanti e vedere dove si arriva.

Chi è Liede?

Liede è Francesco Roccati. Di Torino, in teoria è un cantautore, in pratica è un casino.

Nel 2016 ha pubblicato il suo disco d’esordio, “Stare Bravi”, grazie al quale ha potuto suonare parecchio in giro per l’Italia per più di due anni. Il singolo “Corsica” nell’estate 2017 è stato programmato da Radio Deejay e Radio2. Ha aperto i concerti degli Ex-Otago e di Samuel in alcune date dei loro rispettivi tour, e ha suonato nei principali club e festival italiani in compagnia di Gazzelle, Giorgio Poi, Canova, Frah Quintale e tutti gli altri.

Poi il mondo è entrato in coma. Nell’estate 2021 ha selezionato alcuni brani neonati e ne ha fatto un disco, per fotografare e cristallizzare quel particolare momento della sua vita. I brani usciti nel 2022 sono “Chance”, “Credici”, “Quando si mette male” e “Brutta Storia” che suona  -insieme ad altri estratti in anteprima dal nuovo album- in apertura ad Elettronica Club Tour 2022” di Samuel (Subsonica, Motel Connection) iniziando così a collaborare con Kashmir Music. “Testacoda” è il suo secondo album, prodotto da Ale Bavo, mixato da Marco “Cipo” Calliari e masterizzato da Simone Squillario, che esce il 10 gennaio 2023. A febbraio 2023 firma, con Alberto Bianco, “Parole dette male”, il brano che Giorgia porta al Festival di Sanremo 2023 ed entra, come autore, nel roster Sony Music Publishing. 

Ascolta qui l’album “Testacoda”

a cura di
Morena Kercuku

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