Martina e Nancy ci raccontano”La Route Rouge”

Martina e Nancy ci raccontano”La Route Rouge”
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Fuori dal 3 novembre “La Route Rouge” è il nuovo singolo del duo Edifici composto da Martina e Nancy. Una canzone scritta in francese e che di Francia parla, con un sound fuori dagli schemi, nel quale strumenti anche non convenzionali interagiscono tra loro.

Edifici, l’intervista.

Ciao ragazze. Come definireste la vostra musica ed il vostro essere artista?

Ciao. Essere artiste per noi significa seguire la nostra vocazione con spontaneità. Infatti, sia io che Nancy, ci siamo legate alla musica quando eravamo ancora delle bambine e da allora abbiamo affrontato il nostro percorso di crescita, fino ad arrivare al professionismo, con molta naturalezza. Purtroppo quando decidi di fare della tua passione un lavoro si deve accettare qualche compromesso e ciò può non essere semplice, ma è proprio qui che entra in gioco la nostra musica. Se dovessimo scegliere una parola per descriverla sarebbe “libertà”. 

Quanto è importante, per delle giovani ed emergenti, essere impattanti al primo ascolto? E in che modo esserlo?

Noi crediamo che dipenda dagli obiettivi che ci si pone, essere impattanti al primo ascolto è importante. Chi vuole emergere con rapidità ha bisogno di presentare un prodotto più o meno in linea con i gusti del momento e per noi significherebbe mettere nuovamente dei paletti alla nostra musica, quindi abbiamo optato per l’altra opzione: provare a costruire qualcosa di nuovo. Qualcuno la reputa una missione impossibile, essendo il panorama musicale saturo, ma noi crediamo che la musica sia continua evoluzione e il nostro obiettivo è farne parte.

Con la Route Rouge, il vostro nuovo singolo, credete di esserci riuscite? Nello specifico, cosa colpisce della canzone e di voi?

Consideriamo la Route Rouge come il secondo livello della nostra ricerca sonora, il primo è rappresentato dal disco “Edifici” pubblicato lo scorso inverno; quindi la risposta è si, perché sentiamo di essere avanzate nel nostro percorso.

Del brano crediamo possa colpire la decisone di mescolare strumenti e stili che in genere non interagiscono spesso tra loro e l’utilizzo della lingua francese; di noi forse il coraggio (o la pazzia) di cimentarci in queste composizioni creative e sperimentali, il cui risultato positivo non è sempre così scontato.

Sicuramente interessante l’uso della lingua francese…

Questa canzone è un omaggio a Mentone e a tutto ciò che rappresenta per gli artisti, infatti essa è una città con una forte energia che negli anni ha ispirato molte persone. Claude Monet ad esempio, giusto per citarne una, ha dipinto il celebre quadro “La Route Rouge près de Menton” a cui ci siamo a nostra volta ispirate. Inoltre Nancy, essendo parte della sua famiglia originaria delle zone limitrofe, ha sviluppato un forte legame con quei luoghi. Quindi per tutti questi motivi, rimboccandoci le mani e facendo molti esercizi di dizione, scegliere la lingua francese è stato scontato.

Quali sono le ispirazioni che vi spingono a scrivere un brano? Cosa accende in voi la lampadina della creatività?

Quando abbiamo iniziato a scrivere insieme sentivamo entrambe l’esigenza di poter comporre e sperimentare liberamente senza timore del giudizio l’una dell’altra, dopo numerosi anni passati a studiare la musica dei grandi è nato in noi il desiderio di iniziare a produrre la nostra. Un brano può nascere da un’esperienza vissuta, una paura, un sentimento, un tema sociale che ci sta particolarmente a cuore, a volte arriva dal nulla autoalimentandosi grazie alla musica stessa, a volte invece nasce semplicemente dall’esigenza di fare esperienza e creare un portfolio musicale… Insomma potrei andare avanti ancora perché le fonti d’ispirazione sono numerosissime, ma c’è una cosa che ci stimola sempre: l’interazione tra noi. Siamo musiciste che provengono da due formazioni differenti, seppur con molti punti d’incontro, lavorare insieme accende sempre la nostra creatività.

Essere genuini è ancora un valore? O è meglio scrivere da subito musica con l’idea chiara di raggiungere un determinato segmento di mercato?

Noi abbiamo fatto della genuinità e della spontaneità le fondamenta del nostro progetto. Non avere un target preciso rende più difficile farsi apprezzare sempre, ma permette alle nostre personalità di emergere chiare (nel bene e nel male) e di provare a creare qualcosa di nuovo che ancora non si è sentito. Ricollegandoci alla domanda numero due, dipende dagli obbiettivi che ci si pone: nessuna delle due strade è sbagliata, conta soltanto scegliere quella più idonea per realizzare il proprio progetto.

Donne e musica: nel 2022 la discografia è ancora maschilista? Se si, in che modo cambiare?

Bella domanda. Purtroppo l’impronta maschilista del mondo musicale più in generale è ancora molto forte. Abbiamo entrambe vissuto esperienze in cui colleghi ci parlavano come se non sapessimo da che parte iniziare per registrare i nostri brani (questo è solo un esempio tra i diversi episodi), ma in tutta risposta la musica pubblicata fino ad ora è stata autoprodotta e registrata nel nostro studio privato. Spesso una donna non viene scelta perché è una brava professionista, ma perché è di bella presenza. Per fortuna le cose stanno cambiando, ma troppo lentamente. Nel nostro settore ci sono tante musiciste piene di talento, l’importante è continuare a dimostrare ogni giorno il nostro valore.

Cosa arriverà dopo la Route Rouge?

In questo periodo ci sentiamo particolarmente ispirate. Abbiamo in cantiere altri due brani, uno in italiano e uno in inglese, che vedranno la luce nei prossimi mesi. Saranno stilisticamente differenti da “La Route Rouge”, ma ci auguriamo che potranno piacere molto anche a tutte quelle persone che non siamo riuscite a conquistare con questo singolo. Un altro piccolo spoiler che ci sentiamo di fare è che stiamo lavorando anche su un videoclip di uno dei brani presenti nel nostro album edito “Edifici”, in collaborazione con un fumettista… Sperando di avervi incuriositi, ci vediamo presto!

a cura di
Redazione

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