Purple Hearts, il campione estivo di views su Netflix
“Purple Hearts”, uscito il 29 luglio sulla piattaforma streaming Netflix, racconta la difficile storia tra malattia e differenze di una improbabile coppia.
“Purple Hearts”, la storia di un amore improbabile, dal momento in cui sbarca su Netflix il 29 luglio, conta ascolti record in tutto il mondo, mantenendo per tre settimane il primo posto in classifica dei dieci film più visti sulla piattaforma.
Tra amore e odio, difficoltà economiche e problemi di salute, si dipana la storia dei due protagonisti, Cassandra Salazar e Luke Morrow, rispettivamente interpretati dagli attori Sofia Carson e Nicholas Galitzine.
I due vivono due vite completamente diverse, due vite per certi versi al limite e tentano di sopravvivere l’una e di redimersi l’altro in un film delicato ma talvolta crudo, tratto dal libro “Purple Hearts: A Novel” scritto da Tess Wakefield.
Per gli appassionati dei libri però c’è una cattiva notizia: il romanzo non è stato tradotto in Italia.
La Trama
“Purple Hearts” narra la storia di Cassandra Salazar, Cassie, una cantautrice femminista e pacifista che si batte per la propria autodeterminazione, contro le disuguaglianze e discriminazioni e di Luke Morrow, un marine del corpo degli Stati Uniti d’America.
Per necessità, i due, finiscono per sposarsi, nonostante il disprezzo reciproco.
Cassie ha da poco scoperto di essere malata di diabete di tipo 1 e lavora in un bar in cui, ogni tanto, canta cover di band famose assieme alla sua band “The Loyal” con cui spera un giorno di poter suonare per tante persone canzoni scritte da lei.
Una sera Cassie incontra Luke al bar e dopo un iniziale colpo di fulmine si riscoprono reciprocamente ostili: Cassie odia gli uomini in uniforme, Luke invece non sopporta chi non riconosce il sacrificio e la paura di coloro che vanno al fronte in nome della patria.
Se è vero che i protagonisti non si sopportano, è anche vero che sono costretti dagli eventi della vita a finire assieme, a sposarsi.
L’assicurazione sanitaria di Cassie non copre tutte le spese per l’insulina che le serve e si trova spesso a non riuscire a farsi bastare le dosi, finendo a terra priva di forze.
Luke dal canto suo ha un passato problematico di abuso di sostanze stupefacenti e deve molti soldi al suo ex spacciatore che lo tormenta in continuazione.
Il punto di svolta
Ai due viene così in mente di sposarsi: l’assicurazione sanitaria dei membri dell’esercito compre per intero le spese dei coniugi e allo stesso tempo, l’esercito, accredita mensilmente un surplus economico ai soldati se questi sono sposati.
Basterà poi divorziare al ritorno di Luke dalla missione per poter continuare ad avere un anno di copertura sanitaria per Cassie e abbastanza soldi per Luke per risarcire il proprio ex spacciatore.
Tra i due quindi, il patto di sposarsi e fingere non solo di essere attratti l’uno dall’altra, ma di fingere di amarsi e portare avanti la commedia tramite videochiamate, mail e messaggi.
Questo continuo scambio di mail fa sì che i due si conoscano sempre più intimamente, fino a portare Cassie a scrivere una canzone in onore del marito dal titolo “Come Back Home” che canterà in anteprima ai marines durante una videochiamata.
Durante la missione però Luke si ferisce e viene rimpatriato: da qui inizia una convivenza che non avevano preventivato che, purtroppo o per fortuna, diventa la protagonista della storia, scandita dalla convalescenza e la terapia riabilitativa di Luke.
Il pericolo di farsi scoprire però è sempre maggiore: il padre di Luke decide di affiancarlo durante la terapia ed essendo un ex poliziotto militare non accetterebbe una truffa come questa.
Perché di truffa si tratta: per chi si sposa per convenienza, pratica molto comune, c’è la corte marziale per il militare e un processo penale per il civile.
Perché la storia ci commuove così tanto?
La convivenza forzata li porta inizialmente a scontrarsi. Cassie è spaventata e ostile e non sopporta la presenza di Luke nella propria casa, amando sopra ogni cosa la propria indipendenza.
Ma, giorno dopo giorno entrambi si ammorbidiscono e si avvicinano l’un l’altra arrivando, senza rendersene conto, a rispettare i voti coniugali: sostenersi e aiutarsi nella salute e nella malattia.
Cassie infatti trova in Luke il più grande sostenitore della propria musica. La sostiene e la ascolta mentre gli racconta le difficoltà ma anche i progressi del proprio lavoro. Luke dal canto suo trova in Cassie una persona dolce che lo aiuta a prendersi cura di se stesso.
Le aspettative, talvolta basse, che si hanno nei confronti delle storie d’amore vengono superate da una trama lineare, concreta, verosimile con personaggi ben caratterizzati e studiati.
Facile immedesimarsi in una storia che ci fa innamorare minuto per minuto di due protagonisti con i piedi per terra che recitano con il cuore, divertendosi.
I momenti di snodo della narrazione non sono mai scontati, non vi è mai quel momento tragico che ci si aspetta possa arrivare in un drama romantico che invece in questo caso, ci insegna come la chiave del rispetto e del vero amore siano l’accettazione e la comprensione delle differenze.
Alla fine Cassie e Luke pagheranno per la “truffa” proprio nel momento in cui truffa non era più ormai da tempo anche se i protagonisti non avevano la forza di ammetterlo.
C’è un lieto fine? Sì, c’è, ma anche questo lieto fine non è scontato.
La colonna sonora, la produzione e il ruolo cruciale di Sofia Carson
Sofia Carson, attrice, cantante e autrice, veste per questo film anche il ruolo di produttrice esecutiva con la collaborazione della madre. Questi ruoli plurimi della Carson si concretizzano in una colonna sonora creata ad hoc per il film dove le melodie, gli arrangiamenti e i testi risultano un booster d’eccezione a sostegno di una trama sostanziosa e pragmatica.
Dalla prima canzone “Come Back Home” alla successiva “Blue side of The Sky” vi è un crescendo di pathos che accompagna la crescita personale dei protagonisti cosa che rende ancora più coinvolgenti i momenti musicali in cui Cassie si esibisce, mano a mano, su palchi sempre più importanti.
L’apice dell’interpretazione profonda di Sofia Carson avviene però con la canzone finale “I Didn’t Know” che fa da tramite alla totale presa di coscienza dei propri sentimenti per Cassie.
Ci sarà un seguito?
Netflix non ha ancora confermato un seguito alla pellicola nonostante l’accoglienza più che ottima della pellicola.
Dopo il primo fine settimana che ha segnato ascolti da record, durante la seconda settimana Netflix ha registrato circa 102 milioni di ore di visualizzazione per “Purple Hearts” cosa che ha portato il film a rimanere primo nella classifica di film più visti per tre settimane.
Sia l’attrice Sofia Carson che Nicholas Galitzine stanno fantasticando sulla possibilità di riprendere nuovamente i panni di Cassie e Luke dopo aver visto la risposta del pubblico.
Si tratterebbe quindi di un eventuale spin-off, dato che non esiste un secondo libro che narra la storia della musicista e del marine.
Indiscrezioni inoltre tratterebbero la possibilità di far dirigere la pellicola alla stessa Sofia Carson che così facendo, ricoprirebbe anche il ruolo di regista, rendendo quindi quasi integralmente questo progetto come il proprio “bambino”.
Non ci resta che attendere, ma rimaniamo fiduciosi.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli
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