Kalush Orchestra – P.zza Vittorio Emanuele II, Monopoli – 16 agosto 2022
La Kalush Orchestra per l’unica data italiana del tour hanno scelto Monopoli come meta, chiudendo la festa patronale in onore della Madonna della Madia.
La location
Per una volta sono felice che una band, addirittura vincitrice dell’Eurovison Song Contest 2022, abbia scelto come unica data italiana del tour, una città pugliese. E non di certo una città qualunque.
Se avete letto i report passati dei concerti svoltisi a Monopoli, sapete quanto personalmente trovi la cittadina costiera una delle più belle e caratteristiche della Puglia. Ce ne sono tante altre, ma il mare bello, il centro storico figo con i cannoni in bella vista e i porticcioli che ti fanno venire voglia di innamorarti penso di averli visti solo qui.
Tolta questa digressione torniamo a noi. Per la conclusione della festa patronale in onore della Madonna della Madia ci sarà il concerto della band ucraina vincitrice dell’ultimo Eurovision. I Kalush hanno riscosso successo con la loro Stefania, non solo per l’orecchiabilità della stessa, ma anche per quello che il popolo ucraino da quasi sei mesi sta vivendo.
La guerra
Nonostante siano passati quasi sei mesi, pare ieri il 24 febbraio e l’inizio della guerra in Ucraina. Ci eravamo appena scrollati il peso (almeno buona parte) del Covid e di quel che ha comportato e subito siamo caduti dal pero con quella che pare la guerra degli ultimi.
Non voglio dilungarmi su questo argomento, rischierei di arrabbiarmi e potrei partire or ora per andare in Russia a dirgliene quattro in barese stretto stretto a Putin, quindi inspiro ed espiro e torno alla festa religiosa e al concerto.
L’opening: i Terraross
Ad aprire e riscaldare i presenti ci pensano i Terraross, gruppo jonico conosciutissimo in zona, e non solo, tant’è che almeno io li avevo già visti recentemente all’uno maggio tarantino e soprattutto li ricorderete per la foto con Madonna l’anno scorso ad Ostuni.
Con il loro sound nostrano, tra pizzica, tarantella e folkore del sud non si può che ballare sulle note dei pezzi che suonano. La band è così composta: Dominique Antonacci, Giuseppe De Santo, Anna Rita Di Leo, Stefano Pepe, Vito Gentile, Carlo Porfido, Antonio De Santo e Caterina Totaro.
Il brano più emozionante è sicuramente quello dedicato alla città di Taranto, la città con la terra rossa, quella che se la respiri ti fa male la gola. Non poteva esserci gruppo migliore per aprire il concerto dei Kalush. Non ci saranno le bombe, ma a Taranto c’è la guerra da anni per poter di nuovo respirare aria pulita.
I Kalush
I Kalush Orchestra sono una band formatosi nel 2019 e costituito dal rapper Oleh Psjuk, dal musicista Ihor Didenčuk e da MC KylymMen si è arricchito dell’orchestra composta da Tymofii Muzychuk e Vitalii Duzhyk e dai coristi Džonni Divnyj e Oleksandr Slobodnjak.
Il pubblico, formato prevalentemente da donne e bambini, pochi gli uomini soprattutto ucraini (di più italiani) chiamano i Kalush, li invitano a palesarsi sul palco. Cosa che avviene con qualche piccolo problemino tecnico che porta il più pazzo (per me) componente della band a scendere e salutare tutti i bambini presente e non solo.
Si esibisce, mentre i tecnici ripristinano la situazione, in passi di break dance e il pubblico esplode in un boato di gioia nel vederlo. Poco dopo anche altri componenti della band scendono per salutare il pubblico che sventola bandiere ucraine.
Come ha detto poco prima sul palco Dominique dei Terraross leggendo la lettera del sindaco “La Puglia abbraccia i fratelli Ucraini accogliendoli. Qui stasera vince la Musica” e infatti dopo poco iniziano ad esibirsi.
Il pubblico è in delirio, le ragazzine urlano i pezzi in ucraino, noi non ci capiamo molto, ma quando su Stefania entrano i bambini che intonano il pezzo prima della Kalush Orchestra, l’emozione è palese. Una canzone per le donne, per le nonne, per i bambini che in Ucraina stanno soffrendo per il capriccio di un singolo.
Nella piazza c’è la possibilità di fare delle donazioni per i bambini rimasti orfani e non solo. La gente aiuta come può. Italiani e ucraini cantano anche alla fine del concerto, in un bis stra richiesto, Stefania.
La Puglia veramente sembra abbracciare i fratelli ucraini sul palco che, una volta finito il concerto sono rimasti per incontrare i presenti intervenuti.
Insomma non si sono montati la testa, anzi, i piedi li hanno ancora ben saldi e sanno che la priorità resta quella di aiutare il proprio popolo in qualunque modo.
a cura e foto di
Iolanda Pompilio
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