La Storia e Io: “Nel paese delle donne selvagge”
Nel paese delle donne selvagge di Matsuda Aoko, edito in Italia per e/o, è un vero e proprio percorso all’interno della tradizione folkloristica giapponese. I racconti che compongono il libro sono, infatti, rivisitazioni di antiche storie di fantasmi che popolano da sempre l’immaginario nipponico.
Aoko, scrittrice e traduttrice, esordisce nel 2013 con Sutakkingu kanō (Impilabile), nominato per il Premio Yukio Mishima e per il Noma Literary New Face Prize. Nel 2019, il suo racconto Onna ga shinu (La donna muore) è stato selezionato per il Premio Shirley Jackson.
La raccolta è un laboratorio in cui Aoko sperimenta e fa propri gli Yōkai, ovvero una classe di entità e spiriti soprannaturali del folklore giapponese. La parola yōkai (妖怪) è composta dai kanji di “attrazione; calamità” e “apparizione; mistero; sospetto“. Fantasmi e personaggi ancora vivi si intrecciano così, capaci di nuova vita e nuova voce, a tratti attiva e politica.
Quando sono diventata adulta, mi sono anche resa conto di come queste vecchie storie riflettessero e incoraggiassero le persone a interiorizzare visioni misogine nei confronti delle donne, dato che la maggior parte delle volte queste storie erano scritte e raccontate da uomini. Quindi, pur amandole molto, ho sempre avuto sentimenti contrastanti nei loro confronti e, scrivendo Nel paese delle donne selvagge, ho voluto creare uno spazio in cui tutti i fantasmi femminili potessero divertirsi e trovare nuove vite. Dopo aver iniziato a scrivere il libro, ho fatto delle ricerche per trovare nuove storie che non conoscevo. Una delle storie che mi ha affascinato è stata “Neko no Tadanobu”, che ho riscritto come “Folle di gelosia”, in cui appare una donna gelosa. La donna non ha un ruolo importante nella storia e nessuno si dispiace per lei anche se il marito la tradisce. Così, nella mia storia, l’ho resa un personaggio principale e le ho permesso di essere gelosa quanto vuole.
Il ruolo delle donne
La scrittrice affronta il ruolo delle donne, nel passato e nel presente, in Giappone. Racconta una società ancora fortemente maschio-centrica, dove le donne non sono incoraggiate a portar fuori la propria natura e sviluppare una personalità forte e sicura di sé.
Perché il mondo funzionava così? La società era ingiusta! Spesso gli uomini erano costretti a fingere di essere in grado di fare cose che non erano in grado di fare, mentre le donne dovevano fare finta di essere incapaci di fare cose che in realtà sapevano fare. Che assurdità! Nel corso dei decenni e dei secoli quante donne si erano viste tarpare le ali e non avevano potuto manifestare il loro talento? E quanti uomini, invece, si erano visti attribuire come per magia abilità che non possedevano e poteri che non meritavano?
Ma anche il modo in cui oggi le ragazze sono influenzate da un canone che le vuole sempre più perfette, in ordine e omologate. Il disfacimento di una società che non rispetta più il valore dell’individualità e dell’importanza di poter decidere se essere deboli o forti, al di là del nostro genere di appartenenza. E lo fa attraverso personaggi tradizionali che, nel loro essere mostruosi e nella capacità di metamorfosi, trovano la possibilità di cambiare loro stessi ed il loro ruolo nella società.
La rinascita
Troviamo donne che trasformano la loro gelosia in risorsa, un potere straordinario e raro, che le porterà ad entrare in una “antica e gloriosa brigata”. Mogli sottomesse che assumono sembianze punk e selvagge, un fantasma-baby sitter che, quando una madre single e mal giudicata è a lavoro, si prende cura di un bambino. Una ragazza che, riscoprendo il suo io selvatico, si copre di una splendida e folta peluria.
I fantasmi di Aoko, antichi e moderni, nella morte rinascono a nuova vita. Liberi finalmente di poter abbracciare il loro io più profondo, riscattando il loro diritto ad essere liberi ed indipendenti.
Tutto questo avviene attraverso una poliedricità di stili. All’interno dello stesso racconto, infatti, Aoko passa dal comico al drammatico, dalla narrazione in prima persona alla lettera, senza risultare mai confusionaria o disorganizzata.
A fare da collante per i diciotto racconti è un’azienda che produce incensi speciali, dove essere umani inconsapevoli e fantasmi convivono, collaborando e condividendo dolcetti. La cosa più interessante è che questo fil rouge non è un punto di partenza, ma di arrivo. Anche noi, pagina dopo pagina, iniziamo a percepirlo insieme ai tanti protagonisti, fino alla realizzazione finale e completa.
Nel paese delle donne selvagge non è solo un quadro completo della società giapponese, presente e passata. È un inno alla libertà, al diritto di abbracciare la propria natura e all’importanza di avere una propria voce.
a cura di
Andrea Romeo
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