Eugenio In Via Di Gioia – Parco della musica, Padova – 7 luglio 2022

Emozioni, sorrisi, lacrime. Folla che balla, salta, alza le braccia e muove la testa a ritmo di musica; abbracci, amici di vecchia data, nuove conoscenze: tutto ciò al parco della musica di Padova, grazie ai nostri Eugenio In Via Di Gioia.
I giochi di luce sono azzeccatissimi, l’energia che gli Eugenio In Via Di Gioia dedicano ad ogni canzone pure. Sono in grado di intrattenerci facendoci giocare con loro e facendoci sentire parte attiva dell’evento. Introducono tutti i brani nel modo più azzeccato, con tanto di sketch improvvisati fuori scaletta e con il frequente saluto a Rachele, la spettatrice più giovane: una bambina di due anni.
Nel corso della serata ci fanno attraversare ogni tipo di emozione grazie alla loro semplicità, alla loro simpatia, alla loro profondità. Sembra di stare a chiacchierare con degli amici.
Sono inoltre accompagnati da un quartetto di musicisti che completano la parte strumentale con fiati, synth, bonghi, tamburelli e altri curiosi strumenti etnici.
Il concerto
Iniziano carichi con la Quarta rivoluzione industriale, brano che nel loro nuovo album è in featuring con Elio; talmente carichi che già alla seconda canzone, Cerchi, si rompe una corda della chitarra di Eugenio… che ringrazia Padova per il calore con cui sono stati accolti.
In Prima di tutto ho inventato me stesso intrattengono con il loro famoso sketch del gigante cubo di Rubik: obiettivo di Eugenio è quello di completarlo entro la fine della canzone. Un intoppo però lo porta a chiederne uno di riserva al pubblico; sorprendentemente, ne vola uno dalla folla verso il palco. Non servirà comunque: il cantante riesce ad aggiustare il suo fedele cubo gigante e ad utilizzarlo, appoggiandolo in equilibrio sopra la chitarra mentre la suona, per poi riprenderlo in mano e usarlo fino a risolverlo mentre invece canta.
Prima di suonare Nuvola, gli Eugenio In Via Di Gioia invitano tutti a fare silenzio per creare un’atmosfera ancora più intima, in linea con la profondità del brano, sottolineando quanto per fare un applauso possano bastare anche due o tre persone, mentre per fare un silenzio è necessario collaborino tutti.
Verso la conclusione
Dopo Non vedo l’ora di abbracciarti, canzone particolarmente significativa per il significato che porta poiché uscita durante il periodo pandemia, escono dal palco. Si fanno attendere un po’ a suon di “se non metti l’ultima noi non ce ne andiamo”.
Tornano in scena solo loro quattro, senza gli altri musicisti, al buio, in silenzio. Riprendono in mano i loro strumenti. Si accendono poche luci gialle, calibrate, essenziali: sembra di stare sospesi in un’altra dimensione mentre suonano Provincia assassina, brano dedicato a un amico venuto a mancare anni fa. Sono forti le emozioni che crescono in questa atmosfera, ricamate e cucite insieme da una forte empatia collettiva.
Dopodiché cambiano spirito, caricando nuovamente l’aria di energia e divertimento con una bellissima versione dal vivo di Eurovision in Turin.
Concludono salutando e ringraziando tutto il pubblico, senza dimenticarsi della piccola Rachele. Per finire, suonano Chiodo fisso, l’immancabile Altrove e Terra, la loro più sentita dedica d’amore scritta per questo pianeta che, in modo sempre più visibile, sopravvive a stenti.
Scaletta completa
Quarta Rivoluzione Industriale
Cerchi
Libero
In Cima
La punta dell’Iceberg
Prima di tutto ho inventato me stesso
Filastrocca per grandi
Rabbia
Nuvola
Giovani illuminati
Plot twist
Giornalaio
Umano
Utopia
Lettera Al Prossimo
Non vedo l’ora di abbracciarti
Provincia assassina
Eurovision in Turin
Chiodo fisso
Altrove
Terra
a cura di
Gaia Barbiero