Eurovision Song Contest 2022 – Pagelle della finale

Eurovision Song Contest 2022 – Pagelle della finale
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Vince l’Ucraina, c’era d’aspettarselo. Non la canzone migliore in assoluto, ma il messaggio del voto del pubblico (oltre 400 voti) è chiaro. Inconcepibile il decimo posto dei pokemon norvegesi. Le pagelle della finale dell’Eurovison Song Contest 2022

Francia-Algeria tamarrissima ma penultima, i pokemon dei Daft Punk solo decimi, tamarreide spagnola d’improvviso terza e l’Ucraina di Jamiroquai edizione Ali Express prima grazie al televoto. La finale dell’edizione 2022 dell’Eurovision Song Contest ha donato colpi di scena, stecche e principi d’infarto.

Non dilunghiamoci ulteriormente, che le cose importanti sono scritte qui sotto. Ecco le pagelle finali della finale. Attenzione: nervosismo e fastidio ad alti livelli.

Czech Republic: We Are Domi – Lights Off (22° posto)

Lana Del Rey con i campionamenti tamarri di FL Studio 9. Si conferma una buona canzone tamarra degli anni ’10. Il quartultimo posto è una punizione eccessiva. Si rifaranno venendo scelti per il prossimo spot della Wind. Voto 6,5, Lana del Rey in discoteca

Romania: WRS – Llámame (18° posto)

Continua lo spaesamento in cui vive e si diverte WRS: un brano 100% spagnolo/latino perfetto per aperitivo in spiaggia con Bacardi Breezer all’arancia in mano e pareo svolazzante. Praticamente una fusione tra Ricky Martin ed Enrique Iglesias. Voto 5,5, figlio illegittimo confuso

Portugal: MARO – Saudade, Saudade (9° posto)

Maronna mia marò (e i marò’). Il Portogallo in finale è imbarazzante tanto quanto la mia calvizie galoppante (ho fatto anche la rima, che bello). Una intro lunga tre minuti su base lo-fi di quelle che puoi scaricare gratuitamente da YouTube. Il gioco di luci soffuse non aiuta. Voto: 4, buonanotte con ansietta

Finland: The Rasmus – Jezebel (21° posto)

Il fatto che loro siano ventunesimi e il portogallo nono aumenta il fastidio in me. “Jezebel” è lungi dall’essere una delle canzoni migliori dell’Eurovision, ma almeno ha del ritmo. E poi è la rivincita dell’attaccatura alta quanto il K2 e del “Guardatemi, reggo ancora”. Voto: 7, class action per la fronte i The Rasmus

Switzerland: Marius Bear – Boys Do Cry (17° posto)

Bimbo prodigio incredibilmente in alto. Rispetto alla semifinale, ora Mario Orso non è costantemente sul filo dell’intonazione alla membro di segugio. Grazie Mariolino, almeno ho potuto fare tre minuti di placido sonno. Voto: 6, Milka alla valeriana

France: Alvan & Ahez – Fulenn (24° posto)

Dopo i “porquà” ripetuti all’infinito dello scorso anno, finalmente qualcosa di tamarro. Ok, è più Algeri che Parigi negli arrangiamenti e il tizio con la chitarra e pad è credibile quanto Mel Gibson ne “I Mercenari”, ma datemi quel cazzo di Negroni che dobbiamo andare a spaccarci in pista. Non l’avrei mai detto, ma il 24° posto è davvero infame. Voto: 7, serata e bustina di Oki

Norway: Subwoolfer – Give That Wolf A Banana (10° posto)

Avremmo tutti scommesso su di loro per una posizione molto più alta in classifica, ma l’Eurofestival è inamovibile. I pokemon Daft Punk edition rimangono comunque tra i più divertenti da vedere e ascoltare. Ballate voi con del poliuretano in testa. Voto: 8, forse non siete pronti per tutto questo, ma ai vostri figli piacerà (cit. Marty McFly)

Armenia: Rosa Linn – Snap (20° posto)

Gran Cherokee parcheggiato in doppia fila fuori il Pala Alpitour, solita scenografia che sembra un glitch grafico e via, verso un concessionario Fiat del Nevada. Voto: 5 presentarsi in pigiama non ha pagato

Italy: Mahmood & Blanco – Brividi (6° posto)

Ahia la stonatura. Emozionati? Certo. Forse se fossero entrati su un monopattino rubato preso in prestito in Piazza Castello avrebbero allentato la tensione. Da mesi dicevo che non avrebbero vinto in alcun modo l’Eurovision. Non ho portato sfiga, semplicemente ci hanno messo il carico. Menzione d’onore per il sosia di Rovazzi al pianoforte finto. Voto: 6, dai, c’avete provato

Spain: Chanel – SloMo (3° posto)

Dopo lo scimmiottare della Romania, arriva l’originale. La stuntman di Jennifer Lopez regina dei cliché spagnoli in salsa tamarreide. Però funziona. Ah, se Paso Adelante ci fosse ancora… Voto: 8, fieri di essere grezzi e feroci

Netherlands: S10 – De Diepte (11° posto)

Valeriana e Camomilla in un mix di noia travolgente. Gossip Thrones colpisce ancora. Almeno non è sopra i norvegesi. Voto: 4, gonadi in caduta libera

Ukraine: Kalush Orchestra – Stefania (1° posto)

Il pubblico ha deciso che l’Ucraina dovesse vincere l’Eurovision Song Contest 2022. Messaggio sociale? Politico? D’altronde uno o due anni fa gli inglesi ricevettero 0 (zero) voti perché attuarono la Brexit. Di buono c’è il fatto che sia una delle canzoni migliori di quest’anno. Voto: 7,5, imminente duetto Jamiroquai-Zelensky

Germany: Malik Harris – Rockstars (25° posto)

Eccolo qui, un altro che usa il termine “rockstar” solo per far presa sulle ragazzine che considerano Hilary Duff e Hanna Montana heavy metal satanico. Invece è l’ennesima canzone pop banale e perfetta per il prossimo tv-drama pre-adolescenziale. Sei voti totali. Rido un po’. Voto: 4, credevo fosse Glee, invece era l’Eurovision

Lithuania: Monika Liu – Sentimentai (14° posto)

Techetechete’? No, la Lituania. Ma questo mood da James Bond sotto LSD è ben fatto. Meritava qualche posto più in alto. Voto: 7,5, anacronismo funzionale

Azerbaijan: Nadir Rustamli – Fade To Black (16° posto)

Voce potente, tra le migliori dell’Eurovision 2022. La canzone rimane però un tritamento di noia. Pregevole la scenografia a (relativamente) basso impatto ambientale con le luci al minimo. Voto: 6+, risparmio energetico

Belgium: Jérémie Makiese – Miss You (19° posto)

Continuano i furti nel reparto giacche brutte di H&M, continua l’accalappiamento di riff scartati da Justin Timberlake. Quell’urletto verso la fine stonato è stato peggio di Mamhood e Blanco dentro una campana rotta. Voto: 4,5, copione colto in castagna

Greece: Amanda Georgiadi Tenfjord – Die Together (8° posto)

Anche in finale il sottoscritto compie gesti apotropaici, non si sa mai. Florence + The Machine ha creato bellissima musica, ma anche tante fotocopie che neppure durante uno stage in redazioni giornalistiche ambite. Ottavo posto, sopra la Norvegia; inconcepibile (cit.). Voto: 5,5, fotocopiatrice

Iceland: Systur – Með Hækkandi Sól (20° posto)

Il country, il Nebrasca, i campi di grano, Boe e Duke a bordo del Generale Lee, il tramonto. Che bella l’America di provincia. Ma siamo in Islanda. Le Systur però ignorano ciò, e uniscono i campi di cotone degli Stati Uniti del sud con vocalizzi degli Abba più intimisti. Tutto molto bello, ma hanno mandato in confusione il pubblico che, difatti, non le ha votate. Voto: 6,5, Daisy mentre scrive allo sceriffo per il rilascio dei suoi cugini

Moldova: Zdob şi Zdub & Advahov Brothers – Trenulețul (7° posto)

La Romagna incontra i saloon di “Hazard” in cui ogni tanto c’è qualche facinoroso rockettaro, ma in Moldavia. Tutto questo è meraviglioso, lo ripeto da giorni. Scardino qualsiasi patriottismo e dico che avrebbero meritato almeno il 6° posto rispetto all’Italia. Ora scusate, vado a incasinarmi il cervello con Zobob si… Zub… con loro. Voto: 8+, vincitori morali

Sweden: Cornelia Jakobs – Hold Me Closer (4° posto)

Abba, ma anche Amon Amarth, Arch Enemy, Opeth. Poi arriva lei, Cornelia, da non confondersi con la strega arcinemica di Zio Paperone. Un po’ Anastacia, un po’ radio di sottofondo. Un po’. Basta. Quarto posto rubato. Voto: 5, brogli elettorali

Australia: Sheldon Riley – Not The Same (15° posto)

Il nuovo eroe Marvel, l’uomo lampadario, arriva quindicesimo. Un po’ come se Iginio Massari arrivasse quinto in una competizione tra pasticceri amatoriali. Controllo di voce pazzesco, discreta canzone, e arriva quindicesimo. Io sono senza parole. Voto: 8, I can’t deal with this shit anymore

United Kingdom: Sam Ryder – SPACE MAN (2° posto)

Da Space Valley a TikTok all’Eurovision Song Contest. Tonno ne ha fatta di strada. Però mi devono spiegare il secondo posto, perché il brano è veramente brutto, stonature comprese. Ah, la potenza di TikTok. Voto: 5,5, social power

Poland: Ochman – River (12° posto)

Il più elegante della fiera. Zia Carola è fiera di te, hai fatto la tua figura al saggio di fine anno. Ora però fallo un sorriso, bello de’ zia. Voto: 6+, nuovo aneddoto per appuntamenti su Badoo

Serbia: Konstrakta – In Corpore Sano (5° posto)

Per un attimo ho creduto che potesse vincere, invece questa massa di screanzati e nemici dell’igiene non ha apprezzato il tutorial. Ingrati, Barbara D’Urso ha fatto scuola e voi non recepite. Voto: 8, Amuchina Awards Winner

Estonia: Stefan – Hope (13° posto)

Nelle repubbliche baltiche c’è qualcosa che non quadra. Tutto questo folk-counrty-western da dove sia uscito fuori, non si sa. Però lo fanno bene. Futura spalla per aprire i concerti delle cover band dei Blues Brothers sponsorizzati da Dacia Duster. Voto: 7+, ho una strana sensazione (non in un bagno di sudore)

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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