E noi come stronzi rimanemmo a guardare: il futuro rivisto da Pif

E noi come stronzi rimanemmo a guardare: il futuro rivisto da Pif
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“Non c’è fuga dalla società/ la natura non c’entra niente/i vostri rapporti sono di potere/ tutti abbiamo buone intenzioni/ ma tutti siamo manovrati”(Natural’s Not in It – Gang of Four)

E noi come stronzi rimanemmo a guardare è l’ultimo film di Pierfrancesco Diliberto meglio conosciuto come Pif. Dopo il trionfo al Festival del Cinema di Roma il film è disponibile dal 29 novembre su Sky Cinema. Prodotto da Wildside, Vision Distribution, il film prende ispirazione dal libro “Candido” (La Nave di Teseo) di Guido Maria Brera e Raffaele, del collettivo “I Diavoli”

Tema principale è la diffusione delle app nella nostra vita quotidiana capaci di stabilire rapporti di vita e di lavoro fino all’amore. Protagonista del film è il manager Arturo (un bravissimo Fabio De Luigi) che introduce nell’azienda in cui lavora da vent’anni, un’algoritmo che stabilisce chi sono i dipendenti più produttivi. Ironia della sorte vuole che lui stesso sia escluso dall’applicazione e licenziato in tronco. Si ritroverà così ad affrontare una ricerca disperata del lavoro ma si ritroverà ad avere un’età considerata poco produttiva per gli standard.

Il potere delle app

Non gli resta che accettare la proposta di lavoro come rider presso una multinazionale che ricorda molto le più famose aziende di food delivery presenti oggi nel mercato. Sarà sempre un app che stabilirà l’incompatibilità di coppia con la sua patner (Valeria Solarino) e ad Arturo non rimane che cercarne un’altra con un’ennesima App messa a disposizione proprio dall’azienda in cui lavora.

Questa ennesima applicazione permette di avere un ologramma sempre vicino della propria patner ideale ( Ilenia Pastorelli). La prima settimana è gratuita ma successivamente il magro guadagno di Arturo non gli permetterà di continuare.Ma Arturo non si darà per vinto e comincerà la ricerca di quell’unico suo amore. Riuscirà nell’impresa?

Pif e Fabio De Luigi
Un film distopico?

Lo stesso Pif compare come attore interpretando la parte di Raffaello, professore universitario precario costretto a fare l’hater sui social per arrotondare. Il titolo del film, come ha dichiarato Pif durante la trasmissione “Che tempo che fa” è preso da un discorso pubblico di Andrea Camilleri. In definitiva una commedia agro dolce che presenta un futuro distopico non molto lontano dal nostro.

Il film è una denuncia velata su di un futuro dove la mancano relazioni interpersonali fra individui, dove il lavoro e l’esperienza maturata negli anni non contano. Esiste solo un profitto feroce basato sulla velocità, la mancanza di solidarietà fra lavoratori che guardano il collega come minaccia.Fa riflettere, inoltre, il potere delle multinazionali che ci illudono di avere a portata di mano la tecnologia per ogni nostro bisogno ma che creano barriere e solitudine. Paradossalmente poi, la pandemia sembra aver accellerato questa tendenza al distanziamento e la mancanza di rapporti interpersonali.

Con l’illusione di conoscere i nostri desideri e aspirazioni creano una felicità asettica. Non solo, Pif azzarda un futuro dove ogni individuo è controllato proprio come George Orwell descriveva nel romanzo 1984, il Grande Fratello che tiene tutto sotto controllo.Tutte queste considerazioni Pif ce le presenta col suo stile sobrio ed una apparente leggerezza. Il risultato è un film che intrattiene senza scadere nel retorico e, allo stesso tempo, riesce a mantenere tutti i crismi della commedia

Conclusione

E noi come stronzi rimanemmo a guardare” parla di noi, di come abbiamo dimenticato le ideologie che hanno spinto uomini illuminati a rivalutare lo Stato Sociale. Alla luce di questo progresso impersonale rimaniamo inermi e prigionieri di un sistema che ci condiziona e ci toglie l’illusione di un futuro più umano.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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