Ieri sera, dopo qualche settimana di stop, è ripartita la rassegna Acieloaperto dalla Rocca Malatestiana di Cesena. Ospite: Venerus con la sua “Magica Musica” e la sua stravagante, originale e magnetica band
Cantautore, polistrumentista e produttore, Andrea Venerus nel 2018 ha lanciato il suo primo progetto discografico con Asian Fake, l’ep dal titolo “A che punto è la notte”. Nel 2019 è la volta del concept-EP “Love Anthem” e finalmente, nel 2021, l’atteso primo album solista “Magica Musica”, dopo innumerevoli e fortunate collaborazioni con diversi artisti del panorama musicale italiano, da Mace, Gemitaiz, Frah Quintale fino a Marracash, Rkomi e Guè Pequeno.
“Credo che tornare a suonare nel 2021 sia una grande responsabilità, sia per il pubblico che per la Musica. È per questo che con molto realismo sto pensando a ogni singolo dettaglio del tour con amore e visione. Ricorderemo per sempre questa estate.”
dichiara Venerus a proposito del suo tour
Il “Magica Musica Tour” ha fatto tappa anche a Cesena, nello scenario suggestivo della Rocca Malatestiana: tutti quei singoli dettagli curati con amore, di cui parla, si sono palesati davanti agli occhi dei suoi spettatori. Le luci verdi sul palco creano sin dal principio un’atmosfera surreale, è come se la natura avesse ripreso il controllo dello spazio.
È come se, dopo la “catastrofe” dell’ultimo anno, la musica abbia deciso di rinascere attraverso gli spazi più piccoli a sua disposizione e, come accade per le piante che conquistano il cemento, la musica riemerge, nonostante tutto.
Un silenzio educato di un pubblico variegato di giovani e anziane coppie, di ragazzi di ogni età e persino di cani con i loro fedeli padroni, rispetta l’attesa di Venerus nel suo “salotto”, arredato con strumenti e con una frase scritta in corsivo dietro il suo pianoforte: “No rain no flowers”, a ricordarci ancora una volta che dopo una tempesta, arriva sempre il sereno, il bello. Quello che stavamo aspettando.
Il concerto inizia con il singolo “Ogni pensiero vola” e diventa subito un regalo per le mura che circondano la Rocca Malatestiana. Venerus seduto al suo piano, ci catapulta in un mondo che sembra distante anni luce dalla realtà, un mondo magico.
Si vola in un tempo fuori dal tempo, dove esiste solo autenticità, libertà di espressione, di movimento e libertà di essere sé stessi con le proprie stranezze e la voglia di andare “oltre” e osare in tutto, dai vestiti ai capelli alle scarpe. Senza pregiudizi o giudizi.
Venerus in tenuta indiana e la sua band vestita con abiti altrettanto stravaganti, ci accompagnano in giro sulla luna, in mezzo a bolle di sapone e in territori lontani e sconosciuti, attraverso le parole delle canzoni, accompagnate da sonorità che spaziano dal rock al soul, fino all’r&b. Sax, basso, chitarra, pianoforte, batterie e cori. Non manca proprio nulla.
La scaletta è un continuo salto temporale senza sosta, tra presente con brani come: “Appartamento”, “Sei acqua”, “Canzone per un amico”, e passato, con: “Love Anthem”, “Il Fu Venerus”, “Altrove” e “Io e te”. Il tutto intervallato da una serie di lunghi e intensi assoli, capaci di far riflettere persino sul futuro e su quel che sarà.
I costumi di scena dipingono un palco che somiglia ad un circo pieno di colori. Il cielo sembra quello di un’estate nuova, dove le persone tornano a stringersi, a cantare insieme parole di canzoni scritte con amore, in silenzio o in giro per il mondo, lontane dalla voglia di regalare solo qualche ritornello orecchiabile o da disco di platino.
In un mondo che corre veloce, Venerus con la sua musica resta fedele a sé stesso e ci fa viaggiare in un mondo dove si cammina, si osserva, si ascolta e, di tanto in tanto, ci si ferma e sofferma su una miriade di piccole cose che inconsciamente o consciamente trascuriamo ogni giorno.
C’è magia. È tutto surreale e allo stesso tempo tutto così reale e vero.
“Forse è che appartengo a un mondo un po’ magico, vorrei volare via lontano da qui. E a volte sento tutto attorno un po’ strano chissà se qualcun altro è fatto così”
Ogni pensiero vola – Venerus
E ieri sera eravamo in tanti a sentirci proprio come te.
a cura di
Claudia Venuti
foto di
Alessandro Di Domizio