An Early Bird e il nuovo album: “Echoes of Unspoken Words”

An Early Bird e il nuovo album: “Echoes of Unspoken Words”
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Diamantino“, questo è l’aggettivo con il quale Stefano De Stefano, musicalmente An Early Bird, ha definito il suo nuovo album in questa intervista. Nell’ottobre del 2018 pubblica Of Ghosts & Marvels, nel 2019 spezza l’attesa con l’ep In Depth ed a due anni arriva dall’esordio Echoes Of Unspoken Words.

Le tracce, un viaggio lungo 38 minuti

Nelle undici tracce proposte, l’artista mantiene una vena folk abbracciando delle atmosfere più eteree e spaziali: ampi arpeggi coesistono con piani e pad riverberati, mentre una voce sospirata e mai troppo spinta traccia le melodie. Una commistione diversa, anche a livello sonoro, da quella che siamo abituati a sentire: non vuole correrti incontro, bensì volteggiare nell’atmosfera ed avvolgerti.

Ballate più classiche come Stay, Fire Escape, Talk to Strangers dalla forte influenza folk si alternano a canzoni più sperimentali come One Kiss Broke The Promise e The Prisoner.

Fire Escape spicca tra le altre: una canzone di stampo più internazionale, completa un passaggio verso qualche angolo sconosciuto dei tuoi ricordi, che ti lascia un familiare senso di smarrimento addosso. Malinconica, dolce, potente. Non per altro il ritornello comincia con “Help me find my way…”.

La Recensione

Il disco si presenta molto coerente con sé stesso: nulla è fuori luogo, tutte le tracce sono una chiave di accesso per un universo più intimo, sentimentale. Il diamante, nella sua forma più pura, è assolutamente incolore e possiede un elevato potere di rifrazione dando l’impressione di brillare di luce propria. L’album, forse non ha la struttura inintaccabile, ma questa luce ce l’ha.

La scelta di percussioni timide, effetti (echi, riverberi) che spesso elevano la voce sopra la strumentale e un’alternanza tra arpeggi e ballads caratterizzano il suo immaginario. An Early Bird si colloca nell’universo degli artisti accanto a Joshua Radin, Benjamin Francis Leftwich, Stu Larsen; forse collegandolo con una linea sottile e tratteggiata a Sufjan Stevens per la particolarità della voce.

L’ascolto si risolve in un canto gentile ma tagliente che, proprio come echi di parole non dette, risulta quasi un ossimoro, è questa onesta contraddizione a creare Echoes of Unspoken Words.

a cura di
Nicolò Angel Mendoza

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Nicolò Angel Mendoza

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