Canntona e Vespro ci raccontano la loro collaborazione per Kumomi

Canntona e Vespro ci raccontano la loro collaborazione per Kumomi
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Vene è il primo singolo dell’etichetta Kumomi, nuova realtà underground milanese che si candida ad essere tra gli hub urban più interessanti della scena. E Vene vede l’improbabile collaborazione di Canntona e Vespro, che hanno unito i loro stili personalissimi per un risultato sorprendente.

Ecco cosa ci hanno raccontato!
Come avete lavorato al pezzo? È vero che avete lavorato a distanza, anche prima che il Coronavirus costringesse tutti a farlo? Vi conoscevate già prima di iniziare a collaborare?

CANNTONA: Sì, verissimo. Ci conoscevamo già tramite amicizie comuni, ma purtroppo vivendo in città diverse (Bologna e Pisa) era impossibile incontrarsi per lavorare a quattro mani al pezzo. Però c’era parecchia voglia di farlo. E tra bozze, note vocali e provini scartati è venuta fuori la versione che poi siamo andati a registrare insieme a Milano. È stata una sorta di palestra…ci ha dimostrato che si può creare qualcosa di figo anche se le condizioni non sono ideali

VESPRO: Sì, abbiamo iniziato a lavorare al pezzo praticamente tramite Whatsapp. Mi era stata girata una demo del beat da Nazir e l’avevo trovato molto interessante, ma nonostante mi piacesse molto la melodia principale, mi sembrava un po’ distante dalle cose che stavo facendo in quel periodo. Credevo però che quel beat fosse davvero appropriato per il rap di Canntona, che avevo scoperto grazie a Colonie e con cui avevo avuto qualche scambio su Instagram.

Allora gli ho girato il beat e la voce del ritornello che avevo registrato e lui n’è rimasto molto colpito, tant’è che un paio di settimane dopo avevamo la demo pronta anche con le sue strofe.

Quali sono le vostre influenze musicali?

CANNTONA: Sono tante e in continuo aggiornamento; di base divento fan di quello che è in grado di scuotermi, che sia l’house dei The Blaze o la trap di JACKBOYS. Solitamente mi muovo nell’universo urban (rap/trap, R&B, elettronica), ma amo gli artisti che sanno osare, sia a livello di scrittura che di immaginario, e che amano lasciarsi contaminare.

Ultimamente ho sempre in cuffia il disco di Octavian, Kojey Radical e Louss & The Yakuza, tutti emergenti europei con un talento gigantesco e una creatività straripante.

VESPRO: Sono cresciuto con tanta black music. Da bambino mia madre mi faceva ascoltare artisti come Beyoncé, Christina Aguilera, Michael Jackson, poi quando sono diventato abbastanza grande ho iniziato a scoprire i miei primi artisti preferiti.

Qualche anno dopo ho scoperto il rap e pian piano tutto il mondo urban, ma ad oggi ho moltissimi ascolti variegati.

Come siete entrati in contatto con Kumomi?

CANNTONA: Sempre tramite conoscenze comuni. L’anno scorso avevo in uscita un pezzo (Venice) assieme ad Idontexist, il quale conosceva la realtà Kumomi: gliel’ha proposto, il pezzo è piaciuto ed è stato a tutti gli effetti una delle loro prime release.

Da lì siamo sempre rimasti in contatto e dopo l’uscita del mio primo EP ’Colonie’, si sono interessati concretamente al mio progetto ed abbiamo iniziato a lavorare assieme.

VESPRO: Personalmente ho conosciuto Francesco (OMAKE) prima che Kumomi nascesse e diventasse un’etichetta. Tramite un amico in comune iniziammo a lavorare a dei brani: mi piaceva il suo approccio alla musica e la visione che aveva. uandQuanSuccessivamente mi parlò dell’idea di Kumomi e, ancor prima che tutto si concretizzasse, io ero già parte della squadra.

Se proprio dovessimo affibbiare un genere a Vene, quale sarebbe?

CANNTONA: Domanda non facile, è un bell’ibrido di tante cose diverse…sicuramente ha una forte matrice Trap, per tematiche e sonorità, e se dovessi catalogarlo in un’ideale libreria lo inserirei lì. Però una trap un po’ sovversiva, che rompe i classici schemi e molto intima.

VESPRO: Vene nasce come brano rap, ma sarebbe troppo riduttivo dire che c’è solo il rap, dato che ha tante suggestioni provenienti da vari generi anche non esattamente prossimi alla musica urban.

In che modo il significato di Vene vi accomuna, e in cosa invece vi divide?

CANNTONA: L’essere visceralmente legati alle strade, al luogo in cui siamo cresciuti e da cui, entrambi, siamo dovuti andare via: credo che in questo ‘Vene’ sappia raccontare entrambi.

Credo che a dividerci sia il modo in cui lo richiamiamo, io ho una narrazione più cruda, anche più cupa se vuoi, Vespro è molto diretto, ma allo stesso tempo iconico. Il suo ritornello, per le parole, il modo in cui le canta, secondo me è di una potenza espressiva pazzesca

VESPRO: Credo che Vene ci accomuni per i nostri passati, per il sogno di quel ragazzino costretto a vivere in un posto marcio, a vedere cose che non dovrebbe mai vedere, ma con la forza di non lasciarsi mai contaminare e di continuare dritto verso il suo obiettivo, anche se quelle strade fanno parte di lui e del suo bagaglio. Naturalmente Canntona ed io abbiamo percorsi artistici differenti ed è proprio la differenza d’approccio che, a mio avviso, crea quell’alchimia unica all’interno del brano: il diverso stile nel raccontare e nel comunicare due storie simili fra loro.

Progetti per il futuro?

CANNTONA: Prima il mondo smettesse di correre l’idea era fare uscire 3 mini-ep da 3 brani ciascuno (delle Trilogie) con 3 produttori diversi, esplorando influenze e stili differenti. Questo progetto rimane vivo, nel mentre però, essendo confinato in casa, sto cercando di sperimentare il più possibile (scrittura, produzioni, grafiche): il mio obiettivo è raggiungere una visione a 360° della musica.

VESPRO: Oltre a diverse collaborazioni che usciranno nei prossimi mesi, sto lavorando a un progetto più concreto, ma non voglio spoilerare nulla. Spero che l’emergenza in Italia rientri il prima possibile, così da poter lavorare al meglio e farvi sentire presto tutto.

a cura di
Cassandra Enriquez

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