“L’amore non fa così”: tra scrittura e impegno sociale

“L’amore non fa così”: tra scrittura e impegno sociale
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Valentina Ambrosio, romana classe 1979, compone musica da sempre e studia pianoforte da ancora prima. Dopo gli studi in giurisprudenza è diventata avvocato per il foro di Roma. Uscirà il 19 novembre L’amore non fa così, libro di denuncia contro la violenza sulle donne, ispirato al suo brano.

Il giorno stesso sarà presentato a Roma, alle ore 16.00, presso il Glass Store di Edizioni&100 (Viale America angolo Viale Shakespeare s.n.c. – ingresso libero).

Il 5 dicembre il libro ed il video clip saranno invece presentati presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, dalle 10.00 alle 13.00, in presenza di due istituti scolastici. Si parlerà di violenza di genere e di come comunicare il tema, in modo da poter sensibilizzare un pubblico più ampio possibile.

Abbiamo avuto modo di leggere il libro in anteprima e poter fare alcune domande all’autrice.

Ciao Valentina, benvenuta su Thesoundcheck! Non solo l’amore fa così, ma anche Onda. Da dove nasce il bisogno di legare la tua musica a temi sociali?

Nasce dal fatto che credo la musica abbia un potere comunicativo fantastico. Ho scelto di utilizzarla per stimolare le emozioni e far riflettere sul tema trattato, attraverso i sentimenti e in modo totalmente emozionale. Anche chi sembra più distratto, grazie all’emozione suscitata da una canzone può centrare la sua attenzione su tematiche che aveva tralasciato. 

Quando racconto queste storie cerco di essere più didascalica possibile nella narrazione, soprattutto rispetto a quello che è il sistema comunicativo più attuale e presente in radio.

Quanto tra loro sono connesse le tue anime da cantautrice, scrittrice e avvocato?

Sicuramente la mia professione mi ha dato modo di avvicinarmi a tante realtà, che diversamente non avrei approfondito. Credo sia un insieme del mio lavoro e della mia maturità, scrivo davvero da tantissimi anni. Facendo l’avvocato ho avuto modo di ascoltare le storie delle persone che vengono da me per essere aiutate, sviluppando un certo tipo di sensibilità che nasce quando si vuole svolgere la professione in un certo modo. 

Sicuramente ho un occhio di riguardo per queste tematiche, che sono reali, di cui la musica deve parlare. Sono davvero felice di riuscire a portare messaggi del genere, per quanto difficili. Vedere le emozioni, dipinte negli occhi delle persone che ascoltano il brano, li portano ad agire per risolvere la situazione è la soddisfazione più grande in assoluto.

Da dove nasce il bisogno di trattare il tema della violenza di genere e come è nata la collaborazione con l’hub rivolto alle vittime di violenza e maltrattamenti dell’Ospedale “Sant’Andrea” di Roma?

La nascita di questa canzone è stata del tutto casuale, perché mi è stata commissionata dal consiglio dell’ordine degli avvocati per un evento benefico che si svolgerà il 27 novembre al Brancaccio di Roma.  Il cosiddetto “Sanremo degli avvocati”.

L’anno del Covid non abbiamo avuto modo di svolgere questa manifestazione, quindi l’idea è stata quella di incidere un cd di cover che contenesse anche un inedito. Da lì, ho scritto in 48 ore la musica. La canzone è nata molto velocemente, anche se ho avuto un po’ di difficoltà con il testo. Mi sono fatta aiutare da un collega penalista, che scrive bellissime poesie, che mi ha inviato un testo che si chiama Gina. La poesia era molto dura, quasi macabra. Io volevo che il mio testo fosse positivo, però questa poesia mi ha dato tutte le immagini di cui avevo bisogno.

Gina poi è diventata Nina, ma nel libro c’è un QR-code con la primissima versione piano e voce dove la protagonista ha ancora il nome “originale”.

Ci sono anche delle informazioni sui centri, come quello del Sant’Andrea, con gruppi specializzati di professionisti – non solo medici, ma anche avvocati, psicologi, servizi sociali – che si mettono a disposizione dei soggetti fragili vittime di violenza. Organizzano inoltre dei convegni con i medici, per insegnare loro a riconoscere i segnali su un paziente che è vittima di queste dinamiche.

Questa iniziativa mi ha commosso ed ho cercato di fare di tutto per divulgare questa informazione. A loro ho dedicato un capitolo e a loro devolverò parte dei ricavati delle vendite. Ci sono tante realtà simili, interne agli ospedali pubblici, di cui non si parla. Chi ha bisogno non sa che si può accedere a questo tipo di sostegno, senza dover passare da un consultorio ma solo fissando una visita. 

L’amore fa così è stata da subito pensata anche come libro? O l’idea è “esplosa” successivamente?

È nata prima la canzone, l’idea del libro non è mia. L’amore non fa così è uscita l’anno scorso, e un editore, mentre chiacchieravamo, mi ha fatto notare quanto mi emozionasse parlare di musica. Ascoltando la storia della canzone, mi ha poi detto che sarebbe stato molto bello poterla mettere in un libro.

L’idea mi è piaciuta perché poteva essere un ulteriore mezzo comunicativo. Parto sempre dal presupposto che ci sono tanti mariti, compagni, che controllano tutto ciò che fanno le loro compagne, telefonini inclusi. Cosa che spesso viene romanticizzata. Con un libro che parla di una canzone, magari, avrei potuto avere modi di stimolare le persone a porsi degli interrogativi. Vedere con più chiarezza ciò che stanno vivendo.

Preorder del libro al seguente link: L’amore non fa così!

a cura di
Andrea Romeo

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