“Cave” il video di We Are Waves
“Cave” è il video che la post punk band We Are Waves ha tratto dalla title track dell’ultimo disco. Un video cupo, oscuro e a tratti surreale, molto poco “estivo” ma molto suggestivo, in compenso. Li abbiamo intervistati.
Ciao, ci raccontate il vostro percorso fin qui?
Siamo partiti 10 anni fa con un’idea molto vaga di quello che volevamo fare e moltissime influenze in testa. Abbiamo passato gli ultimi anni a togliere, fino ad arrivare a qualcosa che per il momento ci soddisfa molto. Fino al prossimo cambiamento.
Qual è il significato simbolico della “cave” nel video?
La caverna del video rappresenta la tua mente, in gran parte buia e piena di cose che scegli di non vedere o di cui hai paura. Abbiamo cercato di fare luce, di esplorare tutto quello che trovavamo, anche quando non era piacevole nè bello.
Quali sono state le principali influenze per il vostro sound in questo nuovo video?
Sicuramente l’uso delle batterie dei Soulwax e una certo portamento di synth rubato totalmente al mondo dell’elettronica “pura”. E poi la teatralità ed espressività di artisti come Klaus Nomi o Nina Hagen.
C’è un’atmosfera da horror anni Trenta nel video… C’è qualche film che vi ha ispirato particolarmente?
Più che film direi una certa tipologia di immagini e atmosfere precise, alla Murnau. Ma in generale il montaggio espressivo sotto la musica, come se fosse un Visual, è qualcosa che ci piace molto e che si sposa bene con la nostra musica. Anche in “Selva” del 2020 abbiamo optato per una scelta molto simile.
Avete coinvolto persone esterne alla band nella produzione del video? Se sì, in che modo hanno contribuito?
Il video non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di due donne meravigliose: Licia Adornetto, una giovane fotografa e videomaker che ha diretto, girato e montato il tutto e Sara Forgione che sta curando tutto il make-up dell’album, dallo shooting promozionale di Novembre ad alcune esibizioni live, fino a questo video.
Oltre che in Italia, siete molto apprezzati all’estero, dove tra l’altro suonate abitualmente. Pensate che la vostra vocazione diventerà sempre più internazionale?
Lo è già, e l’Italia è assolutamente all’interno del panorama internazionale. Non abbiamo mai apprezzato troppo il concetto di “Italia vs estero” o “band nazionali vs band internazionali”, è una cosa che interessa solo all’audience italiana. Noi vogliamo portare in giro la nostra musica, e farlo ovunque sia possibile. Che sia Berlino o Benevento, poco importa.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli
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