Radical Optimism, la formula (anche troppo) perfetta di Dua Lipa

Radical Optimism, la formula (anche troppo) perfetta di Dua Lipa
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La star mondiale Dua Lipa è tornata a farci ballare sui problemi d’amore con il nuovo album Radical Optimism: undici brani dance pop impeccabili, quasi troppo 

Vincitrice di tre GRAMMY e sette BRIT Award, recentemente nominata tra le 100 persone più influenti al mondo dal Times, Dua Lipa è ormai da tempo consacrata tra i mostri sacri del pop contemporaneo. E anche nel suo terzo album “Radical Optimism” non si lascia smentire.

“Un paio di anni fa, un amico mi ha fatto conoscere il termine Radical Optimism. È un concetto che mi ha colpito e mi ha incuriosito sempre di più quando ho iniziato a giocarci e a inserirlo nella mia vita”, ha raccontato la cantante a proposito dell’album. “Mi ha colpito l’idea di attraversare il caos con grazia e di sentirsi in grado di affrontare qualsiasi tempesta. Allo stesso tempo, mi sono ritrovata a guardare la storia della musica della psichedelia, del trip hop e del britpop. Mi è sempre sembrato così fiduciosamente ottimista, e questa attitudine ed onestà sono sensazioni che ho portato nelle mie sessioni di registrazione”.

Stando a queste anticipazioni e considerando i collaboratori che hanno partecipato al progetto, tra cui l’icona della scena elettronica underground londinese Danny L. Harle, Caroline Ailin, Tobias Jesso Jr e Kevin Parker, nientepopodimeno che il leader del progetto psichedelico Tame Impala, le aspettative erano quelle di un album più coraggioso, con influenze nuove e sperimentazioni azzardate, che pare ci siano state ma non emergono nel prodotto finale.

L’amore al centro (ancora e ancora)

Gli undici brani sono un susseguirsi di potenziali hit radiofoniche, in cui tutto continua a girare intorno all’amore: storie di nostalgia, diffidenza, desiderio, rassegnazione, relazioni tossiche e prese di coscienza.

L’inizio è da inguaribili romantici con “End of an Era”, per poi passare all’affezione più passionale e vulnerabile. “Non voglio che tu mi insegni il modo giusto per amarmi” canta infatti Dua in “Training Season”, uno dei primi singoli estratti a cui è seguito “Houdini”, in cui la presenza di Harle e Parker alla produzione ha davvero fatto la differenza, rendendolo il brano più catchy e interessante dell’album.

Anche il sound di “French Exit” e di “Maria” ne escono impreziositi dalla produzione, mentre altri come “Watcha Doing” restano fedeli alle influenze funk del passato.

“Illusion” già si conferma una delle canzoni che ci accompagnerà tutta l’estate tra un bagno in mare e un giro per negozi, mentre gli altri brani dell’album come “These Walls” o “Falling Forever” risultano più piatti, bidimensionali, facilmente dimenticabili, per quanto ben costruiti.

Il video ufficiale di “Illusion”
La formula magica di Dua Lipa

Radical Optimism è un album che fila benissimo, un prodotto autentico e ben costruito, ma appare quasi troppo radio-friendly, poco coraggioso. 

Fatta eccezione per i primi tre singoli estratti e poche altre tracce, la maggior parte dei brani lascia il tempo che trova. Rispetto a “Future Nostalgia”, in cui Dua Lipa aveva saputo discostarsi dalle classifiche con una formula pop elegante e arrangiamenti per niente scontati, in “Radical Optimism” viene a mancare quella ricerca di novità, in una sorta di auto-citazione continua. 

Radical Optimism è la conferma della maturità artistica raggiunta dalla cantante, il deposito del brevetto sulla sua formula dance pop perfetta, che – diciamolo – ci farà comunque sculettare sui nostri problemi tutta l’estate. Da qui in poi, si può solo alzare l’asticella.

“This could be the end of an era – who knows baby? This could be forever”.

a cura di
Chiara Serri

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Chiara Serri

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