Pastiche, De Gregori e Zalone. Una bellissima accozzaglia di canzoni

Pastiche, De Gregori e Zalone. Una bellissima accozzaglia di canzoni
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Nell’ultimo disco di Francesco De Gregori e del comico Checco Zalone si ritrova la bellezza di fare musica per il piacere di farla. Si tratta appunto di un Pastiche, un calderone di brani messi insieme un po’ dal caso un po’ dal sentimento. Ciò che ne viene fuori è una raccolta romantica e prettamente jazz di grandi classici ed un inedito, Giusto o sbagliato, che nessuno forse si sarebbe aspettato dalla strana coppia.

Nella redazione di The Soundcheck avevamo un po’ tutti paura quando De Gregori annunciò Pastiche, il nuovo disco con Checco Zalone. C’era il timore di ascoltare qualcosa di commerciale, creato per vendere magari, oppure per fare scalpore data l’eterogeneità della coppia. C’era tuttavia un’altra ipotesi, quella che stuzzicava me: due artisti che vogliono fare musica insieme e fortunatamente si è rivelata essere la più fondata.

Pastiche è un disco che unisce in maniera disparata brani del repertorio di De Gregori e di altri artisti italiani (Paolo Conte, Nino Manfredi, Pino Daniele, Antonello Venditti) riarrangiati in modo delicatissimo e suonati ad altissimi livelli. Innegabile il talento pianistico di Checco Zalone, talento già conosciuto a chi sia mai andato oltre all’immagine pubblica consolidata del comico pugliese.

Pastiche, come nasce il nuovo disco di De Gregori – Zalone

Proprio da qui nasce Pastiche, dalla volontà di creare una bellissima accozzaglia di musica d’autore riarrangiata in maniera magistrale, a partire dal brano di apertura Giusto o sbagliato, l’inedito che omaggia Sinatra e che viene presentato in due versioni (una con orchestra). Si sentono gli anni ’60 ed un sapore jazz estremamente morbido e avvolgente. Da segnalare a questo proposito la bellissima versione di Buonanotte Fiorellino, impreziosita da un grande Zalone al pianoforte.

«L’album si chiama “pasticcio” proprio perché non c’era nessuna regola, nessuna guida» afferma Zalone in una recente intervista. «L’idea nasce da me – conferma De Gregori – conosco Luca (Medici, vero nome di Checco Zalone, n.d.r.) da anni e un giorno per caso in una tenuta in Puglia c’era un pianoforte elettrico». Così l’idea del disco nasce quasi per caso, eseguendo i brani che Zalone conosceva meglio al pianoforte e scegliendo altri grandi pezzi dal panorama musicale del cantautorato italiano.

Pastiche, 15 brani per due grandi artisti

Il risultato è un disco che accarezza l’ascoltatore con 15 brani delicati ma ricchi di pathos. Brani rivisitati e tanta ironia come nel brano La prima repubblica o in Alejandro dove la voce di Checco si prende la scena. La nuova versione di Atlantide è il brano forse meno riuscito (relativamente parlando). Musicalmente è pienamente una ballad jazz ma talvolta il cantato non si sposa perfettamente con l’arrangiamento, facendo preferire la versione originale. Anche in questo caso si tratta di una scelta per rendere il brano più “storto” metricamente a differenza della versione originale, molto dritta e più orecchiabile. Ad ogni modo sono scelte ponderate con metodo e vanno apprezzate per la competenza musicale dimostrata.

La cosa che più emoziona del disco è il fatto che si avverta il divertimento di due artisti che giocano a fare musica, che si emozionano, che tributano il loro talento alla dea musica. Niente di più bello, nobile e disinteressato, una vera rarità nel mondo dell’industria musicale contemporanea. Anche o anche solo per questo diciamo grazie a Francesco De Gregori e Checco Zalone per Pastiche, una bellissima accozzaglia che ci ricorda quanto la musica sia un’amica, una guida, una compagna da amare e non solo un prodotto commerciale.

a cura di 
Pantaleo romano

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Pantaleo Romano

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