Sete di sopravvivenza, una booklist al gusto menta
“Al di sotto di una certa soglia è questo che diventano gli uomini: sistemi di sopravvivenza“. Lo scrittore britannico Julian Barnes non lascia nessuna porta aperta alla speranza. Dopo un determinato punto siamo esseri che non sanno più vivere. La sete di sopravvivenza prende il sopravvento, l’affanno per restare a galla ci consuma.
Vivere sembra una fatica tutta post-moderna, una condizione che Sartre aveva bene espresso nel romanzo che portava il nome di Melancholia, divenuto poi La nausea, in cui l’essere umano detiene la libertà morale e intellettuale e può dunque essere libero. Libero di vivere.
Design e buon gusto
In libreria ho uno scaffale dedicato all’acqua. Caso strano (o forse no), i libri hanno quasi tutti copertine dal colore azzurro e blu, con le sfumature più idonee graficamente parlando, stampate su carta lucida, plastificata opaca, di cartoncino molto spesso.
Avete mai pensato che l’acqua, però, può essere anche quella di Sudeste, di Haroldo Conti? Fresca, immobile come una tavola ma pronta a tirarti giù come sabbie mobili, con la fanghiglia che insozza il bel quadro impressionista e lo porta verso quei mangiatori di patate di Van Gogh. E allora vediamo le proposte, vecchie e nuove, che raccontano del bisogno di sopravvivere e di quel bicchiere di acqua tanto agognato nelle notti più calde.
Il libro delle avventure perdute
Un albo grande, pieno di inserti, di appunti sparsi qua e là, figli di un avventuriero ignoto che li conservò forse per due giovani familiari. Ritrovati nel cuore dell’Amazzonia, come possono colmare la nostra sete di sopravvivenza?
Riportandoci a quei momenti fatti di fortini, di cappelli usciti direttamente dai bauli di Indiana Jones, col pensiero che non c’è nulla di serio o un significato nascosto fra le righe. Ma ammettiamolo, di questi tempi può tornare utile imparare come costruire un fortino con i bastoncini di legno o come si attraversa un fiume se non si possiede un cavallo, una barca o un gommone.
Per i più ossessionati dalla carta e dalle illustrazioni (godetevi la lettura di Perversioni inconfessabili, di Giuseppe Marcenaro, Italo Svevo edizioni), Il libro delle avventure perdute è il connubio perfetto che tanto riesce a L’Ippocampo. Fogli spessi, fascicoli tenuti fra loro col supporto del filo refe e non solo della colla; colori pieni, vivi e freschi. Acqua che sgorga da ogni punto non per spazzare via le parole, ma per ricordare al lettore, giovane o adulto che sia, che l’acqua può anche affogare. Impariamo ad arginarla.
Materia
Mi chiamo Elena e sono nell’acqua. Affondo lentamente a testa in giù. Attraverso correnti fredde e calde, ma non ho brividi. Le molte immersioni mi hanno reso coriacea.
Materia, la fuga degli elementi di Jacopo La Forgia è un buon modo di approcciarsi alla sete di sopravvivenza perché la vita ha il peso di un elefante in questa storia. Un romanzo distopico ma curiosamente verosimile, la storia di 3 amici che diventa in parte la storia di tutti: una pelle che sembra oramai essere così spessa da non riuscire quasi a sentire il bruciore della fiamma o la pietra che graffia o l’acqua fredda.
Respiriamo aria, beviamo acqua, camminiamo sulla terra e ci scaldiamo col fuoco. Niente di più complicato, pensò.
Il mondo va a rotoli, le città sono sommerse, gli animali estinti. Cosa resta? Flusso di coscienza, flashback, polaroid e bobine cinematografiche da 70mm con 15 perforazioni. Effequ sceglie una copertina ruvida, niente plastica, niente cose lucide. L’interno ha una carta pesante, più pesante di quella scelta da Fazi; l’elefante va sorretto come si deve.
Pioggia sottile
È vero che la madre era, ed è, una donna di poche parole, solo quelle necessarie. Ebbene, il suo laconismo, la sua serietà, il suo spirito altero e laborioso, Sonia e Andrea li hanno interpretati come disamore
Pioggia sottile, il romanzo di Luis Landero che sembra aver fatto il boom in Spagna, edito da Fazi, è il romanzo che trae in inganno. C’è la parola pioggia nel titolo ma non è questo il motivo per cui scelto di inserirlo in questa booklist. Parliamo di una famiglia, di una madre sull’ottantina e di 3 figli, oramai grandi. Di una donna, Aurora, moglie di Gabriel, esterna ed estranea ai meccanismi più intrinsechi di questo nucleo ma abbastanza capace di schivare ogni mina antiuomo che trova nel percorso.
Una madre che non sa amare nella lingua che le due figlie possono comprendere; un figlio che invece viene amato e forse apprezzato. E Aurora, che ascolta in silenzio momenti di vita che seppur uguali hanno forme diverse: dipende da chi li racconta.
Perché sete di sopravvivenza? Perché ecco cosa succede in quasi tutte le famiglie, non solo spagnole. Si sopravvive a meccanismi stancanti, che svuotano e riempiono nel medesimo tempo. Difficile vederlo quando lo si vive, più semplice è invece leggere la nostra storia nella storia di qualcun altro. Nessuno di loro è in grado di dare un nome al sentimento che li lega e li stritola; l’unica cosa certa è che sono fratelli, una famiglia. E tanto basta per farli andare avanti.
La carta scelta per questo romanzo è però scadente, leggera al punto che traspare quanto scritto dietro. E il costo, da ex tipografa, non è giustificabile con il più comune “aumento dei costi”.
Dopo il diluvio
Un paesino incastrato in una conca, l’acqua che sale e il diluvio che arriva, un passo alla volta. Gli abitanti se ne rendono conto solo quando il liquido, a tratti fanghiglia, si ritrae, lasciando traccia del suo passaggio in ciò che resta di questo luogo. Non c’è definizione, potremmo essere nel ‘900 così come in un piccolo borgo medievale ancorato alla tradizione. Tanti abitanti, tutti quelli di un paese, sono serviti a Leonardo Malaguti per scrivere Dopo il diluvio, edito Exorma.
Come si sopravvive in un paese fatto di comici, di disadattati, di anime grottesche e contadini? Come ci si comporta se ci si trova davanti ad un omicidio, in quello che sembra essere un dipinto fiammingo in movimento?
Leggendolo, compito assai arduo se avete paura dell’acqua e del bruciore dei polmoni quando riaffiorate.
a cura di
Ylenia Del Giudice
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