Susanna Parigi si racconta: “Spero di trasformarmi in continuazione”

Susanna Parigi si racconta: “Spero di trasformarmi in continuazione”
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Susanna Parigi, cantante, autrice e scrittrice fiorentina questo 4 novembre ha rilasciato “Caro m’è ‘l Sonno”, il suo nuovo album che ha visto la collaborazione nella produzione di Taketo Gohara. Ecco la nostra intervista completa all’artista.

“Caro m’è’l Sonno” è il decimo lavoro di Susanna Parigi, un’artista la cui carriera è da sempre divisa tra musica e teatro e che l’ha vista protagonista di concerti, produzioni televisive e teatrali, collaborazioni italiane e internazionali con nomi come Pat Metheny, Noa e Tony Levin, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e Raf.

Parigi, apprezzata dalla critica e sostenuta da artisti come il fotografo Sebastião Salgado e il filosofo Umberto Galimberti, ha concesso alla redazione di The Soundcheck un’intervista all’interno della quale rivela alcuni lati inedito del suo nuovo progetto.

“Caro m’è ‘l Sonno” è il tuo nuovo lavoro discografico, cosa troviamo di te al suo interno?

Praticamente tutto. L’ho scritto pensando attentamente a ogni parola, a ogni concetto. Ho aspettato cinque anni a pubblicare un nuovo album proprio perché volevo metabolizzare i cambiamenti epocali avvenuti in questi ultimi anni sia a livello musicale che a livello sociale.

Nel tuo album ci sono otto brani che raccontano aspetti della profondità umana. Quale di questi brani è stato il più difficile da realizzare e perché?

No, non c’è un brano che mi abbia dato particolari problemi. La difficoltà è stata in generale quella di rendere fruibili alcuni concetti non proprio elementari. Sicuramente non volevo che il progetto risultasse pesante, anzi. Semplicemente detesto la frase: “Va tutto bene”, e credo che la condivisione di un mondo reale che non è quello senza carie delle famiglie social, non possa che fare bene.

Il disco si rivolge a persone disorientate, senza dimora. Si tratta di esseri umani che non si riconoscono in niente e che sono dimenticati. Quali sono per te queste persone?

Per fare un esempio sono quelle persone che hanno serie difficoltà ad andare a votare, e non per pigrizia o indifferenza, ma perché non si sentono rappresentate da nessun partito. Sono tutte quelle persone che non seguono il branco, sono quelle persone che non ragionano di pancia a differenza di quelle influenzate da un’informazione mirata a deviare l’attenzione dai problemi reali.

Sono quelle che non si accontentano di un catechismo elementare che non si pone domande, sono quelle che non si ritrovano nei testi adolescenziali di tanta musica oggi. Sono fantasmi. A loro non si rivolge nessuno perché sono scomodi. Ma queste persone sono tante, invisibili, ma tante.

In che modo si potrebbe agire per far sì che non ci si scordi e dimentichi delle persone? È un concetto ampio, complesso e fondamentale per la società in cui viviamo che spesso ci fa dimenticare persino noi stessi…

In una canzone dell’album “Ferma” parlo proprio di questo. La protagonista della canzone sta ferma mentre intorno la gente sale, scende, viaggia, si muove in continuazione. Questo iperattivismo, non sempre necessario, può indurre a perdere di vista il senso vero della propria vita. Si corre, si corre e quando corri hai poco tempo per pensare, scavalchi persone e cose con una frenesia priva di attenzione. Così perdiamo di vista noi stessi e non sappiamo ascoltare gli altri.

“Caro m’è ‘l Sonno” è il tuo decimo lavoro, in questi dieci “fatiche” come senti di essere cambiata in quanto artista?

Spero di trasformarmi in continuazione. Se ripetiamo noi stessi è la fine. Dove non c’è trasformazione non c’è crescita. Anche la voce si trasforma insieme a te. Musicalmente Taketo Gohara, il produttore del disco, ha saputo portare il mio mondo di musica d’autore, in un paesaggio sonoro attuale e crepuscolare, costruendo tutto sopra il mio pianoforte. Mi sembra davvero abbia fatto un grande lavoro.

Questo album troverà una dimensione live? Ci sono concerti in programma?

Concerti e presentazioni partiranno da gennaio.

A quali altri progetti stai lavorando?

Con questo disco mi piacerebbe molto creare una rete di contatti con quelle persone che si ritrovano in quello che ci siamo detti sopra e riuscire a dialogare, a fare in modo che una piccola onda si allarghi e ne formi tante altre. Per questo chi lo desidera può scrivermi sui miei canali social e io poi condivido la mia mail personale in modo da poterci confrontare sul serio.

a cura di
Carola Piluso

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