Politici e TikTok: la nuova frontiera della comunicazione politica

Politici e TikTok: la nuova frontiera della comunicazione politica
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La politica italiana ha sdoganato il mondo dei social già da qualche anno, ma la grande novità di questa insolita campagna elettorale estiva è l’approdo dei leader dei partiti su TikTok.

Il 1° settembre ha fatto notizia la nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi su TikTok. Sulla falsa riga del 1994, il Cavaliere si rilancia in prima persona alla ricerca di voti tra i circa 14 milioni di utenti italiani della piattaforma social cinese. Ma non è il solo. Tra chi era già presente, chi si è aggiunto all’ultimo minuto e chi rimane volente o nolente in ombra, è degno di nota analizzare l’impatto che TikTok sta avendo sulla campagna elettorale delle diverse coalizioni.

Un centrodestra milionario

La ricerca di una sempre maggiore audience è storicamente una delle strategie elettorali principali delle coalizioni di centrodestra. Dalla televisione negli anni ’90 a TikTok nel 2022, la supremazia comunicativa del Cavaliere ed alleati è evidente e non ha eguali. Numeri alla mano, i profili TikTok dei leader dei tre partiti principali, Giorgia Meloni (FdI), Matteo Salvini (Lega) e Silvio Berlusconi (FI), superano infatti il milione di followers. Slogan diretti e coincisi, presenza in prima persona dei capigruppo, pubblicazione costante durante la giornata sono la ricetta perfetta per conquistare il pubblico e si sposano alla perfezione con la fluidità ed i repentini cambiamenti della politica italiana.

Ciao ragazzi! Eccomi qua!

Silvio Berlusconi

La strategia comunicativa del centrodestra su TikTok è chiara: cercare di attirare a sé le preferenze degli under 30, che rappresentano il 60% degli utenti sul social cinese e che sono tendenzialmente più vicini alle coalizioni di centrosinistra. Tuttavia, la costante disaffezione alla politica dei più giovani e la ricerca di sicurezze per il proprio avvenire incerto spingono alla ricerca di messaggi più diretti, che apparentemente rispondono meglio alle esigenze del popolo; e il centrodestra pare avere tutte le carte in regola. Non è casuale la diretta correlazione tra follower e i sondaggi della coalizione, che la vedono in testa con oltre il 40% delle preferenze.

2,5 stelle per Giuseppe Conte

Per un partito che nasce in origine come blog, il mondo digitale non ha troppi segreti. Il MoVimento 5 Stelle sta vivendo una difficile fase di ricerca di un’identità politica precisa. Il punto di partenza non poteva che essere Giuseppe Conte, ex premier tra luci ed ombre, la cui immagine ha avuto sicuramente un appeal per l’audience durante le fasi più dure della pandemia ma che ha perso smalto dopo la caduta del governo Draghi. Con poco più di 300mila followers su TikTok, le proposte che emergono sul profilo di Conte hanno prettamente carattere ambientalista e sociale, con uno sguardo anche alla guerra in Ucraina. Il tentativo del premier è quello di risollevare un partito in calo, facendo leva sui più giovani. Finora però con scarsi risultati, il M5S, isolato da qualsiasi coalizione, raccoglie solo il 15% delle preferenze.

Un amore di mezza estate: il Terzo Polo

L’estate, è risaputo, risveglia passioni nascoste. E l’amore sbocciato tra Carlo Calenda, leader di Azione, e Matteo Renzi, alla guida di Italia Viva, ha tutta l’aria di essere una romantica storia nata sotto il sole di Ferragosto. I due sembrano aver messo da parte le ostilità passate in nome di una nuova coalizione centrista che ridarà maggiore serietà politica al paese. E per far breccia nella coscienza di tutti, non poteva mancare la comparsa dei due su TikTok. Curiosi sono i primi video pubblicati: Calenda come prima cosa ci sottolinea che non sa ballare, Renzi riesuma le sue gaffe con la lingua inglese. TikTok, sul serio, per riprendere le parole del leader di Azione. Gli appena 55mila followers che i due sommano lasciano mal sperare sull’esito della corsa elettorale per il Terzo Polo, confermata dalle scarse preferenze che stanno ottenendo, poco sotto il 10%.

Foto LaPresse – Matteo Renzi con Carlo Calenda
E la sinistra?

Grande assente tra le schiere politiche di TikTok vi è la coalizione di centrosinistra, composta principalmente da Partito Democratico, +Europa e Verdi-Sinistra Italiana. I leader dei rispettivi partiti non hanno un profilo sul social cinese, sono presenti solo i profili di +Europa e del PD, che insieme contano meno di 10mila followers. Questo vuoto-social non stupisce, visto lo storico atteggiamento che le forze di sinistra hanno sempre tenuto nei confronti dei mass media. Dalla scarsa capacità di apparire in televisione nel 1994 all’incapacità di adattarsi appieno all’attuale comunicazione social, la storia sembra ripetersi anche negli esiti elettorali deludenti ottenuti in passato e che sembrano nuovamente concretizzarsi nelle imminenti elezioni politiche, con la coalizione che non raggiunge il 35% delle preferenze secondo gli ultimi sondaggi.  

La volontà di mantenere un basso profilo, televisivo prima e social adesso, è diventato nel tempo un ulteriore aspetto per interporre una distanza con i rivali di centrodestra agli occhi dell’elettorato. “Loro” sono impegnati sui social, “noi” pensiamo ai bisogni dei cittadini. Potremmo riassumere così la strategia che finora ha adottato la coalizione di Enrico Letta, nella speranza di assumere così un’impostazione più seria. Si trascura però il grande impatto che i social media hanno nel catturare l’attenzioni di una larga fetta dell’elettorato, abituata a slogan brevi ed incisivi e video di un minuto massimo. La passività del centrosinistra su TikTok ha sicuramente un’influenza negativa sull’elettorato under 30 che, senza alternative, sarà esposto ai soli messaggi politici delle altre forze in gara.

Le elezioni si vinceranno con TikTok?

Bisognerà attendere ancora qualche giorno per verificare se l’intensità di interazione su TikTok dei vari leader politici ha avuto o no un’influenza sul voto degli italiani. Possiamo però affermati di essere entrati in una nuova fase democratica, dove l’elettorato domanda video di intrattenimento politico di breve durata per poter prendere una posizione politica. Difficile constare se è meglio o peggio di quanto abbiamo vissuto sinora, l’unica certezza è che non si può attendere troppo a adeguarsi a queste richieste del popolo. È ormai risaputo, infatti, che non seguire il trend al giorno d’oggi vuol dire uscire di scena e cadere inesorabilmente in un dimenticatoio. Un rischio che nessun partito può permettersi, in un momento di così ampia disaffezione politica.

a cura di
Luca Chieti

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