Spring Attitude Day 1 – Cinecittà Studios Roma – 16 settembre 2022
Appunti emozionali dal primo giorno dello Spring Attitude 2022, quest’anno nella location d’eccezione degli Studios di Cinecittà. I nomi italiani più attesi: Ditonellapiaga, Fulminacci, Cosmo e Iosonouncane
Riflessione all’entrata
Guardando la line up del Day 1 dello Spring Attitude non si può non riflettere sulla natura dei nomi: richiami a una sofferenza fisica o interiore, alla lotta, all’universo e un sacco di tuttattaccati. Bene, i presupposti per uscire fuori di testa stasera ci sono. Andiamo!
Lo spettacolo nello spettacolo
L’apertura porte è alle 17:30 e una volta entrati ci vogliono circa dieci minuti per arrivare finalmente al set dell’Antica Roma, lo scenario scelto per questa edizione del festival. Uno spettacolo nello spettacolo, dicono tutti, e appena si varca la soglia si rimane a bocca aperta. È impossibile non rimanere impressionati dall’idea di essere dentro la storia, non solo per la suggestione di quella che lì è ricostruita, ma per il fatto che in questo luogo “si fa” il cinema. Vale a dire la magia per eccellenza.
Il tempo di girare un po’ increduli per lo spazio ancora poco popolato e cercare la postazione per le foto migliori che, nonostante il sole pomeridiano si faccia ancora sentire, il primo palco è pronto.
Centomilacarie sa farsi ascoltare
Ore 18:05, un ragazzo sale sul Molinari Stage, quello grande accanto all’arco di trionfo del set. È lui ad aprire il primo giorno ufficiale del festival: 17 anni, non un filo di barba, polistrumentista, attitudine punk e “tanta voglia di trasmettere” con la sua musica gridata. Strappami la pelle a morsi è il brano del suo debutto che porta anche allo Spring Attitude, trasmettendo tutta la sua emozione.
72-Hours Post Fight si entra nel mood
Sono già le 18:10 e arrivano i 72-Hours Post Fight sul palco dietro di noi, il palco GENERA in cima alla scalinata che porta al tempio.
Suona così un mix di jazz, math rock, emo, ambient e musica downtempo con il sole che inizia a tramontare e preannuncia che stiamo per essere catapultati in un’altra dimensione. Gruppi di springers continuano ad arrivare con le loro espressioni di stupore.
Ditonellapiaga che gira e rigira
Ore 19:10, si torna al Molinari Stage. Lo schermo ha già preannunciato l’arrivo di Ditonellapiaga, la luce si fa sempre più dorata e si avvicina il tramonto. La cantante è carichissima, porta i pezzi del suo ultimo album Camouflage, alterna brani più sentimentali a quelli più dance. Non può mancare ovviamente il successo sanremese Una questione di chimica: il pubblico si entusiasma, continua ad aumentare e ormai è tutto un balletto. Ditonelapiaga saluta con Disco (I love it) tra squat e giravolte sui tacchi da fare invidia a chiunque.
Iosonouncane fa vibrare
Alle 19:55 si cambia completamente registro. Dietro di noi sul palco GENERA Iosononcane e la band che lo ha accompagnato in tutto il viaggio (metaforico e non) del suo ultimo album IRA, entrano in scena a suon di timpani tribali e i suoi noti flussi sperimentali.
Sono i bassi a farla da padrone e, mentre la sua voce scompare diventando uno strumento tra gli altri, le parole sono incomprensibili ma hanno valore per il loro suono, tutto vibra. Basta allungare la mano su una “colonna” per sentire come anche Cinecittà stia partecipando allo spettacolo di costruzione e decostruzione che Iosonouncane porta avanti con questo album, lontano anni luce da DIE del 2015. Ma forse è anche per questo che suona allo Spring Attitude TANCA, il brano dell’album precedente che con le sue frustate più si avvicina al registro dei brani di IRA.
Luci violente illuminano le rovine, ormai è buio e tutto non potrebbe essere più perfetto per la sua performance.
Fulminacci scioglie la folla
Alle 21:15 di nuovo si salta “come in un tavolo da ping pong” all’altro palco. Sta arrivando Fulminacci. Ormai è difficile vedere degli spazi vuoti nell’area del set.
Giacche e papillon per lui e i suoi compagni che entrano con Rivoluzione. Parte subito il coro del pubblico e l’artista ringrazia di poter chiudere il tour nella sua città, Roma. L’esibizione di Fulminacci e la sua (bravissima) band è un concerto all’insegna della leggerezza. Tra cambi d’abito, coreografie divertenti e schitarrate non mancano neanche le sorprese.
“Questa è una canzone che ho scritto con un amico di Torino, che vorrei che fosse qui…” e appare Willie Peyote sul palco con di sottofondo Aglio e Olio. Un abbraccio sconfinato e un “Bella regà”, Willie esce di scena per restare nei tempi serrati del festival.
Ma ecco anche l’improvvisata di Daniele Silvestri sulle note di Salirò, artista al quale – in effetti – non si può non pensare quando esegue Borghese in borghese. “Lo so che non ti piace quando te lo dico, ma lo sai che sei la ragione per cui vivo” è la dichiarazione d’amore di Fulminacci a Silvestri che, ridendo imbarazzato lo saluta con “Allora sappi che tu sei la ragione per cui io sono ancora qui!”. Si continua la festa e non mancano i brani come Santa Marinella e San Giovanni.
Red Axes e si viaggia
Sono già le 22:40 ed è il momento di abbandonare l’indie.
Ci voltiamo ancora una volta verso il palco GENERA per i Red Axes, il primo gruppo internazionale della serata. Duo israeliano dal suono eclettico, ci riporta alle origini dello Spring Attitude. Suoni disco, house, psichedelici e techno invadono l’atmosfera. Impossibile non guardarsi intorno: occhiali scuri, gente di ogni età e stile balla, da sola o in gruppo, completamente in trance. Ora sì, siamo ad un festival di musica elettronica in una location pazzesca!
Cosmo è fuori e infuoca la festa
23:40. Un’ora è volata. Sul Molinari Stage sono state montante un quantità indescrivibile di fari, si intravede la sagoma di Cosmo nel buio e si può stare sicuri che qualcosa di folle sta per iniziare.
“Come state?” grida e parte Antipop. Il cantante non può fare a meno di provocare subito il suo pubblico invitandolo a scatenarsi e a buttare tutto giù. Non deve faticare molto per convincerci, ormai non si distingue neanche più dove finisca la folla.
Un concerto a tutto tondo, più di un’ora in cui dà spettacolo con le sue movenze e le sue battute che no, non la prendono tanto per il sottile: non risparmia Giorgia Meloni quando canta “Sono tutte cazzate” (Cazzate ndr) ma neanche i suoi fan “E levate sti cazzo di telefoni dai, il concerto si vive!”. Come dargli torto?
Allora ci si gode la follia gioiosa ma al tempo stesso malinconica, tra cantautorato e clubbing, di Cosmo. Fa avanti e indietro tra pezzi del suo ultimo album La terza estate dell’amore (che suona praticamente per intero) e brani precedenti come Quando ho incontrato te, Tristan Zarra, lanciando cartoni della pizza, Le voci, ormai sceso dal palco e sulle spalle di qualche fan.
È già l’1:08 e deve andare via, ma ruba qualche minuto per fare la lista di “tutte e tutti” quelli che lo stanno seguendo in tour. “Ecco ora lo posso dire, ciao!” e sorprende la tenerezza del suo sorriso.
The blessed Madonna, andate in pace
All’1:10 la console è pronta. Inizia la dance floor dell’americana The Blessed Madonna, da sempre impegnata nell’attivismo LGBTQ+ e sociale.
Un nome, un programma, perché adesso si balla duro fino a chiusura. Un’ora di house music solo per i più avvezzi, i quali non sono pochi dato che il set non dà affatto segni di spopolamento.
Per chi invece comincia a sentire le gambe cedere, questo è il momento di prendere aria e godersi lo spettacolo in uno stato tra l’ascesi e il metafisico. Nel quale però non vengono fuori altre eleganti parole se non: che-figata-è-stata.
Quasi le 2, meglio avviarsi prima che tra una mezz’ora le 4 mila persone del festival prendano la via dell’uscita e Roma quella lì fuori, anche se è quella del 2022, non è famosa per la sua mobilità.
a cura di
Elisa Savelli
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