Torino Film Festival (Giorni 6 e 7) – una Stella per Vince Vaughn

Torino Film Festival (Giorni 6 e 7) – una Stella per Vince Vaughn
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Ultimi due giorni di Festival prima del gran finale di oggi, all’insegna della celebrazione di Vince Vaughn. Il quale ha illuminato Torino, portando tantissime persone al cinema per la visione del suo “Swingers”.

Nonostante la nebbia abbia avvolto Torino in queste ultime due giornate di Festival, la gente continua ad accorrere numerosa alle proiezioni, segno dell’immenso successo che quest’edizione del TFF ha avuto e primo passo per un futuro ancor più luminoso, grazie alla lungimiranza del direttore artistico Giulio Base.

Arrivando alle battute finali del Festival, la scelta delle pellicole da guardare risulta sempre più complicata: molte delle più interessanti non sono più in programmazione, ma questa ricerca ha portato il sottoscritto a trovare due film che, pur con approcci diversi, trattano il tema della maternità e del rapporto che i genitori hanno con questo evento.

Questo articolo pone dunque l’accento su The Assessment e Nightbitch, senza però dimenticare la visione di Swingers alla presenza di uno dei suoi attori principali: Vince Vaughn. Dinnanzi al quale il mio animo di fan girl si è attivato, potendo assistere alla consegna della Stella della Mole.

Ma non perdiamoci in sentimentalismi e cominciamo l’articolo con il mio resoconto sulla proiezione di The Assessment.

Un futuro così lontano, ma tanto vicino

Abituato alla splendida cornice del Cinema Romano, spostarsi al Cinema Massimo è stato quasi un trauma, in una sala più grande dall’aria decisamente anni ’80. Mi sono così accomodato sulla poltrona, in attesa della proiezione di un film che ha suscitato interesse in me sin dal primo trailer.

Prima della proiezione, una splendida presentazione da parte di una componente lo staff ha illustrato in maniera precisa il tema della pellicola che, al tempo stesso, è anche uno dei principali di questo Torino Film Festival: la maternità.

A rovinare il tutto ci ha pensato però il pubblico che, forse dimenticandosi del luogo in cui si trovava, ha iniziato una discussione dai toni estremamente accesi, spentasi solo con l’inizio del film.

Resettato il cervello, mi sono dunque preparato a gustarmi una pellicola che, di lì a breve, mi avrebbe stupito e fatto riflettere. Devo ammettere che avevo paura che un tema tanto forte come prima prova cinematografica per la regista Fleur Fortuné sarebbe stato un azzardo, perché, se gestito nella maniera sbagliata, avrebbe potuto sortire l’effetto di un boomerang.

Siamo in un mondo non troppo distante dal nostro, dove il cambiamento climatico ha distrutto la terra, ma le persone hanno lottato e creato “il nuovo mondo”, una bolla perfetta dove nessuno muore. Qui i medicinali hanno allungato la vita di tutti, ma al tempo stesso hanno eliminato una delle basi della società: la maternità.

Solo pochi fortunati possono accedervi in via extra utero, dopo una valutazione della durata di 7 giorni, nella quale si deciderà se i candidati siano idonei o meno per crescere un figlio.

Un’apparenza ingannevole

Ben presto si capisce come questa coppia composta da Mia (Elizabeth Olsen) e Aaryan (Himesh Patel) viva un’esistenza fatta di apparenze e di lavoro, dove il rapporto umano è ai minimi termini.

Attraverso domande intime, intrusione nella sfera sessuale, giochi di ruolo, cene con amici e familiari, l’esaminatrice Virginia (Alicia Vikander) porta la coppia ad un punto di non ritorno, facendo scoprire loro segreti mai confessati e creando crepe sempre più ampie che porteranno i due a scelte drastiche.

The Assessment punta a far riflettere il pubblico su tematiche di assoluta attualità, dal cambiamento climatico alla maternità, fino ad arrivare al controllo che i governi potrebbero avere su di essa (aspetta, ma non stiamo parlando della Cina).

Un thriller psico-sessuale, come definito dalla regista, che utilizza tutti i mezzi a sua disposizione (colonna sonora, scenografia e costumi) per portare alla luce un mondo distopico tanto vicino al nostro futuro quanto distante dal cinema classico che ha trattato questi temi.

La sfida di usare quasi esclusivamente un solo set si rivela una scelta vincente, poiché crea un filo conduttore con l’opera teatrale, grazie anche ad una colonna sonora che riesce a creare atmosfere cariche di tensione dalle tinte quasi horrorifiche.

Buona la prima per Fleur Fortuné, che riesce a creare una storia che fa riflettere su tematiche importanti e di assoluta attualità senza mai eccedere, mettendo in scena un ottimo mix tra colonna sonora e fotografia, cosa sempre più rara nel cinema di oggi.

Un venerdì per Vaughn

Nella giornata di venerdì tutte le attenzioni sono state rivolte ad un film del 1996 che vide esordire nel ruolo di attori principali Vince Vaughn e Jon Favreau. Un’occasione per poter vedere da vicino l’attore di 2 single a nozze, che ha ricevuto la Stella della Mole.

Swingers ha segnato la carriera dei due artisti, facendoli arrivare fino ai giorni nostri come amatissimi protagonisti del Jet-Set hollywoodiano. Un esordio che è stato un gioco contro tutti quei provini andati male, quando gli attori cercavano solo di farsi conoscere per ottenere quella parte che avrebbe cambiato la loro vita.

“Facevamo un sacco di provini per film che non ci piacevano. Allora dissi a Jon di pensare a qualcosa di nostro, Neanche il tempo di due settimane e tornò da me con un copione intero. Era “Swingers”. Gli uscì fuori come un fiume in piena. Era fantastico. Cominciammo a fare delle letture per trovare investitori e raccogliere i fondi. Fu molto utile perché potevamo già testare il pubblico, capire cosa trovavano divertente, cosa funzionava e cosa no. Riuscimmo a trovare i soldi (circa 250mila dollari) e anche il regista, Doug Liman. All’epoca si girava in pellicola e visto che i soldi non erano molti, andavamo nei negozi a mettere insieme quello che avanzava dalle bobine di vecchi cortometraggi.”

Vince Vaughn

L’attore ha voluto anche sottolineare come, pur essendo un attore da commedia, trovi che la possibilità di poter fare anche cose diverse sia il motore della carriera di ogni professionista, fondamentale per non perdere l’entusiasmo di creare.

“Ho realizzato quanto sia importante uscire dalla propria comfort zone: non ti annoi mai e ti costringe a restare concentrato. Il trucco è rimanere entusiasti, impegnarsi, continuare a imparare e buttarsi nel diverso.”

Vince Vaughn

Assieme all’artista erano presenti alla proiezione anche la moglie ed i figli, decisamente emozionati per il premio ricevuto dal padre. E alla domanda se fosse più importante questa o “l’altra stella” ricevuta quest’anno, l’attore ha sorriso sornione, facendo capire che questo premio è sentito quasi quanto una statuetta al Chinese Theatre.

Mamma lupa

In serata è stato proiettato un altro film fuori concorso, che ha suscitato tanto interesse già al Toronto Film Festival (dov’è stato presentato in anteprima mondiale). Con protagonista Amy Adams, NightBitch tratta il tema della maternità ed è tratto dall’omonimo libro del 2021 di Rachel Yoder.

La donna è stata una grande artista che, dopo la nascita del figlio, ha lasciato tutto per seguire il bambino tanto desiderato, ma che al tempo stesso le ha stravolto la vita. Un’esistenza fatta d’amore solo in sua funzione e che l’ha trasformata, dato che la donna che vive quest’esperienza quasi da sola.

L’insoddisfazione si fa sempre più crescente: davanti al suo corpo, trasformatosi non solo per la gravidanza, ma poiché i suoi canini stanno diventando sempre più affilati. Una strana peluria le sta crescendo vicino alle natiche e le mammelle diventano otto. Durante questa trasformazione notturna, ritroverà tutta quella felicità e quella libertà dimenticate nei due anni di maternità, in un’immagine tanto aulica quanto esemplificativa della riappropriazione di se stessi e della controdemonizzazione della maternità.

Siamo di fronte ad una black-comedy a tinte body-horror (che tanto sta spopolando in questo periodo), che fa suo un tema fondamentale della vita di tutti, snocciolandone pregi e difetti con un realismo magico che a tratti può spaventare lo spettatore più generalista.

La figura centrale della madre, interpretata in maniera esemplare da Amy Adams, è sottoposta ad una trasformazione che ogni mamma può riconoscere. Così come la figura del padre (Scoot McNairy), che durante il film assume la consapevolezza delle proprie azioni e di quanto spesso si diano per scontati gesti e parole.

Un film che tutti i genitori – o aspiranti tali – dovrebbero vedere almeno una volta. L’occasione non tarderà a mancare, a dicembre su Disney+.

Quasi ai saluti

Sono stati sette giorni di passione, fatti di tante pellicole viste e moltissime stelle arrivate a Torino: una grande festa messa in opera da Giulio Base ed il suo staff, che hanno elevato ad una dimensione internazionale un festival messo sempre in secondo piano rispetto a quello di Roma.

Oggi si concluderanno i lavori con le conferenze stampa finali, la cerimonia di chiusura e la proiezione di Waltzing with Brando, ultimo film con Billy Zane, presente a Torino per parlare della pellicola in anteprima mondiale proprio al TFF.

Non vi resta che rimanere sintonizzati per il report della giornata finale e di tutti i premi di questo Torino Film Festival 2024!

a cura di
Andrea Munaretto
foto credit
Torino Film Festival

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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